Il Piccolo America incassa una vittoria: Valerio Carocci ci spiega cosa succederà adesso

Dal contenuto delle mail delle major americane e italiane che hanno indirizzato il decreto Agcm, ai conflitti d’interessi fino a cosa si aspetta accada adesso con o contro di loro

Critico e giornalista cinematografico


Condividi

Come riportato sui canali social del Piccolo America l’Antitrust a seguito dell’indagine che ha previsto una perquisizione negli uffici dell’ANICA ha emesso un decreto “con cui ha ufficialmente riconosciuto che c’è stata «un’intesa di boicottaggio» nazionale da parte di Anica e Anec nei confronti delle arene gratuite in tutta Italia”. Per il testo completo al momento si può consultare il post del Piccolo america.

È una prima vittoria per i ragazzi del Piccolo America a cui Anica ha prontamente risposto con un comunicato in cui spiega che ottempererà a quanto richiesto dall’Antitrust e aggiunge:

...ferma restando la propria convinzione – che sarà ribadita nella fase di merito del procedimento dinanzi all’AGCM – circa l’ineccepibilità del proprio operato. L’ANICA, come noto, non può infatti dare direttive ai propri associati per fornire o negare contenuti alle sale cinematografiche o arene.
ANICA non può che confermare che le decisioni sulle licenze di proiezione dei film, da sempre, rientrano nella sfera di esclusiva competenza delle singole imprese di distribuzione. Null’altro è in suo potere e non ha mai boicottato le arene gratuite.
[...]
ANICA si riserva in ogni caso di adire le vie giurisdizionali a tutela dei propri diritti.

Abbiamo sentito Valerio Carocci, presidente dell’associazione Piccolo America, che assieme a molte altre associazioni sul territorio che proiettano film gratuitamente (come il Laboratorio di Quartiere Giambellino Lorenteggio o il Guarimba Film Festival), aveva denunciato il problema all’AGCM

Ora che c’è stata la pronuncia dell’Agcm che succede?

VC: L’authority dispone delle misure cautelari e ordina il “cessate il comportamento” all’azienda nel mercato che è oggetto del provvedimento. È una sentenza cautelare d’urgenza. Nel momento in cui l’ente non ottempera scattano le multe.

Le multe per società che non adempiono a una decisione che dispone misure cautelari, si legge sul sito dell’antitrust, possono arrivare anche al 3% del fatturato dell’azienda. Ma l’ANICA come scritto sopra ha già fatto sapere che farà quanto chiede l’Agcm e anche ha precisato che, contrariamente alla sentenza, non ha mai ingerito negli affari delle distribuzioni, quindi non lo farà adesso.

Secondo te ora, nel concreto, che accade?

VC: La verità è che questa storia è emblematica della situazione dell’industria. C’è una distorsione della filiera con un enorme conflitto d’interessi, in primis dentro 01, in cui Lonigro da direttore lavora anche con un’agenzia regionale di zona di proprietà della sua famiglia, che a sua volta distribuisce film 01 all’interno di una sala di Bari che è al 17% dello stesso Lonigro.
Ma è solo l’avvio di un lavoro grande che fa riferimento ad una relazione di due anni fa della stessa authority in cui si rilevava che c’erano grandi rapporti tra stesse società anche a livello familiare all’interno della filiera cinematografica

[caption id="attachment_437489" align="aligncenter" width="512"] Luigi Lonigro, 01 Distribution[/caption]

Adesso pensi che tutti i film che non vi avevano dato ve li daranno?

VC: Penso che questo muro non potrà che crollare in pochi giorni e noi concluderemo il programma. È evidente che si è sbagliato ed è evidente che tanti si sono fidati di pochi che hanno pensato di poter eliminare un fetta del settore che l’Agcm ha riconosciuto essere parte del settore, perché nel punto 41 dell’istruttoria viene esplicitato che questa attività delle arene gratuite non è esterna all’industria ma facente parte.
Poi se uno vuole mantenere la sua posizione nessuno potrà mai dirgli cosa deve o non deve noleggiare, ma è evidente dalle mail presenti nell’istruttoria che il singolo distributore fino ad oggi ha agito su indicazione dell’Anica e non per sua volontà.
Nel momento in cui l’Anica è obbligata a ritirare quell’indicazione qualcosa non può che cambiare e in ogni caso a livello culturale e giudiziario una pronuncia dell’authority c’è stata.

