F***ing Sakura: Giulio Macaione ci parla della fine del suo viaggio in Giappone a fumetti
In occasione dell'uscita del secondo volume di F***ing Sakura abbiamo parlato con Giulio Macaione dell'epilogo della sua storia nipponica
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Ciao, Giulio e bentornato su BadTaste.it!
Qualche mese fa abbiamo parlato del primo volume di “F***ing Sakura”, perciò ora che la storia si è conclusa possiamo chiacchierare un po’ più approfonditamente della seconda parte. L’esordio era interamente ambientato nella caotica Tokyo, e la scoperta del Giappone era in primo piano. In questo finale, invece, i due protagonisti si spostano fuori dalla capitale, in un Giappone più tranquillo e intimo, con l’evoluzione dei personaggi che si prende il palcoscenico principale. Pensi che la loro storia avrebbe avuto uno sviluppo simile anche con un itinerario differente? Quanto pensi che lo scenario abbia influenzato la loro introspezione?Ciao e grazie!
Sicuramente i luoghi che Cloe e José visitano in questo secondo volume li portano a un’introspezione più profonda rispetto all’inizio della storia, quando lui era nel suo parco giochi otaku e lei si trovava per la prima volta a fare un viaggio da sola e doveva imparare a cavarsela nonostante fosse appena stata abbandonata. Credo che l’evoluzione dei personaggi sarebbe stata più o meno la stessa ma probabilmente se fossero rimasti a Tokyo, una metropoli estremamente vivace, ci sarebbero arrivati più lentamente.Leggendo i tuoi fumetti degli ultimi anni ho avuto l’impressione che l'ambientazione abbia sempre un’importanza fondamentale nella narrazione. Quasi come se avessi il desiderio di raccontarne determinati aspetti e poi pensassi a quali personaggi/relazioni potrebbero metterli in risalto. La Sicilia, gli Stati Uniti, il Giappone, e anche quel poco che hai rivelato dell’imminente opera ambientata a Venezia… È così? Come scegli le location in cui immergerti?
Sì, indubbiamente le ambientazioni hanno assunto nei miei fumetti un ruolo fondamentale, da Basilicò in poi. A volte sono i luoghi stessi a suggerire le storie, come è avvenuto per Alice di sogno in sogno, altre volte sono le storie a scegliere la loro ambientazione a seconda delle atmosfere, come è avvenuto per Stella di mare. In ogni caso si crea una forte connessione tra narrazione e ambientazione per cui i fatti raccontati e i personaggi subiscono dei cambiamenti a seconda della città nella quale decido di farli muovere.
Nel caso di "F***ing Sakura" era diverso perché i protagonisti sono turisti, si muovono in vari posti del Giappone e ogni luogo stimola in loro pensieri e sensazioni diversi.
Per quanto riguarda "Scirocco", il libro al quale sto lavorando per Bao Publishing, le ambientazioni sono due e sono molto diverse tra loro: Venezia e le Madonie, in Sicilia. Due luoghi molto diversi fra di loro ma in entrambi il mare si può vedere ma non toccare.Di tutti i luoghi del Giappone che hai rappresentato nei due volumi di “F***ing Sakura”, ce n’è solo uno a cui hai “concesso” una doppia splash page, verso la metà del secondo volume. Non è un paesaggio particolarmente ricco, e rispetto ad altre location lavora “per sottrazione”, ma è fortemente evocativo. È evidentemente un luogo che significa molto per te: puoi parlarci delle tue impressioni quando l’hai visitato?
Miyajima è un’isola nella quale ho lasciato il cuore, per la sua bellezza e per la sua atmosfera mistica e sospesa nel tempo. Tra tutti i luoghi che José visita, ho deciso da subito che sarebbe stato lì che avrebbe concluso il suo percorso interiore. Volevo che fosse l’ultima tappa prima della partenza anche per trasmettere quel senso di sospensione che si sente quando un bel viaggio sta per finire: si rallenta e si guarda al luogo con maggiore contemplazione, senza la smania di scoprire dell’inizio ma con una trasporto emotivo più forte, come a voler immortalare immagini e suoni.
