ESCLUSIVA - Emiliano Pagani e Daniele Caluri ci parlano di Don Zauker: Ego te dissolvo!
Torna con un episodio inedito e tante novità il perfido Don Zauker, di Emiliano Pagani e Daniele Caluri
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Vi lasciamo alla nostra chiacchierata con i Paguri, che come di consueto si sono dimostrati estremamente disponibili, tanto da fare un regalo strepitoso ai lettori di BadComics.it: la copertina di Ego te dissolvo in esclusiva assoluta, oltre ad alcune immagini in anteprima degli interni!
Ben ritrovati, Emiliano e Daniele! Grazie per la consueta disponibilità, è un piacere avervi nuovamente con noi su BadComics.it.
Partirei dalla prima novità legata al prossimo capitolo di “Don Zauker”. Sembravate definitivamente orientati verso l'auto-produzione: com’è entrata in gioco Feltrinelli Comics?Guarda, un'autoproduzione pura (che vuol dire: lavorare gratis, senza preordini o strategie simili, stampare, portare gli scatoloni in casa e vendere personalmente ogni copia ad ogni singolo lettore, senza pubblicità e senza distribuzione, anche questo per scelta nostra) come quella che abbiamo portato avanti in due per dodici anni, in un primo momento è stata una necessità visto che al tempo - parliamo del 2006 - non trovammo nessuno disposto a finanziare un intero albo di “Don Zauker”. È diventata una scelta quando editori, anche molto grandi, hanno cominciato a proporci una collaborazione.
Abbiamo sempre rifiutato, con gentilezza, per mantenere la totale indipendenza, sia espressiva che da logiche di mercato, sia per dimostrare che avevamo la forza e il coraggio di fare certe scelte. Si è rivelata un’esperienza bellissima, ma alla lunga sfiancante, e che non potevamo più permetterci in vista di un nuovo albo. Non potevamo permetterci di ristampare i vecchi volumi, come in molti ci chiedono, semplicemente perché, banalmente, non sapremmo dove tenere gli scatoloni, tanto per dirne una.Per questo motivo abbiamo iniziato a prendere in considerazione l’idea di pubblicare con un editore, e Feltrinelli è arrivata al momento giusto. Senza contare che siamo convinti che il nostro personaggio più famoso meritasse, almeno per una volta, un grande palcoscenico. L’autoproduzione pura alla fine comporta un prezzo da pagare: l'auto-reclusione in una splendida nicchia. Vediamo se, con la distribuzione di un colosso editoriale, riusciamo ad arrivare anche a chi in questi anni non ha avuto modo di conoscere “Don Zauker” e il nostro modo di lavorare.
Verrà mantenuta la stessa foliazione e lo stesso formato che ha caratterizzato i precedenti cartonati di “Don Zauker”?No, e forse la novità più grossa sta proprio qui. La linea Feltrinelli Comics ha una foliazione di 120 tavole per un formato lievemente ridotto rispetto all'A4, e ci è stato chiesto di attenerci a queste caratteristiche per ovvie esigenze di armonizzazione con le altre pubblicazioni già uscite. E quindi lo abbiamo pensato e progettato in funzione di questa nuova veste. Per il resto non cambierà niente: la libertà espressiva sarà la medesima - questa era la nostra unica condizione - e la sfida è stata quella di raccontare una nuova avventura di Don Zauker, oltre che, allo stesso tempo, presentarlo nel modo più efficace possibile a chi lo vedrà per la prima volta, Il tutto sperando di riuscire a soddisfare (ma anche a sorprendere e scandalizzare ci andrebbe bene lo stesso) gli uni e gli altri.
L’uscita è prevista per ottobre, dunque immaginiamo che “Ego te dissolvo” verrà presentato a Lucca Comics & Games 2019. A che punto siete con la lavorazione?
Mancano i toni di grigio alle ultime venti tavole, su 120 totali. Dopodiché sarà la volta del lettering e per la metà di giugno l'albo sarà finito. A quel punto, come sempre, riprenderemo tutto da capo per un'ultima revisione, per lo spazio di qualche risata carogna, eventuali ultimissime modifiche, e alla fine lo lasceremo camminare con le sue gambe, come gli altri. A seguire, verranno ripubblicati, sempre da Feltrinelli Comics, anche tutti gli altri albi, ormai esauriti da tempo. Ci sarà da divertirsi.
“Don Zauker” non ha mai seguito logiche di programmazione commerciali: come ci avete raccontato in altre occasioni, il vostro malefico sacerdote entra in azione quando sentite un urgente bisogno di denuncia, oppure vi sentiti colpiti e indignati da un grave avvenimento. Il primo pensiero va all'attuale situazione politica del nostro Paese: è questa la molla che ha innescato “Ego te dissolvo”?
