Francesco Bruni ci svela alcuni aneddoti, da Tutto quello che vuoi a Tutto chiede salvezza

Nella nuova intervista a Casa Alò Francesco Bruni ci svela alcuni aneddoti, da Tutto quello che vuoi a Tutto chiede salvezza

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Abilissimo sceneggiatore, Francesco Bruni è ospite di “Casa Alò” per parlare con Francesco Alò del suo altro percorso, quello di regista. Dall’adolescenza a Livorno al Centro Sperimentale, passando per Wim Wenders, Bruni arriva a svelarci anche piccoli aneddoti sui suoi film.

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Esordisce con Scialla! (2011) e nel 2017 esce con Tutto quello che vuoi, vincitore di due David di Donatello. Non ha però un percorso semplice Tutto quello che vuoi. Racconta infatti Bruni:

Quel film non fu minimamente considerato dalla distribuzione, fu tenuto fermo per più di un anno, poi per fortuna uscì.

Ora Bruni torna alla ribalta con la serie TV Tutto chiede salvezza, disponibile da ottobre su Netflix e tratta dal romanzo omonimo di Daniele Mencarelli. La serie, in estrema sintesi, racconta una breve parentesi di vita di Daniele, un ragazzo sottoposto a TSO (trattamento sanitario obbligatorio). Nella riflessione con Alò sul TSO e il bisogno di un luogo sicuro, di una pausa, Bruni ammette:

Sai che me l’hanno detto diverse persone? “Volevo essere ricoverato insieme a loro.”

Come potrà notare chi recupererà l’intera videointervista, Bruni si sofferma spesso a parlare di Livorno, la sua città. E anche in Tutto chiede salvezza c’è un po’ di Livorno. Ci racconta questo breve aneddoto sulle infradito che calzano i personaggi della serie…

È un omaggio a Livorno perché l’infradito è la scarpa d’ordinanza di Livorno da maggio a ottobre. A Livorno sono tutti in infradito. C’era questa cosa buffa che spesso Cesari scendeva dal letto, doveva uscire velocemente e non riusciva a inforcare l’infradito.

Come sempre, a termine delle due ore di chiacchierata, la domanda di rito che resta, immancabilmente, senza una risposta certa: a quando la seconda stagione di Tutto chiede salvezza?

Non lo so. In questo momento non so rispondere.

Delusi della risposta, ma soddisfatti dell’intervista, vi invitiamo a recuperarla integralmente abbonandovi a BadTaste+

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