Figlia Mia, Laura Bispuri su colori, Sardegna e la bambina protagonista: "Un fenomeno"

La ricerca di una protagonista possibile per Figlia Mia e poi il lavoro sugli ambienti e ancora come creare un rapporto tra la bambina e Alba Rohrwacher

Critico e giornalista cinematografico


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Sono tutte e 4 a Berlino per Figlia Mia, unico film italiano in concorso alla Berlinale (ma non unico italiano del festival): Alba Rohrwacher, Valeria Golino, Laura Bispuri e Sara Casu, la bambina protagonista del film.

Di ritorno dopo aver esordito (al cinema e nei festival) proprio qui alla Berlinale con Vergine Giurata, Laura Bispuri, di nuovo con Alba Rohrwacher protagonista, stavolta ha girato una storia calda in Sardegna invece di una fredda di montagna, ed è tornata ad un tema che ricorreva spesso nei suoi corti: la vita e la formazione delle bambine.

Stavolta mi pare che hai fatto un lavoro con le bambine che non sono la protagonista un po’ più difficile, mi parevano un po’ impacciate. Come è andata?

LAURA BISPURI: “Ti premetto che di solito quando vedo i film con i bambini al cinema non mi piacciono mai. Soprattutto i film italiani. Poi certo ci sono eccezioni e casi eclatanti ma la norma è che esco terrorizzata. Quindi ero preoccupata per questo casting. Ho girato soprattutto la Sardegna (ma non solo) per 8 mesi battendo tutte le scuole, alla ricerca della protagonista e poi le amiche le ho scelte tra le migliori che per un motivo o per l’altro ho dovuto scartare, è un gruppo di cui sono molto soddisfatta. Forse ti riferisci però alla scena in cui stanno in gruppetto e guardano il video sul cellulare facendo le antipatiche, quella è stata la scena in assoluto di cui abbiamo dovuto fare più ciak di tutto il film. Non era facile per niente e c’erano anche battute accavallate, inoltre non facevano che guardare in macchina. Se non lo faceva una, lo faceva l’altra, lì mi sono un po’ alterata e ho dovuto urlare ad un certo punto, è stato un momento non facile…”

Invece Sara, la protagonista, visivamente è perfetta. Fisico, capelli, colori…

LB: “Secondo me lei è proprio un fenomeno. Ho girato anche stavolta tutto il film con lunghi piani sequenza, e le coreografie erano particolari, più complesse che in passato. A lei chiedevo cose complicatissime dalla scena con il tappeto [in cui mette sua madre svenuta su un tappeto per poterla trasportare tirandola con le sue forze ndr] ad altre molto complicate, le chiedevo molto insomma, ma faceva tutto e non abbiamo dovuto ripetere nemmeno un ciak. Davvero è un talento”.

Ma cercavi quei colori fin dall’inizio? No perchè sono perfetti con la color correction!

LB: “Beh diciamo che cercavo una carnagione chiara perchè somigliasse ad Alba e volevo uscire dallo stereotipo sardo. Il rosso era preso in considerazione ma non era una prerogativa che cercavo. La voce di Sara mi ha colpito come prima cosa e poi il carattere”.

Perché in realtà il suo rosso funziona bene con il resto dei colori del film...

LB: “Quello è perché con Vladan Radovic [il direttore della fotografia ndr] facciamo sempre un lavoro particolare sui colori. In Vergine Giurata erano quelli freddi, invece qui volevo quelli caldi perché è un film più sentimentale. Abbiamo cercato uno stile molto realistico dotato però di un tocco più ricercato”.

Come ad esempio il locale in cui lei il personaggio di Alba Rohrwacher si va ad ubriacare, che è bellissimo…

LB: “Sì, se lo vedi fa ridere perché in realtà è un buco vero, un baretto…”

Come hai gestito la relazione tra Alba Rohrwacher e Sara? Hanno un rapporto molto più complicato di quello che nel film la bambina stringe con Valeria Golino, si tengono a distanza, si desiderano, poi non più, poi di nuovo sì...

LB: “Ti faccio un esempio. Pensa alla scena del ballo su Questo Amore Non Si Tocca. Quella non era in sceneggiatura, avevamo la canzone che volevo far sentire mentre lei guida il pick-up, ma quando ho scelto Sara per la parte le ho fatto un ultimo provino assieme ad Alba, nella casa che dovevamo ancora sistemare per il film. Lì le ho spiegato che lei dovrebbe essere spaventata da questa donna che la repelle per l’immagine sgradevole che dà ma anche la attrae istintivamente. Le ho chiesto di raccontare attrazione e repulsione con sguardo e movimento. A quel punto metto il brano e le chiedo di provare a lasciarsi andare per gradi. Alba inizia a ballare e lei fa questa performance di sciogliersi piano piano, pazzesca. Ero felicissima, porto il provino ai produttori e Gregorio [Paonessa ndr] mi impone di mettere quella scena nel film.
Ecco da questo provino si è un po’ sbloccato tutto”.

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