In parte. Il rapido degrado a cui stiamo assistendo giorno dopo giorno ci proietta in una sorta di allucinazione collettiva, che però è tremendamente reale. E, al solito, per non impazzire, ricorriamo al nostro arsenale, che è fatto di idee, parole, carta, matite, pennelli e inchiostri. Si parlerà del presente, ovviamente, ma non dei personaggi che animano la cronaca di tutti i giorni, quanto del clima che stiamo respirando e delle distorsioni che hanno contribuito a crearlo negli anni. Ma la cosa più importante di tutte è che si racconta comunque una storia. Certo, folle, eccessiva, grottesca, violenta, com’è nello stile di “Don Zauker”, ma sempre e comunque una storia.
Non ci interessa la battuta fine a se stessa, la ricerca di uno scandalo o una provocazione a tutti i costi per attirare l’attenzione o roba del genere. Ci interessa raccontare storie. In seconda istanza l’approdo in Feltrinelli ha contribuito alla nascita dell’albo, in quanto ci hanno chiesto espressamente un inedito di “Don Zauker”, e con la redazione abbiamo pianificato tempi e modi di pubblicazione, in modo da lavorarci con la calma che ci è necessaria. Diciamo che è stata una richiesta giusta al momento giusto, dai; un invito a nozze.
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La cosiddetta deriva sovranista - o peggio nazi-fascista - sta dilagando dentro e fuori l’Europa. La satira si è sempre dimostrata uno strumento indispensabile contro ogni forma di oscurantismo. Quant'è ancora efficace, a vostro avviso? In un’Italia così ciecamente schierata, non rischia di rivolgersi esclusivamente a chi possiede già giudizio e senso critico?
La satira è sempre un esercizio indispensabile in democrazia, perché attiene all'intelligenza critica. Certo, non la satira fine a se stessa, quella che vediamo impazzare su Facebook, per intenderci, dove è solo una gara a chi fa la battuta più scorretta e più rapida su ogni fatto di cronaca. È solo esibizionismo, una gara a chi ce l’ha più lungo che non ci è mai interessata. A noi interessa innescare ragionamenti, aprire porte e stimolare nuovi modi di vedere le solite cose, di pensare e di valutare. Certo ci piace farlo in maniera dissacrante perché quella è la nostra cifra, però non vorremmo fermarci lì.
Di certo per la corretta decodifica dei messaggi satirici occorrono strumenti che non tutti hanno a disposizione: sembra anzi che sia in corso un'involuzione che ne sta disinnescando l'efficacia. Ma questo vale un po' per tutto: una corsa al ribasso cognitivo che non è solo colpa dei social - che il loro ruolo ce l'hanno eccome - ma anche di molti altri fattori, non ultimi il sistema formativo continuamente sotto pressione, l'accesso gratuito all'informazione, la subordinazione della qualità al mercato. Ma qui si rischia di aprire un argomento enorme che ci porta davvero fuori tema.
La Chiesa, che non avete mai risparmiato dai vostri strali per i suoi innumerevoli crimini e misfatti, può secondo voi avere un ruolo positivo e di contrasto al clima di intransigenza e xenofobia con cui veniamo catechizzati quotidianamente? Che ne pensate di un gesto eclatante come quello dell'elemosiniere del Papa?
Non parlerei tanto di strali, ché fa un po' Savonarola. Abbiamo la lucidità sufficiente per renderci conto che le nostre storielle non cambiano di una virgola lo stato delle cose. Diciamo che ci siamo limitati a fare quello che crediamo di saper fare meglio: raccontare personaggi ed episodi terrificanti, realtà amarissime e di vero degrado, deformando tutto con una lente comica e feroce allo stesso tempo. I nostri lettori si divertono a leggere le nefandezze comiche del nostro esorcista, ci citano le gag e le situazioni anche a distanza di anni. Ma dietro la patina della comicità c'è sempre il dramma, e in tanti (per fortuna) ce lo riconoscono.
