"Un film di Gran Turismo? Ma non ha senso!": Neill Blomkamp ci racconta sul set i segreti del film

Durante la set visit di Gran Turismo, Neill Blomkamp ha raccontato al nostro Andrea Bedeschi i dubbi iniziali sul film e tante altre curiosità

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Un film su Gran Turismo? Sulla carta, una follia. Io stesso, nel momento in cui quasi un anno fa è stata diffusa la notizia che la Sony avrebbe portato sul grande schermo la popolare IP videoludica di Polyphony Digital creata da Kazunori Yamauchi, ho inarcato con decisione un sopracciglio.

D'altronde, stiamo parlando di un "Real driving simulator" privo di una storia alla base per cui un minimo di scetticismo poteva anche starci. Restando in casa Sony, non era come portare in TV un videogioco tipo The Last of Us (LA NOSTRA SCHEDA DELLA SERIE TV) con una produzione televisiva che, nei giorni in cui ho preso parte per BadTaste alla set visit di Gran Turismo, dovevo (e dovevate) ancora vedere assaporandone la grande qualità, ma che poteva comunque appoggiare le sue basi su un'opera dalla forte componente narrativa.

Poi però, qualche ora dopo l'annuncio della pellicola, dall'America arrivavano anche i primi dettagli sul film di Gran Turismo: avrebbe raccontato la storia vera del pilota Jann Mardenborough che, dopo i record ottenuti nelle competizioni online con il titolo Sony, ha avuto la possibilità di essere ammesso alla GT Academy e di passare poi alle vere competizioni automobilistiche.

Così, le cose cambiano drasticamente. Gran Turismo diventava qualcosa a metà fra il film sportivo di macchine e quello biografico arricchito da marchio di sicuro richiamo.

Eppure, come il regista Neill Blomkamp ha raccontato al sottoscritto e agli altri giornalisti della stampa internazionali invitati sul set del film a Budapest, presso gli Astra Studios, lo scorso novembre, anche lui ha avuto, inizialmente, la stessa reazione: un film di Gran Turismo? Ma che senso ha?

Dai meccanismi di District 9 alle macchine di Gran Turismo

È affascinante perché ammiro i tuoi lavori fin da District 9. È affascinante perché mi pare che nel tuo cinema ci sia da sempre questa fascinazione verso le macchine la loro meccanica, quindi partire da un film come District 9 e arrivare a uno come Gran Turismo non mi pare una roba strana per te. Dimmi qualcosa di questo tuo viaggio.

Hai perfettamente ragione. Sono letteralmente ossessionato dalla meccanica e dai robot e cose di questo tipo. Ma con questo film, con lo script alla base, mi è accaduto qualcosa di strano. Ricordo che da ragazzino andavo sempre allo stesso cinema – sono cresciuto a Johannesburg in un sobborgo chiamato Sandton – ci andavo di continuo. Una volta, non ricordo di preciso con quale film forse era Karate Kid, ma sono uscito dal cinema e mi sono sentito come elevato ed ispirato perché avevo visto questo film che mi aveva fatto stare bene, che aveva questo cuore fatto di buoni sentimenti che faceva star bene le persone che lo vedevano. La mia idea – a prescindere che si tratti di District 9, Elysium o Humandroid – non è esattamente quella perché sono naturalmente attirato da storie più dark per così dire. Non avrei mai pensato che un film come Gran Turismo sarebbe potuto finire per interessarmi. Poi però ho letto la sceneggiatura e mi pareva possedere proprio questo aspetto ispirazionale che mi ha ricordato quella precisa sensazione di cui ti ho detto poco fa che ho avuto da ragazzino uscendo dalla sala. Ho capito di voler fare qualcosa del genere, di provare a girare un film in grado di far provare a un ragazzino che esce dal cinema quella stessa sensazione che avevo provato io. Chiaramente non ti so dire se ci riuscirò, ma ti posso dire che è questa la ragione per cui ho accettato la regia di questo film e l'obbiettivo che mi sono posto.

