Francesco Bruni: tutti i registi che lo hanno influenzato, da Robert Altman a Ettore Scola

Nella nuova intervista a Casa Alò incontriamo Francesco Bruni, che ci parla dei registi che hanno influenzato la sua carriera

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Francesco Bruni, da ottobre su Netflix con la serie di grande successo Tutto chiede salvezza, è ospite di “Casa Alò”.

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Sceneggiatore di numerosi film e regista di poche e ottime opere, Bruni racconta a Francesco Alò gli autori che più lo hanno influenzato e colpito, a partire da quando era ancora un ragazzino a Livorno.

Il film che mi ha spalancato il mondo del cinema e della narrazione è stato Altman, Nashville, che mio papà mi ha portato a vedere. (…) Altman non è certo una visione che si può comprendere a tredici anni, però mi colpisce quello che non avevo mai visto, il fatto che potesse mettere in scena dei personaggi negativi, riprovevoli, ambigui, meschini. Da lì poi c’è stato un imprinting, aiutato dal cinema di quegli anni…mi innamoro della narrazione dell’antieroe che ancora mi accompagna. Credo di non aver mai fatto un film dove c’è un personaggio protagonista positivo.

Dopo Altman a colpire il giovane Bruni e il suo amico Paolo Virzì è Wim Wenders anche se, come dice Bruni stesso, quell’incontro si rivela “fuorviante” nella sua formazione.

Noi ci eravamo innamorati di Wenders. Un giorno incredibilmente venne a Livorno a fare una conferenza. Fa questo discorso: “…Mentre camminavo non avevo una meta, ma mi facevo attrarre dalle cose che vedevo e secondo me la narrazione è così. Non è costruzione, ma è farsi portare in territori sconosciuti, farsi attrarre dalle cose che affascinano.” Per un po’ è stato il nostro mantra, ma è stato smentito dai fatti perché credo siamo diventati dei super costruttori di trame. Qualcuno ancora pratica quel modello, io no perché penso di dover intrattenere il pubblico.

Ad averlo invece segnato in positivo e ad avergli insegnato tanto è la scoperta di un grande regista italiano: Ettore Scola.

Scola per me è stato un altro grandissimo faro perché comunque Scola nasce come sceneggiatore. Soprattutto è per me impressionante perché riesce a essere un autore con uno stile riconoscibilissimo e molto elegante, però non dimentica mai la narrazione in una forma sempre un po’ sperimentale. Cerca sempre un’idea di narrazione molto originale. Quindi Scola per me è il numero uno del cinema italiano.

L’amicizia con Virzì, le riflessioni sul cinema d’oggi, aneddoti sui suoi film, questo e molto altro potete recuperarlo nella nostra video intervista su BadTaste+:

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