Giffoni 2015 - Il nostro incontro con Mark Ruffalo!

Abbiamo incontrato Mark Ruffalo a Giffoni Experience 2015. Dall'Hulk degli Avengers a film d'autore come Foxcatcher. Uno dei più versatili divi di oggi

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Due nomination Oscar nel 2011 e 2015, una lunga carriera da eroe del cinema indie dopo gli esordi nell'horror (saga Mirror Mirror e The Dentis di Yuzna) prima di esplodere nel cinema mainstream grazie al terzo Bruce Banner proposto dalla Marvel dopo i tentativi infruttuosi di Eric Bana ed Edward Norton. Il suo Bruce... ce l'ha fatta e Mark Ruffalo è diventato a tutti gli effetti uno dei membri degli Avengers più amati dal pubblico... anche grazie a una certa presa di posizione che il suo Hulk assume nei confronti di Loki in una memorabile scena del primo film dei Vendicatori del 2012.

Abbiamo incontrato Ruffalo a Giffoni Experience 2015. Avevamo più di una curiosità.

All'inizio della roundatable presso il bellissimo agriturismo La Vecchia Quercia poco fuori Giffoni... il nostro divo apprezza molto la strana composizione del "reggimicrofono" del mio collega Giovanni Bogani composto con il mio aiuto da un tovagliolo (verde!) e dai miei occhiali da sole.

Come gestisci il mestiere di attore passando da produzioni gigantesche come Avengers: Age of Ultron al bellissimo Teneramente Folle? Cambia il modo di lavorare?

Non sono poi troppo diverse come esperienze. E' recitare. La grande differenza è il tempo. In un grande film come Avengers ce n'è tantissimo a disposizione. In un piccolo film come Teneramente Folle... molto poco. Tutti in un indie movie sono molto più vulnerabili. Questo ti permette di entrare in connessione con la gente del set e vivere l'esperienza del film con più partecipazione personale. Ogni film ha i suoi problemi di stile e di personaggi. Ogni pellicola è un puzzle come questo "reggimicrofono" che hai costruito con il tuo collega. Se lo vedo... vedo il mio modo di recitare. Se togli ogni singola parte sembra non avere senso... poi nell'insieme... sembra tutto molto coerente.

Che uomo è Mark Ruffalo?

Qualche volta introverso. Qualche volta folle. Qualche volta avventuriero. Coraggioso... e qualche volta infantile. Ma sempre un uomo. Qualche volta... passionale! (ha ascoltato il suggerimento della moglie Sunrise Coigney la quale compare anche nella nostra piccola chiacchiera video, N.d.R.). E' interessante che mia moglie abbia aggiunto "qualche volta passionale" e non "sempre passionale"!

Che cinema amavi da piccolo?

Detesto dirlo ma non avevo un rapporto strettissimo con il cinema. Due momenti chiave: uno fu Un Tram Che Si Chiama Desiderio (1951) di Kazan con Brando quando lo vidi a 7 anni in tv grazie a mia nonna che mi permise di restare alzato fino a tardi quella sera. Un altro momento chiave è legato alla mia famiglia perché venendo da Napoli come origini... sono sempre stati estremamente teatrali. Cantavano, urlavano ed erano sempre così caratteristici. Quello è stato un momento che mi ha influenzato da un punto di vista più teatrale.

Il successo dei tuoi due Hulk negli Avengers ti ha dato il potere di poter lavorare con più tranquillità a film indie?

Assolutamente sì. Il tuo amato Teneramente Folle viene fuori proprio da questo maggiore potere contrattuale che ho in questo momento. Come Spotlight. Il cinema indipendente per me rimane ancora oggi il mezzo più veloce e naturale per comunicare con il pubblico.

E di Spotlight di Tom McCarthy che ci dici?

Una bomba drammatica a tema giornalistico. Molto politico.

Sei felice di stare a Giffoni?

Sì perché è un Festival in grado di unire varie generazioni e varie nazioni attraverso la narrazione per immagini. I bambini hanno già questa saggezza dentro di loro. Loro capiscono immediatamente l'importanza di una manifestazione del genere.

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