EXCL - Paul Greengrass ci parla di Jason Bourne, della Brexit e di privacy nell'epoca social!

Esce oggi nei cinema Jason Bourne: qualche settimana fa ne abbiamo parlato a Las Vegas con il regista-sceneggiatore Paul Greengrass

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Poche settimane fa siamo volati a Las Vegas per incontrare Paul Greengrass, regista di Jason Bourne, il più recente capitolo della saga della Universal con protagonista Matt Damon.

In una stanza d’albergo nei piani alti del Cosmopolitan Hotel, Greengrass ci ha parlato della sua esperienza alla direzione del film, ma anche di problemi attuali come il diritto alla privacy e le ultime frontiere dello spionaggio internazionale…

Sono passati 9 anni dall’ultimo film di Jason Bourne. Si tratta di uno dei franchise più amati di sempre. Che cosa ti ha spinto a tornare?

Francamente, non me l’aspettavo. Il merito è stato di Matt (Damon) e Chris (Rouse). Entrambi avevano la sensazione che avremmo potuto fare un altro film. Entrambi mi hanno chiesto “perché non ne giri un altro?” All’inizio ero contrario all’idea, ma poi ci siamo incontrati per pranzo e ne abbiamo parlato per bene. Tutti e tre amiamo il franchise. La Universal aveva bisogno di un nuovo capitolo. Io, Matt e Chris abbiamo discusso di quanto il mondo sia cambiato dal 2007 e a un certo punto Matt ha detto qualcosa che mi ha davvero colpito: siamo davvero fortunati ad avere un audience che ama i nostri film. Ovunque andiamo, la gente ci fa domande sui film di Jason Bourne. Ed è lì che ho pensato che forse valeva la pena provarci. E sono rimasto scioccato da quanto velocemente abbiamo trovato un’idea per la storia di questo film, la sequenza di apertura ad Atene, e il finale a Las Vegas. Ovviamente abbiamo lavorato sodo alla sceneggiatura, ma in quel momento abbiamo capito che avevamo trovato la strada giusta per questo nuovo capitolo. E abbiamo inseguito quella strada.

Questo è il primo film di Jason Bourne in cui hai ottenuto il credit di sceneggiatore…

Chiaramente non è il primo film di Jason Bourne che ho scritto. Io e Chris li abbiamo scritti tutti. Semplicemente non ci siamo dati da fare per ottenere il credit ufficiale.

Era tua intenzione scrivere questo film fin dall’inizio, o lo studio ti ha spinto in quella direzione?

Fin dall’inizio era chiaro che io e Chris avremmo scritto la sceneggiatura.

E…? Eri emozionato dall’idea o semplicemente hai pensato “finalmente!”

In tutta onestà non mi è sembrato cambiasse nulla. Alla fine io e Chris abbiamo lavorato alla sceneggiatura di tutti i film.

Uno degli elementi più interessanti di questo capitolo della saga è la scelta di aprire nell’instabile contesto socio-economico di Atene. Allo stesso tempo, il film intavola una conversazione molto interessante sul difficile dualismo tra libertà alla privacy individuale e l’utilizzo di informazioni personali. Come pensi che la nostra società stia gestendo questa conversazione molto delicata? L’attuale situazione ti preoccupa?

E’ un problema complesso. Francamente penso che sia il grande problema dell’era in cui viviamo. Dove tracci la linea di confine tra libertà personale e sicurezza pubblica? E, come per ogni problema complesso, non c’è un giusto assoluto e uno sbagliato assoluto. E’ una collisione di due “giusti”. E questa tematica chiaramente solleva problemi complicati, in un mondo in cui non abbiamo risposte facili. Fatta questa premessa, penso che la crescita esplosiva della tecnologia digitale sia uno dei fattori principali che contribuisce all’instabilità del mondo contemporaneo. La facilità nelle connessioni interpersonali rende il demos ancora più rilevante. E’ una sfida per la politica di massa, che tende a jason bournebasarsi sul consenso e sulle istituzioni. Vengo da un paese, il Regno Unito, che è una democrazia parlamentare. Ma – e l’abbiamo appena vissuto sulla nostra pelle – quando indici un referendum inviti l’intero demos a partecipare alla vita parlamentare. E con l’arrivo dei social media è facile manipolare e istigare paura ed esagerazioni. Detto ciò è chiaro che la comunicazione sta anche rivoluzionando in meglio il mondo in cui viviamo. Questa è semplicemente è una realtà del nostro mondo in questo momento.

