EXCL - Stefano Fresi su Salvatore de Il Nome Della Rosa e Smetto Quando Voglio

Chiacchiera in esclusiva con Stefano Fresi, dal Secco di Romanzo Criminale al "nuovo" Salvatore de Il Nome Della Rosa passando per l'Alberto Petrelli della saga Smetto Quando Voglio

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Dopo Paolo GenoveseNicola GuaglianoneMassimiliano BrunoWalter Fasano (montatore di Chiamami Col Tuo Nome), Roberto De Paolis (regista di Cuori Puri), Luca MinieroGianni RomoliVinicio Marchioni, Sabrina ImpacciatoreGabriele Muccino, Giancarlo Fontana + Giuseppe G. Stasi, Sergio Castellitto e Davide Marengo BadTaste.it ha avuto il piacere di parlare per quasi due ore con Stefano Fresi.

Musicista e attore classe 1974, Fresi ha avuto negli ultimi quattro anni un'impennata in fatto di riconoscibilità presso il pubblico e stima all'interno dell'industria in relazione all'interpretazione del personaggio Alberto Petrelli dentro la saga cinematografica Smetto Quando Voglio diretta da Sydney Sibilia.

La videointervista parte dall'ultima fatica dell'attore romano, non ancora conclusasi, sul set dell'ambiziosa serie televisiva in onda nel 2019 dedicata a Il Nome Della Rosa, tratto da best seller di Umberto Eco datato 1980 già diventato film internazionale nel 1986 per la regia di Jean -Jacques Annaud. Fresi ha l'onore ed onere di vestire i panni del monaco benedettino, ex eretico dolciniano, Salvatore, interpretato nel film di Annaud da un trentaseienne Ron Perlman, all'epoca non diventato ancora attore feticcio per Guillermo del Toro.

La chiacchiera con Fresi si concentra su Il Nome Della Rosa (come sarà il suo Salvatore rispetto a quello di Perlman?), sulla saga di Smetto Quando Voglio e su altre prove attoriali dell'artista romano che hanno recentemente deviato dall'immagine di "buono" che Fresi ha costruito negli anni grazie alla sua innata simpatia caratteriale.

Un sentito grazie anche alla Fondazione Istituto Tecnico Superiore Roberto Rossellini con cui BadTaste.it ha stretto una collaborazione per la realizzazione di queste videointerviste. Video a cura di Paolo Carabetta, montaggio di Mirko D’Alessio.

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