I Daniels su Everything Everywhere All At Once: "Se la gente lo pirata va bene lo stesso" | EXCL

La storia di come Everything Everywhere All At Once è stato prodotto, visto e piratato, raccontata dai Daniels

Critico e giornalista cinematografico


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Con quasi 400mila euro il box office italiano di Everything Everywhere All At Once dei Daniels non è stato in linea con il grande hype che circonda il film, forse anche per colpa della circolazione pirata. Del resto è stato visto per la prima volta a marzo negli Stati Uniti e da mesi è disponibile sul circuito illegale. In una conversazione su Zoom con i registi abbiamo avuto modo di affrontare la questione, come siano riusciti a farsi produrre un film simile e cosa intendano fare ora.

In molti paesi del mondo, l’Italia è tra questi, il vostro film è uscito mesi dopo l’America e il grande hype che lo ha circondato non ha fatto che favorire la pirateria. Siete dispiaciuti di queste tempistiche di uscita?

DANIEL KWAN: “Siamo sostanzialmente entusiasti che il film abbia avuto questo successo ma questo successo non è la prima cosa. Ci importa solo che vada bene a sufficienza per poterne fare un altro. Se la gente lo pirata è ok, la cosa interessante del film è che chi l’ha amato lo vedrà sullo smartphone e si pentirà di non averlo visto al cinema. Il vero amante questo pensa, desidera di averlo visto sul grande schermo con altra gente. Magari lo andranno a rivedere con amici o portandoci la famiglia. Mentre chi avrà aspettato spero sarà contento di vederlo come è stato pensato”.

DANIEL SCHEINERT:  “Io penso comunque che tutto l’hype abbia creato una voglia di vederlo in sala”.

DK: “Il mese scorso è uscito in Francia ed è arrivato al numero 1 del box office per un weekend, cosa che per noi davvero non aveva senso ma siamo lusingati, siamo grati di quanto la gente ami e parli del film”.

Il film è molto complicato da spiegare a parole ma molto chiaro quando lo vedi sullo schermo, come lo avete spiegato ai produttori?

DS: “In modi diversi in base a quali persone l’abbiamo pitchato ma la versione base era “Che succederebbe se la mamma di Daniel fosse in Matrix?” oppure c’era anche la versione “È un family drama che usa il multiverso per esplorare temi profondi su una donna che si vuole ricollegare con la famiglia nel caos della vita moderna”.

DK: “Comunque non abbiamo mai nascosto che fosse un film caotico e di voler spingere al massimo il caos nel film per capire quanto è possibile rendere caotico un film mantenendo il calore di un abbraccio. Non sapevamo se ce l’avremmo fatta e alle volte lo dicevamo pure!”

E ai produttori andava bene??

DK: “No, molti sono fuggiti ma va bene, sono le persone con le quali non vogliamo lavorare. Altri invece si sono eccitati nel sentirlo e volevano scoprire se era possibile sfondare questa barriera. Quelle sono le persone che poi aiutano film come questo”.

Matrix è il riferimento principale di questo film pieno di film. Ogni universo sembra proprio un film, uno stile o un regista specifico, li avete pensati così?

DS: “L’idea era di usare un linguaggio di immagini con il quale il pubblico abbia familiarità per tenere traccia dei personaggi in ogni momento, in modo che quando salti da un universo all’altro capisci subito dove sei perché lenti e formato sono diversi. Da una parte omaggiamo i film che amiamo, dall’altra creiamo uno strumento per rendere chiara la storia. Ma è così anche l’abbigliamento di Michelle, ogni universo un abito di colore diverso per farti capire al volo la dislocazione. È questo quello che poi ti fa dire che se a parole è un caos, visivamente è molto chiaro”.

Avete già annunciato dei progetti successivi ma stilisticamente cosa altro si può fare dopo questo film? Dopo aver spinto al massimo il caos che si può mettere su schermo cosa volete fare?

DS: “Vogliamo andare in tutte le direzioni. Abbiamo in progetto un film su una persona molto tranquilla che nessuno nota ma poi anche un progetto sulle difficoltà nel comunicare degli uomini, cioè su 7 miliardi di persone che faticano a parlarsi, che è anche più complicato di Everywhere Everything All At Once”.

DK: “E si svolge lungo 100 anni!”

DS: “In parole povere vogliamo andare in ogni direzione all at once”.

Trovate tutte le informazioni su Everything Everywhere All At Once nella nostra scheda.

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