Il nuovo film di Gabriele Mainetti uscirà in autunno e non si chiamerà Kung Fu all'amatriciana | EXCL
Il nuovo film di Gabriele Mainetti non ha un titolo ma le riprese sono terminate e tra poco anche il montaggio, sarà in sala forse in autunno
Il nuovo film di Gabriele Mainetti ha ultimato le riprese e tra poco terminerà anche il montaggio
La storia secondo la sinossi ufficiale è:
L’incrociarsi di due anime molto diverse. Una è quella del figlio di un proprietario di ristorante sommerso dai debiti che è sparito con la sua amante. L’altra è quella di una donna giovane e misteriosa che è appena arrivata nella capitale alla ricerca di sua sorella scomparsa. Uniti dal destino, i due si ritroveranno catapultati nel sottobosco del ventre criminale di Roma. Per sopravvivere, dovranno lottare fianco a fianco in una travolgente avventura senza esclusione di colpi, lottando contro armate di criminali senza scrupoli, ma, soprattutto, contro radicati pregiudizi e diversità culturali.
Si intitola ancora Kung-fu all’amatricana?
“No”
Grazie a dio!
“Trovare un titolo è difficilissimo. Pensa a Lo chiamavano Jeeg Robot, adesso è un film rispettato e amato ma non è che il titolo sia eccezionale…”
Che data di uscita pensi possa avere?
“Direi tra un anno. A settembre. La distribuzione [Vision ndr] farà le sue valutazioni, io comunque il film finirò di montarlo tra un mesetto, poi dopo vediamo. Ci sarà tutta una interlocuzione imponente tra me e Mario Gianani [CEO di Wildside, che ha prodotto il film ndr] per dargli un perché. Poi non so, cioè io non ho mai fatto un film con un altro produttore che non sia me stesso”.
Vabbè ma a quel punto avrai girato quel che dovevi girare.
“Sì, ovviamente quello è il grosso di ciò che si doveva produrre. E se è girato ormai è prodotto. Però c'è sempre il montaggio, che fa paura. Taglia qui, questo è troppo lungo, leva questo, metti quell'altro…”.
Hai girato molto?
“Non direi. L’ho rivisto l’altro giorno il film e devo dire che va come una spada, va dritto che è una bellezza. Rispetto a Freaks Out è molto più semplice e diretto”.
È venuto come volevi o ci sono stati diversi compromessi durante le riprese?
“È stato un percorso diverso rispetto a Freaks Out, non lo riesco ancora a giudicare. Sono rimasto scottato dall’ultima esperienza, non voglio esagerare a tenere al film. Sta lì. Non gli voglio “troppo” bene, perché poi non voglio soffrire. Quindi non riesco ancora a giudicarlo. Sono in una fase diciamo di distacco. Cioè magari ho fatto una scena distruggendo qualsiasi cosa, mettendoci tutta la mia energia e poi al montaggio se non mi piace la taglio. Senza problemi. Anche se ci ho messo due giorni. Frega un cazzo. Lo voglio approcciare così perché è l'atteggiamento più utile”.
Ci sono elementi di fantastico nella storia?
“No”.