EXCL - Framestore, dallo spazio di Alfonso Cuarón a Rocket Raccoon!

A Londra abbiamo visitato gli uffici della Framestore, acclamata factory di VFX, dove abbiamo intervistato l'head of production Charles Howell...

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Intervista a cura di Francesco Alò e Andrea Bedeschi.

Introduzione a cura di Francesco Alò.

BadTaste.it è entrato nel quartiere generale londinese della Framestore collocato nel quartiere di Soho presso il 9 di Noel Street. In questi uffici così eleganti e tecnologici, abbiamo chiacchierato in  una sala piena zeppa di premi con Charles Howell, trentacinquenne Head of Production entrato in Framestore nel lontano 2000 come “ragazzo che portava il caffè”. Ora Charles ha scalato le gerarchie e nonostante abbia dei vezzi bizzarramente old school (scrive molto a mano... e anche sulle sue mani), è un mago della produzione vfx gentilmente pronto a far entrare BadTaste.it nel suo ufficio mentale. A pochi mesi dal trionfo Oscar per Gravity (il secondo nella storia della casa di vfx inglese fondata nel 1986 dopo la vittoria nel 2008 per gli effetti speciali de La bussola d'oro), abbiamo parlato con Howell di mestiere, previsioni, ambizioni, passioni, procioni animati, fratelli Wachowski... e mani usate come carta per prendere appunti

 

Quali sono le ultime novità in casa Framestore?

Abbiamo appena consegnato Guardiani della Galassia (22 ottobre in Italia, N.d.R.) per la Marvel e quando dico abbiamo appena consegnato intendo che l'abbiamo fatto ieri (martedì 1 luglio 2014 visto che l'intervista si è svolta dalle 11.45 di mercoledì 2 luglio, N.d.R.) e siamo piuttosto soddisfatti. E' un buon film e sarà divertente. Non è stato facile ma siamo orgogliosi del lavoro fatto. Abbiamo consegnato Jupiter – Il destino dell'universo quattro settimane fa. Una pellicola Warner per i Wachowski. Un lavoro complicato, una sceneggiatura originale e l'immaginazione sconfinata dei Wachowski da concretizzare sullo schermo.

Differenze tra Gunn e Wachowski?

Per Gunn ci siamo concentrati solo su Rocket Racoon. Questo particolare procione parla e non solo. Gunn era molto coinvolto da questo personaggio e sapeva esattamente cosa voleva da lui. La linea era: divertimento fisico e orale perché Rocket è coinvolto in alcuni grandi dialoghi. Gunn era molto preciso per non dire ossessionato da lui. Per quanto riguarda i Wachowski... hanno la loro visione, hanno la loro idea di film. E' una storia ambientata nello spazio, in una galassia molto, molto lontana. E' un'altra dimensione. Due sfide diverse. I Wachowski vogliono sempre scoprire qualcosa di nuovo.

Rocket Racoon sarà probabilmente il personaggio più amato di Guardiani della Galassia. Qual è stato l'aspetto più difficile nel realizzarlo. Il pelo?

Il pelo era un problema qualche anno fa. Ora è risolto. Posso dire che tecnicamente sapevamo bene cosa fare. La cosa difficile è stata inserire la “vita” dentro il personaggio. Abbiamo deciso di interpretare la prova vocale di Bradley Cooper e abbiamo cercato di usare la fisicità di Bradley. Oggi è tutto motion capture mentre il nostro Rocket Racoon è totalmente frutto della key frame animation nonostante avessimo dei video di Bradley per aiutarci. 

Per i Wachowski il lavoro è stato più tecnico? 

Sia il lavoro per Gunn che per loro è molto, molto complesso dal punto di vista di effettistica speciale. Abbiamo realizzato più inquadrature per Guardiani della Galassia mentre per i Wachowski siamo riusciti a dividere la committenza tra le due nostre basi di Londra e Montreal. Per Jupiter abbiamo dovuto affrontare uno slittamento delle riprese penso deciso per capire meglio come cercare di lavorare al marketing del film. 

Quindi non è stato uno slittamento dovuto agli effetti speciali? 

No. 

Si pensava che potesse essere per gli effetti speciali...

No. Si era scelta questa buffa data di uscita (luglio 2014) ma assolutamente non c'entrano niente gli effetti speciali. Almeno... questo è quello che mi risulta. 

Altri lavori? 

Stiamo lavorando a Paddington (2014) sul personaggio omonimo dei libri per l'infanzia creato da Michael Bond nel 1958 e lo consegneremo alla fine di settembre. E' uscito un nuovo trailer che è stato accolto bene. Per noi è un film importante per consolidare la nomea della Framestore per quanto riguarda i personaggi integralmente creati in computer animation. In questo caso abbiamo lavorato con David Hayman, grande produttore di Gravity e della serie Harry Potter. Sarà un adorabile film per famiglie di questo Natale 2014. 

