Giffoni Film Festival 2022: intervista ad Aurora Giovinazzo

Al Giffoni Film Festival 2022 abbiamo incontrato Aurora Giovinazzo, attrice di Freaks Out e del cortometraggio Nostos presentato a Venezia

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Al Giffoni Film Festival 2022 abbiamo incontrato l'attrice Aurora Giovinazzo, che ci ha parlato tra le altre cose anche della sua esperienza sul set di Freaks Out di Gabriele Mainetti e del cortometraggio Nostos della Slim Dogs, in concorso alla Settimana della Critica di Venezia.

Video: Andrea Storzillo

Dopo il successo internazionale di Freaks out, il kolossal di Gabriele Mainetti, Aurora Giovinazzo torna per la seconda volta al Giffoni Film Festival.“Stavolta – racconta sorridente l’attrice 20enne romana – è tutto diverso: l’anno scorso avevo paura, oggi invece mi sono goduto in pieno tutte le emozioni, quella gioia dell’incontro con i ragazzi ma anche i timori per le interviste che mi agitano sempre”. Con quello scintillio negli occhi che la contraddistingue sempre, l’artista (già vista anche in Anni da cane), racconta: “Quando mi è arrivato l’invito per email ero al settimo cielo perché posso condividere le mie esperienze con i giffoner. A chi di loro vuole intraprendere questo lavoro consiglio di metterci tanto entusiasmo perché è come intingere il pennello nelle emozioni per dipingere un quadro pieno di sfumature”. Il desiderio più grande però non riguarda la recitazione: “Il mio idolo – confessa – resta mia nonna e da grande spero di poterle assomigliare: è sempre stata positiva e mi ha insegnato il valore di un sorriso, a prescindere dalle circostanze”. Progetti e sogni? Ha da poco concluso il set torinese del nuovo film L’uomo sulla strada, mentre attualmente sta preparando un ruolo intenso “e tosto”: si gira a settembre ma il progetto è top secret. L’incontro con Aurora Giovinazzo in sala Truffaut è tutt’altro che convenzionale. E non solo perché chiama un giffoner sul palco a ballare con lei la salsa (una delle sue passioni più grandi, che non praticava da tre mesi per un infortunio) ma perché, con candore e senza filtri, coinvolge i giurati intervallando aneddoti di carriera con preoccupazioni più pragmatiche (come la paura di sporcare i pantaloni bianchi che indossa all’evento). Il facilitator in sala fa notare che tanta verità ricorda Monica Vitti e lei risponde: “Ho letto una sua biografia e mi ci rispecchio moltissimo”. L’approccio disinvolto e caloroso mette totalmente a suo agio gli ascoltatori e l’Explosive Talent Award non potrebbe essere più meritato. Se le danno del “lei” finge d’imbronciarsi perché, nonostante i ruoli già inanellati in così breve tempo, ama dare del “tu” e parlare da pari, senza condiscendenza o autocelebrazioni. “Le domande dei ragazzi sono pazzesche – ha commentato – ecco perché Giffoni è una delle esperienze più belle della mia vita perché ci facciamo una chiacchierata tra giovani, ci troviamo bene e comunichiamo bene”. Nonostante la propensione per il ballo, ha rivelato di aver capito fin da piccola che la recitazione sarebbe potuta diventare una carriera: “Lo ha capito per prima mia mamma perché da bambina ero brava a mentire e la facevo franca. Prima ho fatto spot, poi fiction a cinque anni fino ad arrivare a Freaks out, come dico io, una botta di culo. Gabriele Mainetti, che sarà qui domani, mi ha guidato in ogni istante, mi ha stimolato molto e mi ha fatto vedere questo mondo in chiave diversa. Il ballo resta comunque un piano B (sono un’atleta agonistica da 11 anni) perché mi focalizzo sempre su obiettivi diversi”.

Per il momento, però, si considera “in fase di formazione”, almeno davanti alla macchina da presa anche se ha già portato a casa una nomination ai David di Donatello: “La chiamata dell’agente mi è arrivata mentre ero sul set e sono scoppiata a piangere. Sono poi andata nel camerino a chiamare mamma perché condividiamo sempre tutto”. Riguardo all’invisibilità, a cui si lega il tema dell’edizione 2022 del festival, racconta: “Mi ci sono sentita e mi piace. Ci sono casi in cui sono frizzante, colorata e a mio agio con le persone, ma anche sentirmi ignorata, starmene per i fatti miei con me stessa, godermi una dimensione privata. E lo dico da timida che a volte si sforza ad indossare una maschera per stare con gli altri e sentirmi a mio agio. Mi metto in gioco, come mi ha insegnato mio papà. Quando mi ha visto ballare mi ha spronato a fare equitazione mentre quando ha guardato mia sorella a cavallo le ha suggerito di provare anche la danza. Ecco, per me questo vuol dire provarci sempre”.

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