Certo però se, faccio un caso di totale fantasia, la Universal ora vi noleggiasse un film che prima non vi noleggiava, sarebbe come ammettere implicitamente che era quella la ragione per la quale non ve li dava e non altre…

VC: Nel caso specifico è presente nell’istruttoria una mail di Richard Borg, presidente Universal, nella quale ci risponde che per aver accesso al prodotto richiesto dovevamo contattare l'associazione di categoria. Quindi l’ha già ammesso.

Ed è così anche per gli altri? Hanno già ammesso in questa maniera?

VC: La stessa cosa vale per Warner e distribuzioni come Vision che ce lo scrissero lo scorso anno che non potevano darci i film per via di un accordo con Anica.

Nel primo post in cui denunciavate questa pratica era contenuto un riferimento a quel conflitto d’interessi di Luigi Lonigro cui mi accennavi prima, come mai lo avete dovuto levare?

VC: Non l’abbiamo dovuto levare, sul sito c’è. L’avevamo messo perché l’operazione era chiamata “sommergibile” e in quel post che seguiva l’articolo di Gianantonio Stella quello era un elemento di distrazione per gran parte dell’industria. Avevamo solo messo per iscritto quello che tutti ci hanno raccontato, così anzichè rendersi conto che l’articolo di Stella chiamava in ballo l’Antitrust, tutti si sono occupati del conflitto e noi abbiamo potuto attendere che l’Antitrust arrivasse.

[caption id="attachment_435642" align="alignright" width="1349"] Dal sito del Piccolo America[/caption]

Cioè mi vuoi dire che l’avete fatto apposta per distrarre tutti così che “guardassero dall’altra parte”?

VC: Abbiamo di fatto messo all’interno della comunicazione un fattore per vedere come reagisse l’industria rispetto a qualcosa che tutti dicono e nessuno scrive.

Ok. Ma perché andare a mettersi contro un pesce così grosso in modo così specifico citandolo per nome e cognome?

VC: Lonigro è presidente di Anica distributori, se c’è un responsabile nell’Anica del decreto è solo la parte distributori, questa cosa non viene dai produttori.
Abbiamo evidenziato chi fosse secondo noi il garante di questa situazione che stavamo vivendo che stava bloccando le operazioni economiche commerciali delle arene gratuite in tutta italia.
Inoltre dire che un direttore di un’azienda a controllo pubblico come 01 a nostro giudizio dovrebbe esimersi da un possibile conflitto d’interessi (che è sempre da verificare) non è un attacco personale, lui rappresenta un’azienda pubblica! In questo è paragonabile a un assessore o un ministro. Non abbiamo attaccato l'operato di un privato, Lonigro rappresenta il pubblico nella filiera e dovrebbe esimersi da comportamenti che creano ombre.

Pensi che in futuro avrete film da 01?

VC: Penso che sarebbe una sconfitta per loro non dare i loro film alla Sala Troisi [che è gestita dall’associazione Piccolo America ndr]

Sì però così non mi hai risposto...

VC: Sono convinto che li avremo sia al Troisi che all’arena gratuita.

Tuttavia non posso fare a meno di ricordare che lo scontro grosso voi storicamente lo avete con gli esercenti e non con i distributori. Che interesse hanno contro di voi i distributori?

VC: Se a presiedere l’associazione dei distributori e a direzione di 01 c’è un esercente tutto quanto non funziona. La famiglia Lonigro è una storica famiglia di esercenti. La distorsione è che gli esercenti fanno i distributori. Academy Two quando ci rifiuta i film ci scrive che ci rifiutano concessioni di film ad incasso gratuito, lo fanno perché sono anche esercenti quindi non c’è questa differenza. L’unica differenza che esiste è che non tutti gli esercenti sono contro di noi, Antonio Sancassani del cinema Mexico mi ha chiamato pochi minuti fa...