Fai attenzione alle informazioni che condividi online e non?

In realtà non troppo – perché’ non ho profili sui social media. Sicuramente sarà una preoccupazione che i miei figli dovranno tenere presente. Gli strumenti che abbiamo a disposizione oggigiorno sono straordinari. E quando vengono usati in un network il loro potenziale è al contempo meraviglioso e incredibilmente spaventoso. E’ come qualsiasi altro grande potere. Non è il potere in sé – è come decidi di usarlo. Pensa alle vicende di Istanbul o Ankara, dove un vero e proprio golpe è stato orchestrato tramite social media.

In termini di tecnica cinematografica, due sequenze di azione di quest’ultimo Jason Bourne hanno qualcosa di straordinario: Atene e Las Vegas. Mi puoi parlare delle difficoltà e degli aspetti positivi del girare scene simili?

E’ incredibilmente difficile e incredibilmente divertente allo stesso tempo. Una delle qualità specifiche dei film di Jason Bourne sono queste enormi sequenze d’azione che sono in costante trasformazione. La sequenza ad Atene è incredibile. Un inseguimento in macchina all’interno di una protesta politica penso sia qualcosa che non abbiamo mai visto prima al cinema. Abbiamo girato a Tenerife, ed è stata un’esperienza incredibile. Stiamo parlando di quattro settimane di riprese notturne. E’ stata un’esperienza straordinaria. E qui a Las Vegas – stesso discorso, sono stati incredibilmente generosi e accoglienti con la nostra produzione. Hanno chiuso l’intera strip al traffico. In Supremacy avevamo il grosso inseguimento a Mosca, in Ultimatum a New York.

Per questo film avete deciso di girare in location particolarmente rilevanti a livello socio-politico-economico. Avevate in mente di girare in altre location che però si sono rivelate impossibili?

In realtà, no. Ho letto un libro intitolato The New Global Revolutions di Paul Mason, che connette parecchi movimenti di protesta di tutto il mondo, e cerca le ragioni per cui sono scoppiate certe rivolte. Ho prestato particolare attenzione agli eventi in Grecia. Ho pensato subito a quello, poi sono giunto a Las Vegas. Ho fatto una ricerca sui punti focali dello spionaggio contemporaneo – durante la Guerra Fredda ci si incontrava nei bar di Vienna o nei vicoli attorno a Checkpoint Charlie a Berlino. E mi sono chiesto: quali sono i punti focali equivalenti per lo spionaggio contemporaneo? E ho scoperto che Las Vegas è al centro di tutte queste convention – di  fisici, matematici, ingegneri. Membri della CIA e della Sicurezza Nazionale vengono a Las Vegas per reclutare nuovi talenti, e competono con aziende come Google e Facebook. O i giganti delle banche come Goldman Sachs, che basano il loro successo finanziario su complessi algoritmi. Tutte queste aziende attingono dallo stesso mercato di talento, che converge proprio qui. Las Vegas oggi e’ l’equivalente dei bar viennesi della Guerra Fredda. Ed è cosi che abbiamo ambientato qua l’inseguimento finale. E grazie a Dio ha funzionato!


Cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti!

Matt Damon torna a vestire i panni del suo personaggio più famoso: Jason BournePaul Greengrass, il regista di The Bourne Supremacy e The Bourne Ultimatum, è nuovamente al fianco di Damon nel nuovo capitolo della saga della Universal Pictures. In questo film, il più pericoloso ex-agente della CIA sarà costretto a uscire dall’ombra.

Alicia VikanderVincent Cassel e Tommy Lee Jones sono al fianco di Damon, e Julia Stiles torna nei panni del suo personaggio di sempre. Frank Marshall è ancora una volta il produttore insieme aJeffrey Weiner per Captivate EntertainmentGregory Goodman, Ben Smith e gli stessi Greengrass e Damon. Ispirato ai personaggi creati da Robert Ludlum, il film è scritto da Greengrass e da Christopher Rouse.

Diretto da Paul GreengrassJason Bourne uscirà il 1° settembre in Italia.

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