Poi c'è un'altra questione, ovvero che sono ossessionato dalle auto. Ma proprio un fanatico. Per cui mi sono detto “Beh, sì probabilmente dovrei girare questa pellicola”. Sai è anche curiosa la maniera in cui mi è stata offerta la regia di questo lungometraggio. Avevo scritto una cosa che era stata comprata dalla Sony. Una roba di fantascienza super dark. Stavo aspettando di trovare un attore per fare questo film. E mi sono ritrovato in un periodo di pausa in cui poi mi hanno detto “Ehi, guarda, c'è quest'altro film che vorremmo fare. Perché non gli dai un'occhiata?”. La prima cosa che ho detto è stata “Un film di Gran Turismo? Ma non ha senso. È un simulatore di corse automobilistiche”. Solo che poi l'ho letto, in un periodo in cui pensavo che avrei lavorato con qualcosa di ultra dark, ed eccoci qua.

In che genere di cinema inseriresti questo film? Di sport? Di macchine? O in qualche altro?

Per me è di sicuro altro. Anche se è impossibile che non venga visto come un film sportivo sulle auto. Ma per me non è proprio così. Di sicuro è il massimo a cui potrò mai avvicinarmi ai film sportivi, questo è certo! Però sai, speso lavoro a questi film di fantascienza che hanno una componente di world building “extra” terrestre. Qui mi ha attirato anche il fatto che è il mondo vero, c'è un elemento di realismo “globetrotter” che mi ha davvero ispirato e incuriosito. Lavorare con questi set realistici, anche il semplice ricreare gli uffici della Nissan di Tokyo, per me è stata una sfida strana che, normalmente, non avrei accettato. Dal punto di vista creativo è stato incredibilmente stimolante. Quidi riassumendo: non vedo questo film come un film sportivo, anche se capisco che possa rientrare appieno nella categoria.

La cosa bella è come stai dando vita in maniera realistica a delle scene che noi abbiamo visto solo nel mondo virtuale di Gran Turismo.

Ah, vi hanno fatto già vedere qualcosa?

Sì, prima, del girato di una corsa.

Sai, stavo cercando di capire come collegare la storia di questo ragazzino che gioca a Gran Turismo nella sua cameretta a casa dei genitori che poi finisce davvero a gareggiare a Le Mans. Ho cercato di portare nel mondo reale un po' della realtà simulata di Gran Turismo in maniera quasi soggettiva, direttamente con il suo punto di vista. È così che Jan ricorda la sua esperienza ed è in questa maniera che ho voluto far combaciare questi due mondi. Di sicuro questa è stata un'idea che ho voluto tradurre nella maniera in cui stiamo girando il film.

La collaborazione con i vari reparti di Sony e le aziende automobilistiche

So che è sempre complicato lavorare con le compagnie giapponesi proprietarie di questa o quella IP. Con Gran Turismo è stato più facile visto che il film è prodotto da Sony è magari c'è più integrazione considerato che è una multinazionale che produce film ma anche la PlayStation e svariati giochi per la sua console, come Gran Turismo appunto?

Sì, ha sicuramente giocato a favore del film apportando dei benefici. Far dialogare dipartimenti differenti di questa compagnia, aree che non necessariamente dialogano fra di loro, è stato positivo. Sulla carta sembrerebbe uno sforzo titanico, ma in realtà non è stato così. È stato molto più complicato far salire a bordo del progetto i brand delle compagnie esterne, perché in questo film sono presenti davvero un mucchio di altri brand in aggiunta a quelli riconducibili alla Sony. Anzi, quasi che abbiamo dovuto tirare un po' il freno perché saprai bene che quando guardi una corsa automobilistica, le pubblicità sono onnipresenti. Eccessive.

E parlando di compagnie che proteggono le loro proprietà, come avete collaborato coi vari marchi automobilistici? Quanta libertà di azione avete avuto, magari, con le scene in cui le auto vengono danneggiate?

[Ride] La cosa interessante è che dal mio punto di vista il product placement non è una roba che funziona. Mai. Quando ti “regalano” delle cose da usare in un film ci sono talmente tante limitazioni e complicazioni che talvolta il gioco non vale la candela. Ma quando abbiamo cominciato a chiedere in giro le macchine ogni singola compagnia ci diceva “Sì, nessun problema, basta che vinciamo”. Sì, certo, come no! Per questo la maggior parte dei veicoli sono o noleggiati o comprati.

