Il segreto di Liberato: Giuseppe Squillaci e LRNZ svelano come è nata la sequenza animata del film
Giuseppe Squillaci e LRNZ hanno presentato a Napoli Comicon la sequenza animata di Il segreto di Liberato, al cinema dal 9 maggio
Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.
Uscirà nelle sale il prossimo 9 maggio Il segreto di Liberato, film diretto da Francesco Lettieri e incentrato sulla storia di Liberato. Prodotta da Red Private in collaborazione con Red Carpet e Ilbe Anemone Film, la pellicola resterà nelle sale una sola settimana. In occasione del Napoli Comicon, Giuseppe Squillaci e LRNZ, nome d’arte di Lorenzo Ceccotti, hanno presentato al pubblico della fiera accorso al Teatro Mediterraneo le prime immagini della sequenza animata da loro realizzata presente nella pellicola.
Inoltre, è stato svelato che una buona fetta della storia sarà ambientata proprio al Comicon, nella sua edizione del 2015, che in qualche modo è legata a Liberato. Come abbiamo potuto vedere, la sequenza animata è ambientata prevalentemente in un liceo, e ci mostra il cantautore ancora adolescente impegnarsi per raggiungere il suo sogno di diventare un musicista.
In che modo la sequenza animata si inserisce all’interno del film. Si tratta di una visione del suo passato?
LRNZ - Sì, si tratta del suo passato, di un pezzo della sua intimità. L’animazione ci dà la possibilità di entrare nell’intimità di Liberato evitando i problemi che comporterebbe ricostruire l’intimità del personaggio stesso. Saresti costretto a svelare troppe cose e non è detto che lui le voglia mostrare. Come la fotografia ti permette di escludere ciò che non vuoi che si veda, il fumetto ti permette di farlo alla stessa maniera, concentrandoti solo su quello che vuoi che si emerga.
Sin dagli inizi, Liberato ha puntato a mantenere segreta la sua identità. Il film è incentrato sul concetto di mistero, e il trailer gioca molto su questo; come siete a gestire il rapporto tra il mistero e il vostro contributo che, invece, è fatto di immagini, di volti, di luci?
Giuseppe Squillaci - Non avevamo una faccia da mostrare, In particolare non potevamo mostrare gli occhi. E come si dice, gli occhi sono lo specchio dell'anima e noi, quello specchio, non potevamo mostrarlo. Non si voleva dare un'immagine di Liberato perché altrimenti sarebbe stato facile riconoscerlo. Se avessero utilizzato un ragazzino nelle parti in live action, magari avrebbero fornito un'indicazione sulla sua identità, e volevano. Per questo è stata scelta l'animazione. Nel disegno, il volto è semplicemente un ovale, ma giocando con le inquadrature, con la regia siamo riusciti a dare espressività tenendolo nascosto, celando diversi aspetti. Poi spetta a chi vedrà il film ricostruire il tutto e scoprire ciò che Lettieri e Liberato vogliono che si conosca. Verranno svelati tantissimi segreti, davvero tanti.
C'è una rete narrativa che ti permette di ricostruire la vita di Liberato. In particolare, è come se avessimo messo i puntini che poi lo spettatore deve collegare per avere un'immagine completa del personaggio. Dal nostro canto, abbiamo provato ad andare oltre la maschera, puntando alla persona, ai sentimenti, alla visione artistica. Questo progetto è più di un documentario, è un altro pezzo di un’opera più ampia.
Una domanda per LRNZ. La musica di Liberato fa della sperimentazione il suo punto di forza, unendo le più disparate influenze. Nelle tue opere a fumetti, fai un’operazione molto simile, ibridando la tua arte, la tua cultura con quella giapponese. Com’è stato lavorare su questo progetto? E in che modo ti sei rapportato con la città di Napoli?
LRNZ - Non poteva esserci collaborazione più bella, tra due artisti che uniscono tanti linguaggi differenti. Stiamo parlando di un’artista poliedrico, ammiro la sua idea di base - la contaminazione - e mi sono trovato benissimo.
So bene quanto Liberato sia legato a Napoli, all’immagine della città e per me è stata una sfida molto difficile rapportarmi con questo aspetto. Non capisco registi, scrittori o fumettesti che ambientano le loro storie in luoghi che non conosco. Per dirti, nelle mie storie, anche quelle di fantascienza più assurda, hanno sempre come ambientazione Roma, perché è la mia città. Ora, io non conosco Napoli ma abbiamo avuto il privilegio di poter accedere all’archivio di Francesco Lettieri che ci ha dato un punto di vista ben preciso su quello che dovevamo raccontare e come raccontarlo. E poi, una sequenza è ambientata proprio al Comicon, luogo che conosco fin troppo bene!
Giuseppe Squillaci - Abbiamo chiesto a Francesco di portarci nel mondo di Liberato. Di Napoli ci sono mille immagini in rete ma non volevamo lo sguardo del regista, per capire in che modo struttura il tutto. Quindi gli abbiamo consigliato di prendere la macchina fotografica e farci vedere la sua idea del film. La vera unione è stata questa, mostrandoci la location, punti di vista, inquadrature.