Gomorra: intervista a Salvio Esposito. Chi è Gennaro Savastano?

L’attore che ha interpretato Genny Savastano racconta senza più lo spettro degli spoiler, il suo personaggio in tutte le sue evoluzioni

Critico e giornalista cinematografico


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“Non mi chiedere niente della seconda stagione che non ne so niente!” chissà in quanti l’hanno massacrato Salvio Esposito, sullo schermo Gennaro Savastano, di domande su cosa ne sarà di quella che si è affermata come la serie tv più vista di sempre sulle pay tv italiane, nonchè a giudizio unanime la migliore. Una seconda stagione di Gomorra - La serie è stata annunciata giorni fa ma (ovviamente) “non ho firmato ancora nulla nè letto nulla”.

Ok ma a te cosa piacerebbe che succedesse?

Vista la bellezza del racconto, io sarei contentissimo di continuare sullo stesso identico tono. Se dovessi vedere un’evoluzione della serie però racconterei ancora di più l’internazionalità di quel che noi chiamiamo camorra ma che, con nomi diversi, è lo stesso cancro in tutto il mondo.

Ora che la prima stagione è finita se ne può parlare liberamente, Gennaro Savastano si è rivelato il Michael Corleone di questa serie, il figlio del boss che inizia in sordina e sembra non adatto al ruolo ma poi sviluppa l’attitudine spietata che ci aspetta da lui.
Formatosi con l’acting trainer Beatrice Bracco (la stessa di Kim Rossi Stuart e Pierfrancesco Favino) Salvio Esposito ha dato a Gennaro Savastano una fisicità perfetta per tutte le fasi d’evoluzione del personaggio.

La figura di Genny è un classico delle organizzazioni criminali, per questo somiglia a Frank Corleone. In più rispetto a lui non ha fratelli quindi non aveva scelta, era l’unico che non poteva evadere da quella condizione, è stato educato al crimine per diventare quello che è. E solo perchè Ciro lo tradisce non riesce a realizzare il suo disegno, perchè far fuori tutti i vecchi del clan gli era praticamente riuscito, solo il tradimento l’ha interrotto.

Come hai lavorato su di lui? A cosa ti sei rifatto per dare forma al personaggio, più alla vita reale o più alle grandi figure dei racconti di gangster?

Il lavoro dell’attore è 50% istinto, talento e tecnica, per il restante 50% esperienze di vita. Un principe inglese nonostante la bravura artistica non potrebbe ricreare un killer della camorra o della mafia russa, c’è un lavoro dietro ovviamente ma il vissuto conta molto. Io ho conosciuto boss e figli di boss e ho vissuto quel mondo, mi è servito attorialmente e l’ho odiato umanamente. La cosa che mi ha salvato è stata la forza della mia famiglia.

Il tuo è il personaggio che più cambia in tutta la serie. Dal tuo punto di vista chi è Gennaro Savastano?

Agli occhi di tutti sembra un bamboccione stupido che praticamente non serve a nulla nella famiglia, perchè è un viziato figlio di papà che nasce e cresce in una campana di vetro al quale viene concesso sempre tutto, amava stare con le donne e avere belle macchine e moto, non si occupava del lato violento e negativo della camorra godeva solo dei frutti economici. Ma sotto sotto rimane un personaggio non da poco, uno che quando gli smontano la moto distrugge la piazza di un paese, sembra un agnellino solo rispetto agli altri della serie ma il lato folle è presente anche in lui da sempre.

Non è solo quello però, più degli altri lo vediamo esitare e mostrare fragilità...

Rispetto agli altri Genny ha un’umanità che non t’aspetti, dovuta alla scarsa consapevolezza di cosa faccia un boss. Se Genny lo vedi con Donna Imma, Don Pietro o Ciro ti sembra un coglione ma se lo vedi in una comitiva di bravi ragazzi, è evidentemente l’animale del gruppo. Si presenta come decisamente il più controverso della serie e la controprova sta nella trasformazione fisica e psicologica al ritorno dall’honduras che mette in mostra il suo lato animale. Eppure dall’inizio alla fine mantiene sempre una scintilla d’umanità, anche quando la mamma del ragazzo che porta al teatro gli dà uno schiaffo. Lui in quegli occhi vede sua madre, la reazione di una mamma che cerca di proteggere il proprio cucciolo e si tiene. Gli altri non avrebbero avuto la stessa umanità.

Rispetto alle serie americane a quali ti sembra somigli Gomorra?

Variety ha scritto che Gomorra è il The Wire italiano, ovviamente io alzo le mani ma se lo dicono loro secondo me ce ne dobbiamo vantare invece di buttarci sempre la merda in faccia, ci hanno paragonato ai Soprano e il mio personaggio è stato accostato al protagonista di Breaking bad (per la sua evoluzione), per noi dovrebbero essere un vanto ma spesso invece diventa qualcosa a cui non crediamo.

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