Secondo te cosa contribuisce a far sì che una scena di corsa automobilistica sia una buona scena di corsa automobilistica?

Per me ha a che fare con l'adrenalina e con la sensazione quasi viscerale di sentirsi lì. Nella selezione delle inquadrature e la maniera in cui si muovono lavoriamo proprio in questa direzione. Però sai, non ho davvero chissà quali scene d'inseguimenti automobilistici che amo particolarmente. Ce ne sono, sia chiaro, ma non ho preso nulla come punto di riferimento per Gran Turismo. Semmai ho preso più ispirazione da certe cose che vengono fatte coi droni o le vere corse automobilistiche, più che dai film.

Hai curiosato un po' su YouTube o su Google per studiare quello che fa la gente col camera mode e la fotografia virtuale o la registrazione delle corse su Gran Turismo?

No, solo le foto. Ma già che ci siamo, mi avete fatto venire in mente una domanda da fare a voi. Quali sono le scene d'inseguimento automobilistico che preferite?

Beh, Il braccio violento della legge. Bullit.

Chiaro, dei classici.

Baby Driver.

Ah sì, bellissimo, poi come è integrato alla musica.

Come Top Gun: Maverick, ma con le auto

Quello che abbiamo visto prima mi ha fatto pensare un po' a Top Gun: Maverick. Ti sembrava di stare lì e sentire lo sforzo fisico.

È quello il mio scopo.

Com'era per Archie Madekwe e gli altri stare all'interno delle vetture considerato da una parte lo sforzo fisici e dall'altra le apparecchiature presenti per le riprese'

Archie la chiamava la Vergine di ferro! Non la sopporta!

E circa l'impiego delle varie tecnologie per le riprese?

Quando abbiamo iniziato a parlare di questo film, ho osservato il gigantesco sistema di videowall che Sony ha a Los Angeles. È buffo perché per qualsiasi altro film... gli effetti speciali, le tecnologie all'avanguardia, sono pane per i miei denti. Ma per questo film non era il giusto approccio. L'approccio giusto era appunto piazzare Archie in questa Vergine di ferro e fargli sentire la nausea per la forza G a, letteralmente, trecento chilometri all'ora. La maniera in cui le cinture di sicurezza tirano per la forza G, i piegamenti della testa a destra e sinistra, come la luce cambia su di lui... è tutto autentico. Era quello il nostro obbiettivo fin dal principio e quando abbiamo valutato diversi approcci abbiamo compreso subito che non erano adatti. Non so se sia corretto paragonare quello che ho fatto io a quello che Joseph Kosinski ha ottenuto con Top Gun: Maverick, ma di sicuro le nostre finalità erano analoghe.

Come lavori coi droni? Nel senso, avete pianificato una sorta di “coreografia” delle gare?

Sì, esattamente. È interessante perché questo film arriva con un carico di complessità davvero enorme, per cose che normalmente vengono delegate al team degli effetti speciali. “Lo risolveremo in post-produzione” non è una strada percorribile qua. Qua abbiamo 26 macchine in pista. Ognuna ha bisogno di sei meccanici. Quindi 26 macchine con altrettanti piloti e tutte le varie misure di sicurezza da mettere in pratica. E, a tutto questo, devi aggiungere anche la troupe cinematografica, con gente che deve muoversi in ogni dove per preparare le apparecchiature. Pensa anche alla difficoltà nel comunicare con tutte queste squadre per capire quando la pista è pronta e in sicurezza oppure no. Una volta messi in opera tutti questi protocolli, bisogna far sì che il team dei droni lavori in modo tale da far sì che i vari dispositivi non siano troppo vicini l'uno all'altro. Le squadre per i droni sono quattro. E ho anche imparato delle cose come il fatto che quando stai operando delle macchine da presa che sono distanti da te e che non vengono azionate tramite la presenza di un cavo, usiamo questo sistema chiamato Teradeck che ti consente di vedere in HD le riprese che stai facendo. Sfortuna vuole che questo Teradeck manda del tutto in tilt i droni. Quindi possiamo far volare i droni solo se spegniamo il nostro video feed. Per cui mi sono dovuto rassegnare al fatto che dovevamo pilotare i droni e controllare il girato poi.

