Doctor Strange 2: Sam Raimi sulla pausa presa dai supereroi e i film Marvel che ha visto per prepararsi

Il nuovo film dedicato al Doctor Strange vedrà il ritorno alla regia di un film di Sam Raimi dopo 10 anni. Lo abbiamo intervistato

Critico e giornalista cinematografico


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Quando uscirà Doctor Strange nel multiverso della follia saranno 10 anni che Sam Raimi non dirige un film. Dieci anni in cui la stessa persona che ha lanciato l’era moderna dei cinecomic con il primo Spider-man sì è dedicato alla televisione e ora torna al genere. In un mondo completamente cambiato, facendo non più partire qualcosa, ma inserendosi in una serie di film, non potendo più imporre tutto della sua personalità, ma adeguandosi e intercettando storie e personaggi che nascono prima di questo film.
Si tratta del nuovo mondo del cinema, quello moderno e Sam Raimi ne era digiuno.

Quando sei salito sul treno di Doctor Strange 2 hai voluto sapere per quali divergenze Scott Derrickson aveva lasciato? Saperlo ti poteva essere utile?

“Guarda, nemmeno l’ho chiesto. Sono amico con Scott, avevamo lavorato insieme anni fa, e quando la Marvel mi ha chiamato per sapere se ero interessato a girare questo film, anche Scott mi ha chiamato per dirmi che era diventato produttore esecutivo per il film e che avrebbe voluto lo facessi io”.

Il tuo primo Spider-Man fu pionieristico nell’uso degli effetti visivi e anche per quello fondò questa era dei cinecomic. Ora, 20 anni dopo, quell’aspetto è esploso, specialmente nei film Marvel, tutto è diverso e tu per giunta sei anche stato fuori dal giro per 10 anni. Eri rimasto aggiornato?

“No guarda io non sono mai aggiornato e per questo film mi sono dovuto informare bene anche sulle storyline dei personaggi Marvel per non dire proprio su di loro. E poi anche sulla tecnologia. Però devo precisare che è qualcosa che ho dovuto fare sempre, per ogni mio film, la tecnologia avanza così velocemente che sei sempre indietro. Pensa che quando feci Spider-Man non si erano mai visti personaggi completamente creati in computer grafica, non c’era la tecnologia necessaria. All’epoca pensavo avrei fatto tutto con retroproiezioni e effetti pratici sul set o in camera, fu John Dykstra il supervisore degli effetti visivi a dirmi che invece andava fatto tutto in digitale. Quando gli opposi che la tecnologia necessaria non esisteva mi rispose: “Assumeremo i programmatori, costruiremo i nostri software e vedrai che la tecnologia sarà pronta prima della fine della produzione” e ha avuto ragione. Riuscimmo a fare cose che non erano mai state fatte grazie all’abilità di John Dykstra di vedere il futuro. E questo credo fu un elemento cruciale del successo del film”.

Quindi in teoria hai le basi migliori di tutti

“Quando sono tornato al genere adesso, dopo 20 anni, pensavo di sapere tutto, ma ero tipo uno che dice “Ok ragazzi, lo so, qui c’è il carbone, lo si mette nella fornace, poi esce il vapore…” e gli altri “Sam, le macchine non sono più alimentate a vapore ma con i reattori nucleari!”. Insomma, sono sempre indietro”.

dottor strange nel multiverso della follia wanda

Invece cosa hai dovuto guardare per studiare personaggi e trame?

“Voglio subito specificare una cosa: io ero fuori dai Marvel movies, ne avevo visti 4-5 tipo e poi mi ero preso una pausa dal genere, quindi ho fatto in modo che anche qualcuno come ero io possa godersi il film al pari degli altri. Non serve aver visto altri film Marvel per godersi Doctor Strange 2. Detto questo posso anche dirti che i fan che hanno visto tutti i film percepiranno questo come il passo successivo più logico e che è pieno di easter egg e sottotrame dei film precedenti che arrivano al termine”.

Quindi hai dovuto vedere il primo Doctor Strange e WandaVision sicuramente, poi?

“Sì quelli mi sono serviti per capire chi sono i personaggi, chi è Wanda e chi è Strange, altrimenti non posso portarli a superare un nuovo ostacolo nella loro naturale evoluzione. Poi ho visto un po’ di film degli Avengers per capire l’impatto che ha avuto Thanos su quel mondo e mi sono fatto mostrare pezzi di altri film, uno per ogni personaggio che fa un cammeo nel mio”.

Erano 10 anni che non giravi un film! Dieci anni in cui hai prodotto girato solo per la televisione. Ti sei trovato bene?

“A me piacciono tutti gli aspetti dell’industria e poi è più facile produrre e nascondersi che essere lo storyteller in prima linea”.

Tu sei veramente quella che si definisce una mente creativa. Secondo te oggi, per come è fatta l’industria, produrre è un lavoro più creativo che dirigere?

“Non per me, io come produttore lascio sempre che il regista gestisca tutto, penso che sia sempre la visione del regista a contare. Do molti consigli ma i miei registi hanno sempre l’ultima parola”.

Qual è la parte migliore di girare un film con la Marvel rispetto a quando ti fai i film tuoi come Drag Me To Hell?

“Che hai dietro una squadra che conosce sia i personaggi che il pubblico e che ti supporta con mezzi e know-how. Quando invece giri un film come Drag Me To Hell, hai la sensazione di essere da solo là fuori, in mezzo alle terre selvagge, senza nessuno a darti una mano, senza nessuno che capisca cosa fai mentre scolpisci qualcosa con il legno per poi portarlo indietro nel mondo civilizzato, sperando che piacerà”.

C’è una cosa che tutti sì aspettano da te, cioè un tocco un po’ gore, sicuramente più horror, specialmente su creature e mostri. Sei conscio di questa cosa? Senti la pressione di doverlo fare?

“Guarda: Kevin Feige voleva che io facessi un mio film. Io invece volevo fare un film pienamente Marvel. Quindi eravamo in contrasto ma per le ragioni opposte a quelle cui sarebbe lecito pensare”.

Diretto da Sam Raimi, Doctor Strange nel Multiverso della follia di Sam Raimi sarà nei cinema italiani il 4 maggio.

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