Frozen II dalla prima idea fino alla fine, raccontato dallo sceneggiatore Marc Smith | EXCL

Tre anni e mezzo e una decina di storyboard diversi per stendere la sceneggiatura di Frozen 2, di riscrittura in riscrittura

Critico e giornalista cinematografico


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Come parte dell’ampio team di scrittura di Frozen 2 - Il segreto di Arendelle, Marc Smith è stato dentro al processo di creazione del film. La sua qualifica principale è Head of Story e assieme a Jennifer Lee e Chris Buck (registi) e ai co-sceneggiatori Kristen Anderson-Lopez, Robert Lopez e Allison Schroeder ha messo in piedi una sceneggiatura che doveva prendere tutto quel che era accaduto nel primo film e portarlo altrove.

Il peso non era piccolo, visto il successo di Frozen e viste le molte possibilità di evoluzione dei personaggi. La tecnica invece è quella che ha fatto la fortuna della Pixar e che lo studio ha portato dentro la Disney dopo l’acquisizione, con ottimi risultati: provare e riprovare chiedendo continuo feedback agli altri creativi.

Quando avete iniziato a lavorare alla storia per il sequel di Frozen avevate già un abbozzo previsto ai tempi della stesura del primo film?

“No, non c’era stata nessuna idea all’epoca del primo film. Io sono stato coinvolto quasi subito e quel che sapevamo era che Chris e Jen desideravano con questo film esplorare da dove vengano i poteri di Elsa. Poi ovviamente sapevamo già molto dei personaggi, non bisognava delinearli, bisognava capire come arrivare alle scoperte”

Una storia come quella di Frozen 2 come si crea?

“Come le altre, si parte dalle prime idee e attraverso molto lavoro e molte conversazioni ci si muove in profondità sui personaggi”

Avete considerato il tempo passato?

“Sì, ci siamo chiesti come prima cosa dove siano questi personaggi qualche anno dopo gli eventi della prima storia, quindi ci siamo tuffati nella psicologia facendo nascere la storia da lì. Da noi si parte sempre dai personaggi e da quel che sentono, perché è ciò di cui si innamora la gente alla fine”

Il processo di continui tentativi come funziona?

“Per questo film abbiamo rifatto tutti gli storyboard almeno una decina di volte e spesso erano versioni molto diverse dal film finito. E poi mostriamo il film ad amici, produttori, altri scrittori e persone che pensiamo possano aiutarci con le loro reazioni e ricominciamo da capo un’altra volta. Alla fine è un processo che coinvolge molto persone”.

Quanto ci vuole perché tutto questo avvenga?

“Per questo film ho iniziato a lavorare nel 2016, quindi circa 3 anni e mezzo. Considera che non è un film dal vero, lo script si evolve di continuo, c’è molta riscrittura fino alla fine”

Avete vagliato anche dei finali diversi?

“La cosa che Jen desiderava fin dall’inizio era proprio quel finale, cioè che Elsa si liberasse dal regno e Anna diventasse regina. Un’idea che è subito piaciuta a tutti, il lavoro è stato capire come trovare una storia che ci portasse lì, e ci sono state molte variazioni per arrivarci”.

Immagino che alcune parti abbiano richiesto più revisioni e lavoro di altre…

“Sì credo che la canzone Mostrati di Elsa sia quella su cui abbiamo lavorato di più, perché non è solo parte del viaggio che fa in Frozen II ma si estende anche al primo film. È un arco di due film che si uniscono in quel punto. Ci sono state molte discussioni, scritture e riscritture, storyboard e altri storyboard perché fosse emotivamente soddisfacente”

C’è una scena a cui hai lavorato che pensi sia venuta particolarmente bene?

“La canzone Fai Ciò Che È Giusto. Sai io sono in Disney da molto e so quanto sia inusuale e difficile portare un personaggio amato in un luogo così oscuro”

Nei 3 anni e mezzo in cui avete lavorato alla storia sia online che, immagino, intorno a voi si è molto discusso di cosa potesse o dovesse contenere il film. Tutti i fan avevano idee e desideri per Elsa e Anna, da rivelazioni sulla loro natura intima a possibili finali. È una cosa di cui in qualche maniera tenete conto?

“Noi conosciamo e amiamo questi personaggi per primi e cerchiamo di tuffarci nella loro storia. Mi pare abbastanza. Ascoltare anche il pubblico è fuorviante perché è troppo difficile capire cosa voglia davvero. Tutto deve venire dai personaggi se poi si allinea ai desideri del pubblico tanto meglio.
Io poi personalmente non leggo niente mentre lavoro ad un film, perché ho in testa diverse versioni della storia, aggiungerne altre ancora sarebbe un problema”.

Dal 26 giugno su Disney+ sarà disponibile Frozen 2: Dietro le quinte, una docuserie in sei episodi nella quale i filmmaker, gli artisti, i compositori e il cast aprono le porte alle telecamere per rivelare il duro lavoro, la passione e la collaborazione necessari per creare uno dei film più attesi dei quasi cento anni di produzione dei Walt Disney Animation Studios.

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