EXCL - Anna Muylaert ci parla di È Arrivata mia Figlia!

BadTaste intervista in esclusiva Anna Muylaert, regista brasiliana della commedia fenomeno al Sundance e Berlino Film Festival 2015 E' arrivata mia figlia

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In Brasile è già molto nota ma con E' arrivata mia figlia la regista classe 1964 Anna Muylaert si è fatta conoscere anche dal resto del mondo visto che questa intelligente commedia di costume sulle classi sociali brasiliane ha spopolato al Sundance Film Festival 2015 ed è stata molto apprezzata anche al Festival di Berlino. La pellicola racconta dell'arrivo in una famiglia alto borghese di San Paolo della figlia della domestica Val ( la star brasiliana Regina Casé). La ragazza, di nome Jéssica (Camila Márdila), arriva in città per un test universitario e immediatamente la sua presenza creerà scompiglio nella villa dei ricchi con piscina dove sua madre Val è stata sempre molto attenta a rispettare le gerarchie sociali e guardare dal basso verso l'alto i "padroni" Donna Barbara (Karine Teles), Carlos (Lourenço Mutarelli) e il figlio Fabinho (Michel Joelsas). Sua figlia Jéssica, invece, è meno rispettosa. Si ride, si riflette, si osserva dentro un perfetto meccanismo comico il mutamento storico in corso nella società brasiliana dopo l'elezione nel 2003 a Presidente della Repubblica dell'ex sindacalista Luiz Inácio Lula da Silva. La chiacchiera con Anna Muylaert è stata subito molto confidenziale e appassionata. Ci sono parecchi spoiler. Consigliamo la lettura a visione del film avvenuta!

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Ho letto che hai detto che qualche anno fa non saresti stata pronta per un film del genere. Perché?
Perché qualche anno fa non mi sarei potuta permettere un film così ambizioso. Poi... dopo due esperienze più piccole... ero pronta.

Hai lavorato durante questo periodo di preparazione al film anche con gli attori? Tipo con Regina Casé? Lo chiedo perché sembra tutto così perfettamente sincronizzato... 
No. La sceneggiatura l'ho scritta nel corso di molti anni e avevo avuto modo di conoscere alcuni degli attori ma non ho mai avuto l'occasione di parlare del progetto con loro come tu pensi.


Il film sembra effettivamente frutto di una preparazione perfetta. Eri già così sicura di te durante le riprese?

Non ci crederai ma in realtà mi sono avvicinata alle riprese con metà del film assolutamente in testa... e metà no! Sapevo che alcune cose sarebbero dovute accadere proprio in quel momento e che non potevo prepararle prima delle riprese.


E questo in pratica che vuol dire?

Vuol dire che ho detto agli attori che avrebbero dovuto sentire e creare un certo determinato tipo di scene lì... sul momento.

Per esempio?
Quando Lourenço Mutarelli (nel film è il padre di famiglia Carlos) chiede a Camilla Márdila (Jéssica, la figlia di Val) di sposarlo... nessuno voleva quella scena perché mi dicevano che era troppo melodrammatica e che il personaggio di Carlos ne sarebbe uscito come eccessivamente meschino. Hanno cercato di convincermi a cancellarla dal film in tutti i modi. Io ero molto decisa e dicevo a tutti che Lourenço era un tipo di attore così gentile che avrebbe reso quella scena perfetta nel tono. E infatti il giorno delle riprese lui venne da me e mi disse: "Anna... ho capito come fare la scena. Vuoi che te lo dica?". E io: "No. Non lo voglio sapere".

Cioè... hai dato l'azione senza sapere cosa sarebbe successo?
Sì... e appena do l'azione, lo sento dire al personaggio di Jéssica: "Tu credi nella reincarnazione?" e dentro di me mi dico: "Wowwwww!". Sentivo il suo cuore nelle cuffie. Faceva: "Pa-pa-pa-pa-pa-pa-pa-pa-pa-pa!". Era come se le stesse chiedendo di sposarlo veramente. E' andata bene al primo ciak.

Incredibile. E quali altre scene hanno questo livello di improvvisazione?
Tutte.

mia figlia

Tutte????
E' quello che penso di aver imparato in 20 anni di mestiere. Voglio vivere uno spazio vuoto per poi poterlo riempire durante le riprese. Io per prima voglio essere sorpresa dal film che sto girando.

