Kung Fu Panda 3: Fabio Volo ci parla del suo ruolo come doppiatore!

Abbiamo incontrato Fabio Volo, doppiatore di Po, il panda protagonista della saga di Kung Fu Panda di cui è in uscita il terzo episodio

Nato a metà degli anni '90, appassionato di cinema, serie TV e fumetti, continuamente in viaggio e in crisi con se stesso. Ama i pinguini e non certo per questo si è ritrovato a collaborare con BadTaste tra festival, interviste e approfondimenti.


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In occasione dell’uscita del terzo capitolo di Kung Fu Panda, sequel frutto della collaborazione della DreamWorks Animation e della Oriental Animation, abbiamo incontrato Fabio Volo, doppiatore di Po.

Ecco cosa ci ha detto qualche giorno fa alla Casa del Cinema di Roma!

D: Ciao Fabio! Interpreti per la terza volta Po… un personaggio che in questo film scopre di avere non uno ma ben due papà. Come hai visto dentro il film d’animazione lo sviluppo di questo triangolo?
R: Ahah, un tema caldo! Ovviamente lui non è figlio di due padri che lo adottano o hanno affittato l’utero. Uno è il padre biologico che per vari motivi deve abbandonare il proprio bambino per essere allevato… dall’altro un’oca/papera (non ho mai capito la differenza) con la quale è cresciuto. Si troverò con due papà contemporaneamente. E’ molto interessante. Da quando sono genitore sono sempre più convito che al bambino serva un nucleo che lo faccia sentire amato… e basta. Noi non veniamo da un’idea di famiglia tradizionale che genera felicità. Questo l’abbiamo capito tutti, basta andare da un analista. Ti dirà che ¾ dei problemi che abbiamo dentro provengono dal nucleo familiare. Una volta feci un seminario con Jodorowsky, lui affermava che “Ha fatto più danni la famiglia che la bomba atomica!”. Penso che tutti possiamo capire che non stiamo graffiando un qualcosa di perfetto (la famiglia tradizionale) per qualcosa “di diverso”. Noi sappiamo che quando si ha una famiglia si cerca di fare quel che si può ma che i problemi son già all’interno di questo contesto. Non credo che per un bambino sia così importante la distinzione sessuale, al contrario è importantissimo il supporto, l’attenzione, il sentirsi amati nonché ascoltati. Allo stesso modo in una relazione di coppia non è importante se lei è bionda o mora ma se si sente accettata. Qui Po si ritrova con due papà, quello a cui è più affezionato e con il quale è cresciuto e quello originale, appena incontrato, che porta con sé la storia prima che il Guerriero Dragone nascesse, quindi la sua provenienza.  Le due cose trovano un equilibrio, non sono antagoniste l’una dell’altra.

Fai tante cose: sei produttore, conduttore, scrittore, attore e qui anche doppiatore. In quest’ultimo ruolo c’è spazio per l’aspetto creativo?
C’è un margine molto stretto. Non posso recitare mentre doppio, devo seguire la recitazione di Jack Black, in questo caso, anche perché l’animatore si basa sui movimenti dell’attore. Se il primo dice qualcosa con una certa intonazione e in determinati tempi, il secondo realizzerà il modello seguendo la figura del primo. Ma su qualcosa c’è margine.

Come il fatto che dici meno volte “Mitico!”?
Quello dipende tutto dalla sceneggiatura, così come le grida, ahaha! Poi ho questa cadenza bresciana che lasciamo stare. Fortunatamente sono seguito da grandi maestri che mi insegnano come si fa, come si doppia, non essendo il mio mestiere. Ogni tanto mi dicono “Bene, adesso la facciamo in italiano, però!” cioè con le “a” o le “o” chiuse non avendo mai fatto dizione.

La novità di questo film è la co-regia di Alessandro Carloni, artista italiano che abbiamo incontrato tre volte negli scorsi anni. Hai avuto modo di parlarci?
Guarda… no, è venuto persino a Radio Deejay, dove lavoro tutte le mattine, ma in questo periodo sono iper-impegnato: sta per uscire un mio film, uscirà un mio secondo film, sto lavorando a una serie TV, continuo in radio, il Sabato vado da Fazio, la Domenica conduco le Iene e ho due figli quindi non sono proprio riuscito a incastrarlo!

Hai ribadito che hai due figli, entrambi piccoli. Di conseguenza il tuo vissuto è cambiato molto da quando hai doppiato il film la prima volta. Ti chiedo: qual è l’aspetto che oggi preferisci di più della saga e quale vorresti che i tuoi bimbi comprendessero di più?
C’è una parte narcisista che mi fa rispondere dicendo il fatto che io sia la voce di Po, quindi non vedo l’ora che i miei figli siano più grandi per fargli vedere la trilogia. Mi spiace che non son più grandi per poterli portare al cinema ma spero facciano Kung Fu Panda 6 o 7. Glieli farò recuperare in DVD, BluRay o dove sarà. E questo è l’aspetto più personale. Per i valori dico da sempre che Kung Fu Panda, soprattutto il primo, è il film più autobiografico al quale abbia mai partecipato perché è la storia di questo personaggio goffo, che non ha alcuna forza, talento o prestanza fisica e solo un destino preconfezionato dall’ambito familiare nel quale vive (fare spaghetti)… ma sogna di diventare un supereroe. Segue i suoi sogni e non si ferma. Mi ricorda quando i miei amici mi prendeva in giro, prima di avere successo… non che ora abbiano smesso ma posso dire di avere una vita meravigliosa e riesco a sostenere il colpo. I valori sono questi: non farsi mai dire da nessuno cosa fare, fare ciò che si sente e soprattutto che la passione e l’amore sono più forti del talento, della capacità o della prestanza fisica di cui un essere umano sia dotato. Lui ce la fa solo per quello. Tranne il colpo di pancia… che è geniale.

Nel corso dei tre film Po cresce. Com’è cambiato il tuo approccio al personaggio? Se è cambiato…
È un film che ogni volta che lo guardo ha sempre un momento (ma anche due) dove mi commuovo. Nonostante lui raggiunga dei risultati affrontando problemi… ne avrà sempre degli altri. Ma li affronta sempre essendo se stesso, rischiando e agendo impulsivamente, con un salto nel buio. Non sta mai a tavolino a ragionare o pensare. Per questo dico che è autobiografico! Mi piace la sua sincerità e il suo coraggio. Lui cresce in ogni film ma resta sempre lo stesso.

Quali sono i tuoi film d’animazione preferiti oltre Kung Fu Panda?
Mi sono commosso molto con Up, Gli Incredibili, Madagascar… Invece da bambino ho pianto e son rimasto scioccata da Red & Toby – Nemiciamici. Quelli Disney li ho un po’ saltati purtroppo nonostante mio padre fosse fissato. Li sto recuperando adesso… io continuo a ricordare solo Red & Toby. Credo di non esser più tornato al cinema dopo quello. Un po’ come con L’Incompreso. Devastato allo stesso modo.

Se tu potessi far fare qualcosa a Po… cosa gli faresti fare?
Io? Mmh, dopo i sogni realizzati e la conciliazione con la famiglia… ci si aspetta la fidanzatina. Il prossimo sarà così. Forse faranno anche uno Spin-Off dal punto di vista di lei e ci sarà lui che metterà su famiglia, farà tanti Pandini… 4x4.

Sul set cosa stai girando?
La serie televisiva che scrivo, produco e interpreto. Ma non dirigo. Stiamo girando già da 3 o 4 settimane. È molto divertente ed è ambientata un po’ a New York e un po’ in Italia. Non ha ancora titolo e emittente.

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