Ok ma Sancassani è noto per essere un ribelle che non sta alle regole di nessuno, non credo parli per altri che non sia lui stesso…

VC: È uno dei pochi che ha sempre avuto il coraggio di denunciare tutto, è quella la differenza e le sale indipendenti non sono contro le arene gratuite solo le grandi distribuzioni lo sono. Ma del resto le grandi distribuzioni hanno quote di circuito cinema che è un esercizio quindi non c’è divisione tra esercizio e distribuzione. E di nuovo la conferma che la distribuzione di stato è diretta da un esercente.

[caption id="attachment_437488" align="aligncenter" width="1252"] Alessandro Giacobbe di Academy Two[/caption]

A tal proposito proprio l’amministratore delegato di Academy Two, Alessandro Giacobbe, parlando al New York Times in un articolo su questa questione aveva rispecchiato quella che per molti versi è la posizione di diversi esercenti (e anche distributori) nei riguardi delle arene gratuite, specie quest’anno: “È un errore proporre la cultura e il cinema a costo zero. Specialmente quest’anno in cui i cinema sono stati chiusi per mesi e l’industria è nei guai. Il messaggio che deve passare al pubblico è che i film non dovrebbero essere visti gratuitamente, che se non paghi per la cultura questa morirà

Sbaglio se dico che dopo questa vittoria con il supporto che avete avuto da registi e attori e poi anche dalla stampa che (quasi) tutta è stata dalla vostra parte, è difficile che qualcun altro si metta contro di voi?

VC: Non penso smetteranno di mettersi contro di noi, non lo penso, lo spero ma non succederà mai. Purtroppo. Perché non c’è riconoscenza per la competenza, e qui c’è competenza. Abbiamo studiato, ci hanno accusato di concorrenza sleale, l’abbiamo letto, ci siamo informati e ci siamo resi contro che la stavamo subendo la concorrenza sleale, e così abbiamo denunciato tutto all’authority. Questo è studiare, trovare formule e agire nel rispetto della legalità.
Non credo smetteranno di ostacolarci, perché più una realtà vola alto ed è così indipendente da denunciare tutto all’authority, dimostrando una capacità di rinunciare a relazioni e privilegi costruiti negli ultimi anni (perché non era detto che l'authority avviasse l'istruttoria, ma l’abbiamo fatto) più gli attacchi aumentano.

A parte aver ottenuto questa vittoria per voi pensi di aver dimostrato qualcosa?

VC: Penso sia un’opportunità per l’industria per vivere una nuova stagione di una grande produzione culturale più plurale, in cui i piccoli saranno liberi di rivendicare il proprio diritto di opera nel settore culturale.
Abbiamo di fatto per la prima volta dimostrato che Davide può vincere contro Golia e che con un attento lavoro e reperimento delle informazioni che ti arrivano dall’industria è possibile scardinare e dimostrare che non tutto è sano quel che sembra.

Però quest’idea dell’opposizione continua non è quello che fanno anche i movimenti politici? Lo dico con più precisione: guardando tutto questo con un po’ di cinismo, questo scontro che avete avuto - come del resto il fatto che tempo fa alcuni ragazzi con la maglietta dell’America siano stati aggrediti da fascisti - sono inevitabilmente condizioni che vi hanno compattato e aumentato il supporto, tutto di fronte a un simbolo (la maglietta e il logo) e alcune idee o a uno spirito (a seconda di come la si voglia mettere) e questo non è quello che dice e che fa un movimento?

VC: No, non siamo un movimento [dice un po’ stufo di qualcosa che, evidentemente, non è la prima volta che si trova a spiegare, ndr]. Siamo il Piccolo America che sta per aprire il cinema Troisi e da 8 anni è un gruppo di amici che lavora e va avanti, non siamo nulla di più e di meno. Sicuramente non smetteremo mai di batterci in quello che crediamo, a difesa non nostra ma di tutte le realtà d’Italia ha visto negarsi la possibilità di lavorare.

Continua a leggere su BadTaste