Sai qualcosa dalla Warner a proposito dello spin-off da Harry Potter  Fantastic Beasts and Where to Find Them? 

Penso che qualcosa stia accadendo proprio tra David e la Warner. E ci piacerebbe molto essere coinvolti. Se dovessi spingermi su una previsione, direi che Heyman e la Warner decideranno tutto più in là entro la fine dell'anno. Poi come Framestore abbiamo lavorato a Dracula Untold, il cui trailer è uscito la settimana scorsa. Abbiamo otto settimane per consegnare tutti gli effetti di quel film. Siamo in piena modalità “crunch time” (ritmi di lavoro iper stressanti per rispettare una nuova data di consegna, N.d.R.) per quanto riguarda Dracula Untold. Un progetto imponente: abbiamo dovuto riprodurre masse di individui, ambienti, estensioni. E' un film epico per cui è stata dura. Stiamo anche preparandoci a Pan (2015), sempre per la Warner. 

Quante persone lavorano a Framestore? 

Per i film siamo circa più di 400. Tra le 400 e le 500 persone. 

Ora che anche la ILM ha aperto una sua sezione qui a Londra, come gestite questa competizione tra società di effetti speciali? 

E' difficile. Loro arrivano in Inghilterra e si mettono in cerca di talenti e noi tutti dipendiamo dai talenti che si trovano in città. C'è un po' di extra-competizione a Londra... va bene... ci adeguiamo ma non penso che nei loro piani ci sia l'idea di ingrandirsi troppo qui da noi. Qui ci sarà un piccolo set up ma la maggior parte del lavoro si svolgerà a San Francisco. La competizione è una buona cosa. Significa che abbiamo talenti inglesi che meritano attenzione e mi piace che sia evidenziato questo aspetto di Londra in termini di qualità vfx. 

E che ci dici di un “piccolo film” che si sta realizzando da queste parti dal titolo Guerre stellari? 

Mai sentito prima (ride, N.d.R.). Francamente non so di cosa tu stia parlando... ma so che ci sono molto persone eccitate dal progetto e vogliose di lavorare dentro Guerre stellari. Per alcuni di loro è una missione più che un lavoro.

E per te?

No.

No?

Nel senso... amo molto i primi tre film ma non sono uno di quelli che ha mai comprato niente a livello di merchandise. Non sono un fanatico.

Come è la vita in Framestore post Oscar per Gravity? 

Tranquilla. C'è stato più caos, press, tv e attenzione mediatica direttamente dopo la vittoria a marzo ma adesso le acque si sono calmate. Quell'interesse è stato bellissimo perché dopo tre anni e mezzo di duro lavoro... è stata una bella soddisfazione. Ma ora è giusto che ci sia più calma perché dobbiamo andare avanti e pensare ai nuovi progetti in attesa che qualcosa di così interessante torni presto qui in Framestore. Aspettiamo il prossimo Gravity. 

In questo momento il livello di ambizione di Gravity non lo trovate né in James Gunn né nei Wachowski? 

Non lo so. Gravity è stata un'esperienza così forte e unica. Ci sono momenti epocali nella storia dei vfx e prima di Gravity c'è sicuramente Avatar e prima di Avatar... forse solo Il Signore degli Anelli e poi direttamente Terminator 2 nel 1991. 

Stamattina abbiamo rivisto in tv in albergo il vostro famoso spot Galaxy con la “resurrezione” di Audrey Hepburn e in Italia è da poco uscito The Congress di Ari Folman che riflette sull'attore digitale e immortale del futuro attraverso la scannerizzazione di veri divi. Ci sembra un argomento interessante. Che ne pensi?

Qui alla Framestore spesso scherziamo sul fatto che George Clooney potrebbe ancora recitare nei film tra settanta anni con il corpo di adesso. Scherziamo sul fatto che le star scannerizzeranno effettivamente il loro corpo per poi permettere di usare la versione digitalizzata di loro stessi in dei film quando loro saranno morte, permettendo ai loro fiduciari di rispettare contratti che avranno firmato in vita. Avremo modelli digitalizzati di star hollywoodiane? Non lo so. Francamente non so dove andremo a finire. 

Questa cosa ti spaventa?

Non troppo. La tecnologia si muove velocemente. Puoi realizzare un personaggio completamente digitalizzato in un film e poi cinque anni dopo è tutto cambiato e devi completamente rivedere la procedura di lavoro. E' un concetto affascinante che gli attori possano continuare ad apparire nei film tra 60 anni. Tom Cruise potrà essere ancora giovanile e affascinante come in Top Gun. 

Come vanno i rapporti con i grandi studi e come leggi il fallimento di grandi realtà del mondo vfx come Rythm & Hues (la casa di vfx vincitrice dell'Oscar 2013 per Vita di Pi, N.d.R.)? 

