Giffoni 2018 - Jasmine Trinca al battesimo come sceneggiatrice di Topolino
Ecco il resoconto della conferenza stampa di Jasmine Trinca, per la prima volta sceneggiatrice dentro il numero di Topolino dedicato al Festival di Giffoni
Come è nato il progetto?
Un giorno mi chiama Giulio D'Antona raccontandomi questo progetto che vedeva una possibile collaborazione tra Topolino e il mondo del cinema italiano. Paola Cortellesi aveva già sceneggiato una storia a partire dal parco nazionale d'Abruzzo con Qui Quo Qua protagonisti. Devo ammettere che non sono tra i miei personaggi preferiti. Io sono un'avida collezionista di Topolino e chiesi a Paola come fosse riuscita ad entrare in contatto con la testata, visto che sono così appassionata che ho trasmesso questo amore anche a mia figlia di 9 anni. Quando l'operazione è partita si è trattato per me della realizzazione di un grande sogno. Scrivere la storia con Giulio è stato molto interessante e ci siamo divertiti molto a collaborare vicino alla mia casa di Testaccio, nel mio quartiere romano.Perché l'idea del minaccioso Maxi Gattone?
Che cos'è la paura per un bambino? Sono partita da questo spunto. Mia figlia mi diceva che nel buio metteva tutte le paure del giorno. Io immaginavo la mia paura, che chiamavo gatto mammone, come qualcosa a cui non dare una forma reale. Nella nostra storia c'è la proiezione della paura ma anche tanta settima arte. Siamo andati a Torino al Museo del Cinema per studiare la Lanterna Magica. Io ho sempre preferito Paperopoli a Topolinia e per questo abbiamo deciso di ambientare lì la storia. Io ho insistito su Amelia e la bambina come protagoniste. Il fatto che ci fosse una bambina e una malandrina com Amelia mi interessava molto. Poi Giulio ha voluto anche Battista nonostante la mia non simpatia per il personaggio.Qual è la presenza del cinema dentro la storia?
Raccontiamo addirittura di una battaglia tra sale cinematografiche con il passaggio al digitale. E Paperone e Rockerduck, ovviamente, si sfidano. Nella sala di Paperone si vedrà il poster di Sfortunata, un'idea per prendere in giro il film di Castellitto. Il tempo di sviluppo della storia è stato molto simile al cinema. Ci abbiamo lavorato molti mesi proprio come nel caso del cinema.Com'è questo tuo ritorno a Giffoni?
Quando venni la prima volta a Giffoni mi trovavo in un altro momento della mia vita. Quello che mi affascina di questo festival è sempre la possibilità di far vedere ai giovani giurati tanti film. L'animazione, per me, è ancora oggi una forma di cinema insuperata.Il tuo film d'animazione preferito?
Ultimamente sono impazzita per Inside Out e Coco.Può il cinema aiutarci a ricordare la nostra infanzia?
Certo. Come se ci fosse un risveglio continuo.