Il film è come se avesse due facce: da una parte è un film sul Brasile degli ultimi dieci anni e dall'altra mi pare una commedia sulle classi sociali che potresti girare anche in un altro paese. Vogliamo parlare di questo doppio livello? Penso soprattutto alla battuta del personaggio della matrona ricca Barbara quando dice tutta seriosa: "Il paese sta cambiando". Mi sembra che tu sia molto ironica su quella battuta, o sbaglio?
Quando pensavo al film inizialmente era una pellicola molto più specifica. Non pensavo minimamente che potesse essere universale. Quando sono andata al Sundance quest'anno non pensavo nemmeno che i nordamericani avrebbero capito la storia o si sarebbero appassionati ai personaggi. Invece sono stata colpita, anche a Berlino, dalla capacità del pubblico internazionale di uscire dalla contingenza brasiliana e vedere il film come una parabola sull'architettura del dominio nelle nostre relazioni sociali. Questo risultato finale... è bellissimo ma sarei disonesta se ti dicessi che l'avevo calcolato! In merito all'altra domanda... dopo l'elezione di Lula a Presidente... le cose sono cambiate nel paese. Più persone sono potute andare all'Università ma oltre questo dato di fatto, non è che il Brasile sia poi cambiato così tanto. Ecco perché quella battuta, è vero, ha un significato così ironico: "Il paese sta cambiando". Ma in realtà, non sta cambiando poi così tanto. Ci piace dire che sta cambiando. Barbara è un'ipocrita. Lo dice ma poi pensa che Jéssica non ce la farà mai a passare l'esame universitario per cui è venuta a fare il test a San Paolo. Ne è convinta.

Quando Val va a dirle che Jéssica ha passato l'esame... Val sembra anche terrorizzata. O sbaglio?
Quella scena è così forte. Certo che è terrorizzata. E' nervosissima e infatti Regina gesticola come mai ha fatto prima nel film. Questo è il paradosso.

Per quanto riguarda quella bellissima inquadratura della cucina con sullo sfondo la camera da pranzo dove costantemente fai cambiare il personaggio che vediamo dalla cucina a seconda delle scene... anche quella straordinaria idea di regia è stata improvvisata?
No. La disposizione della camera non è mai stata scelta all'improvviso e sul momento. Solo il lavoro con gli attori riguarda questo aspetto. Per quanto riguarda la regia ho usato la tecnica del demo tape quando i musicisti decidono di realizzare tutto un album in un'unica registrazione per sentire i vari toni dell'opera prima di lavorare a ogni brano singolarmente. In due giorni ho girato tutto il film. Ero io con la videocamera, gli attori e nessuno della troupe. Quando ho scelto le inquadrature ero sempre molto attenta al senso delle stesse. Quando ho trovato quell'inquadratura che tu trovi così interessante in cucina... ero veramente eccitata perché mi sembrava che avessi finalmente portato la camera fuori dalla camera da pranzo dove ero nata e cresciuta come brasiliana e avessi finalmente trovato il punto di vista dalla cucina. E' stato un momento per me decisivo per capire cosa provava Val e qual era il suo punto di osservazione del mondo. Quella epifania registica mi ha fatto discutere, quasi litigare, con la mia bravissima direttrice della fotografia uruguaiana Barbara Alvarez perché abbiamo dovuto ristrutturare molta della disposizione delle luci del film dopo la scoperta di quell'inquadratura così importante. Barbara era furiosa ma allo stesso tempo aveva capito che quell'inquadratura era così politica e decisiva per il film che andava assolutamente fatta.

Una domanda più prosaica. Un altro gesto fantastico è per me quando Val tocca il sedere della figlia in aeroporto per sentire se la prole è in salute. Quell'idea come è venuta fuori?
Improvvisata totalmente dall'attrice Regina Casé. Lei è un genio.

Come la definiresti come attrice?
E' una ballerina. Una danzatrice. E' fisica in modo metaforico. Gesti che vedi e che hanno sempre un senso. Quando accarezza la testa del personaggio di Fabinho e gli canta una nenia... devi sapere che quella è una canzone che la nonna di Regina cantava alla sua nipotina quando lei era piccola. Una canzone... che era stata addirittura composta dalla nonna, non solo cantata! Regina si è commossa molto girando quella scena.

