EXCL - Joe Wright ci ha parlato della distanza da Dunkirk e del tono di L'Ora Più Buia
Secondo film dell'anno sui fatti di Dunkerque, L'Ora Più Buia è un thriller da camera che Wright ha girato senza andare in deroga al suo "senso del tempo"
Con Gary Oldman truccatissimo nei panni del protagonista, il film è stato definito da chi l’ha visto come un dramma da camera a passo sveltissimo. Inoltre, in un certo senso e visti gli argomenti, è proprio il controcampo di Dunkirk. Quello è un film sempre in esterno e questo sempre in interno, le due facce della stessa storia.
Quando hai saputo che parallelamente al tuo era in lavorazione un altro film, molto molto grosso, che aveva a che fare con la storia di Dunkerque?
E ne eri felice o preoccupato? Ti rassicurava che quella storia sarebbe tornata sotto i riflettori grazie ad un blockbuster o temevi saturasse l’interesse?
“Ero nervoso all’inizio perché non sapevo se i film si sarebbero sovrapposti al cinema, ma soprattutto non conoscevo la sceneggiatura, non sapevo nemmeno se Churchill sarebbe comparso! Insomma ero abbastanza nervoso all’inizio ma poi quando ho visto il film (dopo aver finito il mio) ne sono rimasto impressionato. È fantastico. Tuttavia il mio è quasi complementare dicono due cose diverse riguardo lo stesso evento”
Le prime recensioni che sono uscite parlano di un film a volume molto alto, in cui il parlato è potente e quasi gridato. È vero? Hai voluto puntare su quei toni?
“No. Forse è un’impressione che viene dai trailer, nei quali finiscono sempre i momenti più drammatici ma non è gridato [ha detto “shouty” ndr.], credo che Gary [Oldman ndr] come immaginerai ha compreso bene il flusso della storia e la sua performance è davvero piena di sfumature. Considera che L’Ora Più Buia è un film molto teso e io non credo che la tensione passi dalle grida, ma semmai esce più fuori dal silenzio. Per questo ho cercato quel tipo di atmosfera”
A proposito di trailer, ho visto quello appena uscito e benché mi renda conto che da esso non si può giudicare il tuo di montaggio, mi ha portato a chiedermi se anche per questo dramma storico con personaggi reali tu abbia optato per i tagli particolari e l’uso del sonoro come musica...
“Churchill aveva una grande energia e volevo renderla bene, rendere bene cioè la rapida successione di eventi, farlo con la maggiore energia possibile. Il film funziona molto come un thriller alla fine”
Hai modificato qualcosa di quel che è davvero accaduto perché per l’appunto funzionasse meglio come un film?
“A parte le ordinarie esigenze di sintesi che obbligano a far accadere in poco eventi che magari ci hanno messo più tempo a manifestarsi, no. Credo che i fatti siano così straordinari che c’era poco da abbellire”.
Visto che ora la televisione ha il medesimo statuto del cinema non hai pensato a farne una serie o miniserie per aggirare le esigenze di sintesi di un film? In fondo è nella tv che hai iniziato...
“Sì ma anche recentemente ho fatto Nosedive per Black Mirror [il primo episodio della terza stagione con Bryce Dallas Howard ndr]”
Certo però è un paradosso: nel formato lungo per eccellenza hai fatto una storia compressa in un’ora, meno di un film!
“Ho accarezzato l’idea di lavorare sui formati lunghi, non sono per nulla contrario. Tutto sta però nel trovare lo script giusto”
A proposito di tempo, hai giocato con il tempo come spesso ti capita?
“In generale credo che il filmmaking sia sempre, come diceva Tarkovsky, “scolpire il tempo”, sia che lavori sull’illusione di un tempo reale, sia che giochi con il tempo e la sua forma. Ma ancora dipende davvero da cosa è necessario per la storia, e questo film ha una struttura molto lineare, quasi metronomica, quella che mi pareva migliore per la trama.
Ogni volta mi chiedo come poter davvero raccontare la storia riuscendo a comunicare le sensazioni che io provo nel sentirla”
Nessuno può mettere in discussione Gary Oldman, ma come mai proprio lui? È evidente che non hai cercato qualcuno di somigliante a Churchill ma a quel punto le opzioni, tra i grandi attori, erano molte. Cosa ha lui, in particolare, che ti pareva giusto per la parte?
“Crescendo a Londra negli anni ‘80 e ‘90 Gary Oldman è sempre stato l’attore per antonomasia. Ed è interessante perché è un mutaforma, è capace di trasformarsi completamente, non interpreta mai due personaggi allo stesso modo. Ero interessato a lavorare con qualcuno capace di questa trasformazione, non volevo un attore simile a Churchill ma qualcuno che si trasformasse in lui”