Un atto di fede in pratica!

Sì, esatto. E considera che questo genere di complessità accade davvero tante volte considerate le vetture in pista, i droni, la troupe sulla pista. Ma è comunque fichissimo. Con Jacques Jouffret, il direttore della fotografia, ce la spassiamo con quattordici macchine da presa in contemporanea, gli elicotteri, cinque droni, le macchine da presa nelle auto... poi però se accendiamo le nostre trasmittenti che vanno il conflitto col Teradeck si spegne tutto!

Pensi che le persone parleranno più della storia di Jan o delle scene di corsa?

Sai, tutto quello che possiamo fare ora come ora è cercare di dare il meglio da entrambi questi punti di vista e vedere come va. Quando giri un film ci sono anche un sacco di elementi caotici, random, di chimica incontrollabile che non puoi prevedere in alcuna maniera. Come ad esempio la chemistry fra Orlando Bloom, David Arbour e Archie Madekwe è straordinaria, ma si è verificata in una maniera che non era esattamente quella che io mi ero prefigurato. Quando ti concentri sull'azione, magari commetti degli errori imprevisti che possono finire per migliorare o peggiorare la scena e può accadere la stessa cosa quando tratti la storia o i personaggi. Ma [ridendo, ndr.] a me piace anche Humandroid (il più grande flop della sua carriera, ndr.) per cui staremo a vedere!

L'esperienza coi videogiochi di Gran Turismo

Hai giocato parecchio a Gran Turismo?

No. Ci ho giocato un po' quando ho cominciato a lavorare questo film, più che altro perché il nostro responsabile degli effetti visivi ha portato qua a Budapest un set davvero di altissimo livello per giocarci e capire delle dinamiche che andavano comprese per la realizzazione del film. E Poliphony ci aveva sbloccato praticamente ogni cosa nel gioco.

Avete usato i cheat!

Già! Potevamo prendere qualsiasi vettura volessimo. La mia preferita di tutti i tempi e la McLaren da Formula 1. Che però in GT non c'è, visto che c'è la Longtail o la GTR, ma ora non voglio star qua a divagare su questo, ma di certo quando tornerò a casa mi prenderò anche io uno di quei set-up per giocare con la PlayStation 5.

Sei salito spesso sulle macchine, ne hai avuto modo?

Ho milioni di opportunità per farlo, ma voglio evitare perché quando lavoro entro in questa modalità per la quale non mi devo consentire divagazioni o divertimento eccessivo. L'unico momento in cui ho tentennato è stato al Nürburgring.

Hai pensato anche alle persone che non sono pratiche dell'IP di Gran Turismo?

Bella domanda. Cosa so facendo qua? Lasciami pensare... Primo: sto facendo questo film per chi ama le macchine. Poi sto cercando di lavorare a una storia piena zeppa di momenti adrenalinici e alta velocità. Poi c'è il lavoro sulla storia, una storia che è autobiografica e, spero, ricca di emotività. L'altro giorno stavamo girando questa scena con Archie Madekwe e Djimon Hounsou, che interpreta suo padre nel film, che era davvero carica di emotività e mi è sembrato quello lo standard che dovevamo mantenere. In termini di Gran Turismo inteso come videogame, ci sono delle easter egg che sto cercando d'inserire nel film di proposito che sono nascoste di proposito e che spero vengano notate dai fan del videogame.

Gran Turismo è diretto da Neill Blomkamp (regista di District 9, Elysium) e vede nel cast David Harbour, Orlando Bloom, Archie Madekwe, Daniel Puig, Josha Stradows, Darren Barnet e Thomas Kretschman.

Gran Turismo sarà nei cinema italiani dal prossimo 20 settembre. Trovate tutte le informazioni nella scheda del film! BadTaste è anche su Twitch!

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