Giffoni Film Festival 2022: intervista a Carlo Cresto-Dina
Al Giffoni Film Festival 2022 abbiamo incontrato Carlo Cresto-Dina, il fondatore della casa di produzione Tempesta
Al Giffoni Film Festival 2022 Francesco Alò ha incontrato Carlo Cresto-Dina, fondatore della casa di produzione Tempesta.
La casa di produzione che ha fondato nel duemilanove si chiama Tempesta ma la sua voce è rassicurante e le parole accoglienti. Carlo Cresto-Dina, cinquantanove anni, una vita al servizio delle ragioni del cinema e un robusto profilo curricolare attraversato per intero da esperienze e riconoscimenti che superano i confini italici, arriva a Giffoni con la voglia di confrontarsi con i giurati del Festival. E così, nella sala Verde della Cittadella del Cinema, dà vita a sessanta minuti di risposte tecniche, dritte per aspiranti sceneggiatori, consigli, aneddoti e suggestioni. Soprattutto soffia con una straordinaria capacità comunicativa sul fuoco di potenti immagini evocative: "Il produttore è un giardiniere del cinema che si occupa di film con grande cura facendo una potatura meticolosa delle cose che non funzionano" ha sottolineato Cresto-Dina. "Ci vogliono impegno e amore. E ci vuole il tempo necessario da dedicare ad ogni singolo aspetto della filiera. Il produttore è uno dei talenti fondamentali per la costruzione di un'opera audiovisiva. Deve pensarla, progettarla e farla succedere".
“Un produttore rimane colpito da qualcosa che è credibile in riferimento al suo autore. Che gli appartiene profondamente perché può farla solo lui. Deve essere qualcosa di unico, di autenticamente vicino a chi lo propone". Il titolare di Tempesta scaletta il suo lavoro. Al primo posto la scelta e la ricerca dell'opera sulla quale investire: "Riceviamo mediamente centocinquanta proposte all'anno e ne accettiamo solo tre. I no sono tanti. Scegliere è complicato. Molto spesso lo facciamo andando direttamente alla ricerca delle proposte migliori". È questa la genesi dell'impegno economico sul film Gloria. "Ho visto una clip e me sono innamorato subito. È un musical in costume ambientato in un collegio venezuelano del settecento. Non proprio una passeggiata per la produzione” ha ammesso con orgogliosa ironia aggiungendo: “Subito dopo aver scelto l’opera si passa al suo sviluppo. È una fase cruciale e lunga. Da una sceneggiatura tiriamo fuori non meno di quindici versioni prima di quella definitiva. Il produttore deve guidare gli autori come un buon padre di famiglia”. Dai film alle sale cinema il passaggio viene da sé ma non è indolore. “La sala vive oggettivamente una crisi. Guardare la televisione sul divano di casa non ha la stessa magia. Sarebbe come affermare che la musica può vivere senza concerti. L’esperienza collettiva" - ha tuonato Cresto-Dina - "produce un'emozione potente, condivisa, che abbiamo il dovere di difendere”.
Quella stessa emozione copre come un mantello la sala Verde della Cittadella durante l’incontro con il produttore italiano. Che proprio alla fantastica “creatura” di Gubitosi e ai suoi “meravigliosi ragazzi” dedica le ultime battute: “In cinquantadue anni di storia Giffoni non è mai venuto meno all’impegno della qualità. Il merito è di Claudio e dello straordinario team che lo affianca” ha concluso il produttore italiano. “Da questo posto unico al mondo porto con me la convinzione che le cose fatte bene funzionano alla grande. Non sarà sempre stato facile ma la loro tenacia ha superato qualsiasi difficoltà. I ragazzi devono fare altrettanto nella vita: mai smettere di credere ai propri sogni e di sognare. Quando ci credi veramente i sogni diventano realtà”.