Tu come ti poni nei confronti dei tuoi personaggi. Chi sei tu socialmente rispetto a loro?
Io sono parte dell'élite. Ho fatto l'Università, so l'inglese (l'intervista è stata fatta in inglese, N.d.R.)... io sarei il padre di famiglia. Io sarei il Dottor Carlos nel film. La mia estrazione è questa. Da un punto di vista personale invece... non ho mai capito il classismo e, nel mio piccolo, non l'ho mai accettato. Ho un modo di relazionarmi al prossimo che non punta sulla classe sociale di appartenenza.

E i tuoi brillanti attori?
Sono tutti dell'élite forse con l'eccezione di Karine Teles (il personaggio della matrona Barbara, N.d.R.) e di Camilla Márdila (il personaggio di Jéssica, N.d.R.). Tutti gli altri, compresa me, veniamo da una borghesia brasiliana benestante. Regina è molto ricca. E' famosa e una  grande star.

Ma insomma questa ipocrisia strisciante nella famiglia alto borghese progressista, è il risultato per te di un clima di finzione politicamente corretta dopo la vittoria di Lula del 2003 oppure no?
In Brasile nessuno potrebbe dire: "Siamo tutti uguali". Le differenze sociali sono tali che nemmeno con i social network potresti arrivare a illuderti di vivere in una realtà fittizia dove le classi non esistono più. Il massimo che possiamo dire da noi, per tornare alla battuta di Barbara, è che: "Il paese sta cambiando". Lula ha iniziato un processo. Da quando i portoghesi sono arrivati nel mio paese, abbiamo avuto dei governati ricchi. Per 500 anni il Brasile è stato governato dai privilegiati. Lula è il primo politico che viene dalle più umili e tutto questo è iniziato solo 15 anni fa. Quindi vedi bene che sono 15 anni contro 500 anni. E' solo l'inizio.

La tua scena preferita del film?
Ce ne sono tante. La scena con Val nella piscina di sera, direi. Ogni volta che la vedo mi viene molto da ridere. Regina detestava quella scena e non voleva farla. Guarda che Regina è autorevole come un Presidente in Brasile. Lei pensava che la scena non avrebbe avuto alcun senso e il giorno delle riprese ha passato tutta la giornata a mettermi contro la troupe visto che avremmo dovuto girare la scena di sera. Diceva a tutti: "Anna è pazza, quella scena non ha senso e non è naturale!". Era il suo ultimo giorno di riprese. Io ogni tanto passavo davanti a lei e le dicevo: "Regina TU farai quella scena!".  Lei si offese con me. Allora poi io ho cercato di sdrammatizzare dicendole: "Regina non la prendere così sul serio. E' come un gioco di bambini. E' una scena leggera". Quando le ho battuto il ciak lei, forse per farmi un dispetto, è andata prima a salutare tutti i membri della troupe uno per uno... ed erano 30! Poi... è entrata nella piscina e ha girato la scena come mai avrei immaginato. E' un genio. Un vero genio della commedia. Adoro anche come interagisce con il set da caffè che regala a Barbara. Un vero e proprio tormentone per tutto il film.

A proposito dell'esilarante tormentone del set da caffè... mi chiedevo... ma a te piace quel set da caffè?
No... devo ammettere che... non lo comprerei mai.

Facciamo un gioco: domani Hollywood ti chiama a ti dice che vuole fare un remake del film. Che fai?
Lo sai che mi è già capitato con miei precedenti lavori? Ben due volte. E mi hanno pagato due volte i diritti... e per due volte quei film non si sono fatti. In questo caso... se accadrà... valuterò.

Ma ti interesserebbe dirigerlo per il mercato nordamericano?
No. A me interessa fare la mia "cosa" e sono molto rilassata nei confronti delle possibili traduzioni esterne del mio lavoro. Come per esempio con questo titolo italiano (il titolo originale è letteralmente: "A che ora torna lei?") e con questo manifesto disegnato (si riferisce alla nostra immagine promozionale del film, N.d.R.). Io non lo avrei fatto così ma... mi va bene che in Italia abbiate messo questo titolo e abbiate deciso per questa idea di disegnare Val e Jéssica. Non sono così attaccata al mio lavoro. Non lo prendo così sul serio. Io poi non penso che la West Coast possa essere così interessata a questo mio film. Forse a New York ci potrebbe essere più attinenza o anche in Francia.

Chi sono i tuoi registi nordamericani preferiti?
Martin Scorsese, Wes Anderson e Gus Van Sant.

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