È un posto nel quale voglio tornare, prima o poi, e che ricordo con un misto di meraviglia e tristezza: mentre mi trovavo lì, infatti, una persona a me molto cara se n’è andata.Ho particolarmente apprezzato la vignetta in cui Cloe esce da Starbucks incontrando due gatti che risulteranno famigliari agli amanti di manga e anime. Essendo anche tu un grande appassionato, immagino che inserire elementi simili ti diverta. Al di là delle sequenze ambientate ad Akibahra e nei negozi di gadget, c’erano altre citazioni di questo tipo che volevi inserire attraverso il viaggio e che hai dovuto escludere per evitare che il fumetto avesse una valanga di inside-jokes, distogliendo così l’attenzione dei lettori dalla storia?
Non potevo raccontare una storia ambientata in Giappone senza inserire rimandi ai manga e agli anime. Avrei voluto disegnare una scena ambientata al Museo Ghibli, perché è un posto magico dove sono tornato due volte (e ho intenzione di tornarci ad ogni viaggio in Giappone, anche futuro) e che mi ha emozionato tantissimo. Però ho dovuto rinunciarci, per questioni di spazio e di esigenze narrative. Quindi ho inserito altri piccoli rimandi ai film Ghibli nel secondo volume di F***ing Sakura.
Le ultime domande sono SPOILER, quindi consigliamo di proseguire la lettura dell'intervista solo dopo aver concluso F***ing Sakura vol. 2.
All’aeroporto, nel finale, entrambi i personaggi prendono una decisione abbastanza forte. Sapevi fin dall’inizio che la trama si sarebbe conclusa così e che tutto il racconto puntava a quello, o è qualcosa che è maturato durante lo sviluppo del progetto?
Sì, il finale era ben chiaro dall’inizio. Non mi interessava un lieto fine i senso classico, ma volevo che i protagonisti facessero un percorso di cambiamento. Il viaggio può essere un momento molto rivelatorio. Quella che non era prevista e che ho aggiunto in corso d’opera è l’ultimissima sequenza, il fast forward delle ultime pagine. Ho insistito per aggiungerlo perché dopo l’uscita del primo volume, quando stavo ancora lavorando agli ultimi capitoli, l’affetto e le osservazioni dei lettori mi hanno convinto a dare alla storia una conclusione più appagante e ai personaggi un’evoluzione più completa.
Se in qualche modo mi aspettavo che Cloe prendesse quella decisione, sono rimasto molto sorpreso dalla proposta di matrimonio di José. Non chiede solo di tornare assieme, ma è disposto a un impegno ben maggiore, specie per un ragazzo che due settimane prima l’ha lasciata dopo un brusco litigio e pochi giorni prima ha provato a baciare un’altra ragazza. Com’è arrivato a questo cambiamento così drastico?
José è forse, dei due, il personaggio che cambia meno. È un insicuro che, all’interno della relazione con Cloe, si trova un ruolo che in fondo non gli si addice del tutto, ovvero quello di “guida”: Cloe non viaggia da sola, lei è sbadata e troppo presa dal suo cellulare per riuscire a cavarsela, o almeno è questo che José pensa di lei. Ma quando si rende conto che Cloe può arrangiarsi da sola e soprattutto capisce che non è allontanandola che risolverà i problemi con sé stesso, è disposto a fare di tutto per tornare sui suoi passi. Alla fine, capiamo che José è molto più dipendente da Cloe (o da qualsiasi rapporto di coppia) di quanto non lo fosse lei.
In passato ti sei trasferito per vivere e lavorare negli Stati Uniti. Quanto rivedi quella tua decisione nella scelta di Cloe di provare in qualche modo a ricominciare da zero?
Bè, sono situazioni molto diverse. Io sono andato a vivere negli Stati Uniti per seguire il mio compagno, ma sapevamo da subito che si sarebbe trattato di un periodo di tempo limitato e soprattutto abbiamo avuto tutto il tempo per organizzare un vero e proprio trasferimento. La scelta di Cloe è improvvisa, dettata da un percorso di analisi e cambiamento interiore che la porta finalmente a scoprire chi è davvero, senza il peso delle influenze altrui e senza la dipendenza dal giudizio degli altri. Trovandosi in un luogo lontano e diverso che, inaspettatamente, l’ha fatta sentire viva e indipendente come forse non si era mai sentita, sceglie di restarci per continuare un percorso che non sa bene dove la porterà. Scopriamo solo nelle ultimissime pagine che poi in Giappone ci rimane e ci costruisce addirittura una carriera di successo.