Per il resto, boh?! Non sappiamo se la Chiesa possa fare qualcosa per contrastare il clima di intransigenza, anzi a dirla sinceramente, crediamo proprio di no. E crediamo di no perché la Chiesa, al contrario, è sempre stata la prima ad alimentare crociate o guerre sante contro questo o quell’aspetto della vita civile, o questa o quella categoria sociale che a suo insindacabile giudizio andava contro la volontà di Dio. Quindi, no: il nemico del mio nemico non è mio amico. Soprattutto se per anni – e ci fermiamo alla storia recente – ha alimentato campagne di odio e intolleranza contro ricerca scientifica, donne, omosessuali, interruzione volontaria di gravidanza, trattamento di fine vita e chi più ne ha, più ne metta. Ricordiamoci che Salvini bacia il rosario ad ogni occasione e che il suo pubblico (perché di questo si tratta) si è formato per anni nelle parrocchie e nei “Family Day”. Ma anche di questo ne parleremo nel nuovo albo.
Avete mai pensato di inserire dei comprimari ricorrenti - magari una spalla - attorno alla figura di Don Zauker?
No, mai. A differenza di "Nirvana", che è stata una serie corale, con un sacco di co-protagonisti, quella di "Don Zauker" è un one-man show. Lui è il fulcro di tutta la narrazione, e lo è proprio per esaltare gli eccessi iperbolici di cui si rende protagonista. Affiancargli qualcuno vorrebbe dire diluirne l'impatto, anche iconico. La vera spalla di Don Zauker, se vogliamo, è il mondo dei fedeli.
Veniamo ai progetti che non vi vedono al lavoro in coppia: a che punto è il numero di “Dylan Dog” che Daniele sta illustrando su sceneggiatura di Gabriella Contu? Possiamo sapere qualcosa sul soggetto?
Caluri - Quel numero l'ho finito e consegnato a ottobre 2018, solo che, secondo la pianificazione editoriale, potrà essere pubblicato solo dopo la fine del Ciclo della meteora, quindi dovremo aspettare ancora qualche mese. Il soggetto, di cui ovviamente non posso anticipare granché, tratta di un tema che, purtroppo, rimarrà tristemente attuale anche quando l'albo uscirà in edicola. La storia è molto cruda, un vero pugno nello stomaco, scritta in un modo davvero asciutto, come piace a me. E, cosa non scontata, con Gabriella abbiamo trovato una sintonia immediata, come se avessimo collaborato già altre volte insieme. Sarà una storia che farà discutere, e questo è sempre un gran bene.
Emiliano, stai preparando un'altra graphic novel con Bruno Cannucciari, dopo il successo di “Kraken“. Sappiamo che sarà una storia altrettanto cupa ma con ambientazioni e atmosfere completamente diverse. Puoi darci qualche dettaglio in più?
Pagani - Il volume che stiamo ultimando proprio in questi giorni e che uscirà per Tunué a fine ottobre si chiamerà “Stagione di caccia”. È una storia molto dura che ha per protagoniste tre donne di età diverse, dei cinghiali, un gruppo di cacciatori e… no, non aggiungo altro. Come è facilmente intuibile dal titolo, non si tratta di una storia di mare, come era "Kraken"; questa volta ci siamo spostati tra boschi e colline. Ma non è l’unica differenza. Come per “Kraken”, anche per questo nuovo volume abbiamo lavorato moltissimo sullo stile grafico in grado di rendere al meglio l’atmosfera che avevamo in mente per far sì che il lettore potesse sentire sulle proprie ossa l’umidità, la nebbia e il freddo che incombono sui personaggi per tutta la storia. In questo devo dire che Bruno ha fatto un lavoro davvero eccezionale, e sono sicuro che lascerà molte persone a bocca aperta.
Vorremmo salutarvi chiedendovi quali autori e fumetti state leggendo in questo periodo.
Caluri – A causa del sempre minor tempo a disposizione, non riesco più a leggere i quintali di fumetti che macinavo un tempo (quello dell'Editto di Tessalonica, tipo), però non mollo, e qualcosa seguo comunque.
Al momento mi interessa "Southern Bastards", di Aaron e Latour (a proposito di scrittura asciutta, appunto) e poi storie autoconclusive: mi sono piaciute parecchio "Tungsteno" di Marcelo Quintanilha, "Il Rapporto di Brodeck" di Manu Larcenet e "Il paese dei tre santi" di Nardella e Bizzarri.
Pagani – Le stesse identiche cose, visto che spesso ci rimpalliamo i volumi e ci scambiamo consigli, conoscendo a menadito i reciproci gusti.
Aggiungo solo che in questi giorni sto rileggendo “Invisibles”, di Grant Morrison, e che ogni volta che lo faccio rimango stupito dal livello e dalla qualità e quantità di idee presenti in ogni singolo albo. Veramente materiale di un altro universo, soprattutto se paragonato a tanta roba che viene incensata al giorno d’oggi e che non ha nemmeno un centesimo di quella potenza e di quella forza evocativa.