I criteri in campi di lavoro altamente tecnologici cambiano così spesso che il panorama è in continuo mutamento e le regole di sopravvivenza diventano peculiari. Non potresti fare il nostro lavoro se non fossi realmente appassionato al prodotto audiovisivo. Non so cosa sia successo dettagliatamente a Rythm & Hues. Forse erano troppo artisti e passionali e non abbastanza uomini d'affari. Francamente non lo so. Noi a Framstore abbiamo buoni rapporti con gli studi e cerchiamo sempre di stabilire una corretta linea di comunicazione. E' fondamentale mantenere un dialogo costantemente aperto con i filmmakers e i produttori del film per ovviare a cambiamenti di date di consegna e approccio al progetto.

C'è maggiore libertà per voi quando lavorate nelle pubblicità o nei film? 

Dipende cosa intendete per libertà. Le pubblicità hanno piani di lavorazione più brevi e piccoli team che lavorano bene insieme e magari ti riescono a consegnare 20 buone inquadrature in pochissimo tempo. Ma se chiedi 1000 inquadrature... magari quegli stessi gruppi di lavoro non riuscirebbero ad ottenerle perché lavorano in modo diverso. Per essere più specifico: i vfx per un film richiedono di rispettare una “pipeline” (pianificazione, N.d.R.) molto complessa riguardante quantità e volume; chi lavora ai vfx per la pubblicità è di solito leggermente più libero nonostante la “pipeline” sia estremamente impegnativa in termini di velocità. C'è sicuramente un alto tasso di creatività nelle pubblicità che dopo qualche riflessione viene poi in un certo senso usato dentro la produzione cinematografica. In relazione a Gravity, ho scoperto che avevamo molti possibili clienti interessati a realizzare pubblicità ambientate nello spazio e quindi la nostra divisione film ha influenzato molto la nostra divisione pubblicitaria.

Quali sono i criteri per selezione in Framestore chi lavora alla divisione commercial e chi alla divisione cinema? 

E' un fattore molto individuale in realtà. Chi ama lavorare nelle pubblicità deve amare la velocità e lo stress. Alcuni animatori non amano legarsi a un film che magari li porta a lavorare per un anno e mezzo solo a quello. Alcuni vogliono gettarsi dentro un nuovo prodotto ogni otto settimane! E' tutto estremamente variabile. A volte prendiamo persone da una divisione e le spostiamo in un'altra e vediamo cosa succede. Si tratta di trasferimenti anche solo di sei mesi. Ci piace mescolare molto le squadre. Condividiamo i problemi tra le divisioni. Lo so che vi sembrerà retorico dirlo... ma Framestore è un bel posto dove lavorare. Veramente!

Parlaci dell'orario di lavoro in Framestore. E' flessibile?

Dipende. Molto raramente sappiamo con estrema precisione quelli che saranno i tempi di lavoro per ottenere un preciso risultato. Bisogna arrivare sempre alle 9.30 in ufficio. Di solito.

Sempre aperto?

Sì. Quando siamo in consegna si lavora sei giorni la settimana e cerchiamo in tutti i modi di evitare i sette giorni alla settimana anche se qualche volta può accadere. Comunque è ovvio che i nostri computer lavorano incessantemente 24 ore al giorno per renderizzare le immagini. Cerchiamo di evitare i weekend! Ma a volte... è inevitabile lavorare anche il fine settimana. E' un lavoro duro, lo riconosco. Ma ne vale la pena per me.

Dacci un'idea della tempistica di lavoro su un progetto come Guardiani della Galassia. Quando avete cominciato a lavorarci?

Con Guardiani non siamo stati coinvolti fin dalla previsualizzazione. Abbiamo firmato il contratto quattro-sei mesi prima dell'inizio delle riprese. Abbiamo cominciato a parlare delle inquadrature e degli assetti su cui costruire il personaggio. Puoi cominciare da alcuni schizzi su un foglio di carta ma poi tutto cambia quando devi immaginare il personaggio come fosse un modello in 3d. A volte veniamo coinvolti così presto che contribuiamo allo sblocco dello stesso film presso lo studio che lo finanzia. Questa squadra ad hoc Framestore lavora allo sviluppo degli effetti speciali in previsualizzazione e a volte è chiave nel convincere uno studio a dare la “green light” (luce verde nel senso di permesso, N.d.R.) a una pellicola in fase di preproduzione. E' una divisione Framestore denominata “Creative Art Department”. Faccio un esempio: per World War Z abbiamo lavorato molto all'idea degli zombi che montavano uno sull'altro per superare il muro di Gerusalemme. Li abbiamo aiutati al possibile sviluppo di quell'effetto speciale ma poi non abbiamo più contribuito al film.

