Kizazi Moto: Generazione di fuoco, scopriamo l'antologia di corti con Peter Ramsay e alcuni dei registi
Abbiamo parlato di Kizazi Moto: Generazione di fuoco con il produttore esecutivo Peter Ramsay e alcuni dei registi dell'antologia animata
Su Disney+ è arrivata Kizazi Moto: Generazione di Fuoco, un'antologia di cortometraggi animati veramente innovativa che riunisce alcuni creativi provenienti da paesi africani come il Sud Africa, l'Egitto, l'Uganda, la Nigeria, lo Zimbabwe e il Kenya per raccontare storie uniche che fondono tecnologia, tradizioni, fantascienza e commento sociale.
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Peter come sei stato coinvolto in questo progetto?
Ho visitato l'Africa nel 2019, mi invitarono al Cape Town Animation Festival dove incontrai moltissime persone coinvolte in questo progetto, tra cui i ragazzi di Triggerfish. Rimasi davvero colpito dall'energia creativa di quel gruppo persone, che sembravano pronte a raccontare qualcosa di nuovo al resto del mondo. Qualche mese dopo Triggerfish mi ha contattato spiegando che stavano mettendo insieme un'antologia di cortometraggi, e gli ho detto: ci sono. Volevo lavorare con queste persone, mi avevano colpito moltissimo ed ero convinto che il mondo avesse bisogno di un punto di vista originale e ricco di energia come quello proposto da questi artisti. Il mio ruolo è stato aiutarli a salire su un palco globale.
E quali input hai dato loro? Hai dato consigli basati sulla tua conoscenza?
Sì, gli ho raccontato un mucchio di errori stupidi che ho fatto nella mia vita, ho dato loro consigli perché non facessero lo stesso. A volte essere un regista può essere un mestiere molto solitario, anche se parli con centinaia di persone le decisioni sono tue e devi combattere contro i tuoi stessi dubbi e le tue stesse indecisioni e insicurezze, preservando la tua visione. Quindi può essere utile sentire la voce di qualcuno che ha attraversato qualcosa di simile e che conosce gli stessi problemi che stai affrontando. Quindi il mio ruolo era quello di fare da consulente creativo e sostenerli, assicurandomi che riuscissero a raccontare la storia che volevano raccontare nel modo in cui volevano raccontarla.
Ogni corto presenta una fusione unica di mitologia e fantascienza, perché avete scelto di seguire questa strada per raccontare le vostre storie?
Lesego Vorster: l'aspetto mitologico e spirituale non faceva parte del brief iniziale, è semplicemente un tema comune a tutti i registi africani. Penso che il brief fosse composto da una sola frase: l'Africa nel futuro, con un tono ottimistico. L'aspetto mitologico e spirituale è emerso come terreno comune, penso che ci sia qualcosa lì che si possa esplorare ulteriormente.
Isaac Mogajane: è stato un aspetto molto interessante, perché ciascuno di noi lavorava separatamente, sapevamo solo che dovevamo fare un corto fantascientifico... e quando abbiamo iniziato a vedere i lavori l'uno dell'altro ci siamo resi conto che ognuno di noi stava creando qualcosa che mescolava fantascienza e spiritualismo. Penso che questo racconti molto di ciò che l'Africa è in grado di offrire al mondo in termini di contenuti.
Catherine, il tuo corto più di tutti ha un messaggio molto attuale, puoi parlarci delle tue ispirazioni?
Catherine Green: ciascuno di noi ha portato sul piatto dei temi diversi che pensavamo fossero pertinenti non solo alla nostra storia ma anche al futuro. Il cambiamento climatico è, ovviamente, un tema pressante. Abbiamo scritto la storia di questa Durban circondata da mura a causa dell'innalzamento dei mari... e mentre lavoravamo al corto Durban ha subito una delle inondazioni più incredibili della sua storia. È stato quasi profetico, in qualche modo. La piovra radioattiva è una metafora per la dipendenza, mentre l'elemento spirituale è qualcosa di così intrinseco alla nostra cultura che aveva perfettamente senso inserirlo nel contesto più ampio delle cose.
Lesego, la fusione tra mitologia e social media nel tuo corto è molto interessante. Puoi parlarci dei temi che affronta il tuo corto? Si parla di futuro, e immagino che il futuro che vedi tu sia sempre più social...
Lesego Vorster: esatto, come se già il presente non fosse abbastanza social! Immagina un futuro ancora più social... Questa era la mia idea: un mondo in cui gli dei vengono creati attraverso i social media con un ridicolo game show chiamato "chi vuol essere un dio". Capisco che è oltre il limite dell'assurdo, ma ovviamente il concetto serve ad approfondire qualcosa di più profondo, senza essere una lezioncina.
Isaac, Hatima è la storia di una guerra, è pieno d'azione ed è realizzato in 2D: perché avete scelto questo formato e quali sono state le sfide di realizzare le scene d'azione in 2D?
Isaac Mogajane: Penso che le sfide ci sarebbero state anche realizzandolo in 3D! Ma abbiamo scelto il 2D perché lo stile artistico del mio co-regista per il corto era questo, e ci sembrava giusto trasporlo così. I suoi disegni ci sembravano immagini che volevamo vedere muoversi direttamente sullo schermo, senza tradurle in computer grafica, inoltre io sono un grandissimo fan dell'animazione 2D ed è qualcosa di sempre più raro, quindi ci siamo convinti a percorrere questa strada. Per le scene d'azione abbiamo avuto la fortuna di collaborare con dei grandissimi artisti che sono in grado di realizzare scene molto complesse dando un effetto epico. Uno dei vantaggi di fare un corto in 2D, poi, è che non devi costruire ogni set in 3D, non devi fare ogni modello: devi semplicemente disegnare. Quindi ha reso tutto molto più rapido da realizzare, abbiamo lavorato molto più velocemente sugli sfondi e i personaggi. Inoltre, avendo due mondi diversi il 2D ci permetteva di essere più ambiziosi nonostante un budget ridotto. Se avessimo usato la CGI avremmo speso molto di più.
Trovate Kizazi Moto: Generazione di Fuoco su Disney+.