Il 3d ha reso la tua vita più difficile?

Dovete considerare il tempo che il 3d richiede al processo lavorativo. Non è tanto una questione di difficoltà tecnica quanto di calcolo del tempo. E' tutto legato al rendering. Nel caso di Gravity è stato essenzialmente questo il compito più difficile: prevedere e prevenire... il tempo. Animare, simulare, illuminare... e poi renderizzare.

Come è cambiato questo mestiere nel corso degli ultimi 14 anni da quando tu sei entrato in Framestore letteralmente ventenne? Hai ravvisato un cambiamento “antropologico” nel mestiere di effettista speciale digitale?

Un tempo sicuramente non era così facile ottenere dei lavori rispetto al volume produttivo che ci vede coinvolti adesso. Ora lavoriamo di media a 4 blockbuster all'anno mentre quando ho cominciato si lavorava a progetti più piccoli. Noi siamo cresciuti tutti insieme in Framestore. All'epoca eravamo giovani ed entusiasti. Non c'erano “vecchi” in questa società. Adesso che il tempo è passato per tutti (Charles Howell ha 35 anni, N.d.R.) è più difficile sostenere questi ritmi di lavoro. E' interessante aver visto con i miei occhi l'ambiente Framestore crescere ed invecchiare insieme. Ora molti di noi sono sposati e hanno figli.

E' una costante rivoluzione in cui gli ex nerd di ieri hanno preso ormai il controllo e sembrano i padroni del cinema...

Sono totalmente d'accordo. Io stesso ora quando parlo con un animatore di 21 anni non capisco a quale mondo appartenga. Non condividiamo lo stesso linguaggio!

Siete più rispettati adesso, per esempio, dai registi? 

Penso che Alfonso Cuarón sia stato così generoso con noi che qualcosa è effettivamente cambiato. Lui ci ha sempre citato e ha sempre detto quanto Framestore sia stata essenziale per la realizzazione di Gravity. Cuarón ha sicuramente permesso all'ambiente di non guardarci come meri esecutori ma come filmmaker nel senso stretto del termine. Tutto merito di Alfonso.

Sarebbe possibile immaginare nel futuro la Framestore come vera e propria casa di produzione autonoma?

Sarebbe possibile. Ma dipende dai soldi. Oggi abbiamo certamente la creatività, la metodologia e il rispetto di tutti. Ma ci vogliono i fondi. Inoltre... entreremmo in competizione forte con i nostri clienti se cominciassimo a comportarci come uno studio autonomo. E questo sarebbe molto pericoloso perché potrebbero non voler più lavorare con noi. Al momento la vedo come un'ipotesi irrealizzabile... a meno che non trovassimo un baule del tesoro con i soldi necessari per portare avanti i nostri progetti come studio autonomo.

Qual è il film del cuore di Charles Howell?

Top Gun e Big a pari merito. Forse Top Gun numero uno. So che possono sembrarvi delle scelte frivole ma sono i primi film che mi hanno totalmente fatto innamorare del cinema. Se facessero il sequel di Top Gun sarei assolutamente interessato a lavorarci.

E il tuo effetto speciale preferito? 

Terminator 2. Il T-1000 in metallo liquido fu pazzesco. Avevo 16 anni. Ancora oggi quell'effetto è invecchiato benissimo. Molti effettisti citano l'inquadratura finale de I predatori dell'arca perduta quando si vede l'Arca immagazzinata in mezzo a una vastissima area di oggetti mitici. Quello è un matte painting.

Charles... perché hai scritto EA sulla mano? Per cosa sta?

“Ea” è il prefisso che sta per una scena: earthquake. Ecco perché me la sono scritta sulla mano. E' la mia tecnica per ricordare le cose più importanti, insieme agli elastici da polso. Mi piace scrivermi addosso piuttosto che usare un ipad.

Tu attualmente sei “Head of Production” dentro Framestore. Quale qualifica puoi raggiungere ulteriormente? 

Sopra di me ci sono due “Joint Managing Directors” come Fiona Walkinshaw e Matt Fox che guidano la divisione film. Letteralmente... sono i miei capi. Ma ho ancora tanto da imparare e devo lavorare sodo per perfezionarmi. Il mio sogno attualmente è solo quello di avere un'altra esperienza come Gravity.

L'esperienza che potrebbe più avvicinarsi a Gravity in termini di ambizione del progetto potrebbe essere proprio Jupiter – Il destino dell'universo per i Wachowski?

Loro due capiscono perfettamente la tempistica e le problematiche degli effetti speciali. Sono veramente eccezionali da questo punto di vista. Quando parli con i Wachowski, ti rendi conto che capiscono perfettamente tutte le tue problematiche professionali. Non è così facile trovare nei registi una tale familiarità con i vfx.

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