Django Unchained a Roma: Tarantino a ruota libera

Regista e cast di Django Unchained arrivano in massa a Roma. Parlano di come si lavora con Quentin, chi può modificare le sue battute e cosa farà dopo questo film...

Critico e giornalista cinematografico


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Se c’è un uomo nato per girare uno spaghetti western è Tarantino e il progetto Django Unchained (leggi la recensione) è suonato come una liberazione per tutti fin dal suo annuncio.

La sorpresa è che dopotutto nel film non c’è molto di western o di spaghetti (le musiche di Morricone e di altri storici della serie B italiana, qualche citazione e poco altro). Come sempre in realtà Tarantino prende ispirazione, letteralmente, da tutto.

Nella conferenza stampa romana, in cui c’erano anche Christoph Waltz, Samuel L. Jackson, Kerry Washington, Jamie Foxx e l’immancabile Franco Nero, lui e Waltz hanno raccontato l’origine di uno dei tratti più peculiari del film, ovvero il parallelismo con il mito de I Nibelunghi (esplicito nel film dal nome della moglie di Django e dal racconto che ne fa il personaggio di Waltz):

Quando ho iniziato a scrivere la sceneggiatura avevo un'idea di chi fossero i personaggi e dove volessi mandarli ma non di più. Quando ero intorno alla pagina 120 il mio amico Christoph mi ha portato a vedere Wagner, era uno spettacolo in 3 serate, avevo perso la prima e quindi prima di andare a vedere la seconda, a cena, Chritsoph mi ha racconta la trama. Sembrava proprio un racconto intorno al fuoco [e infatti così è nel film ndb]. La cosa forte è che il personaggio di Kerry Washington già si chiamava Brunilde e sentendo la storia (che comunque conoscevo dai due film di Fritz Lang) ho cominciato a notare le similitudini con la mia trama. Ho capito subito che era fantastico prendere una leggenda nordica e ricalcarci sopra una leggenda black-american!

Quentin è in forma. Parla a raffica come sempre, risponde secco alle domande che non gli piacciono e si lancia in frecciatine e battute che capisce solo lui con Samuel L. Jackson dall’altra parte del tavolo. A chi gli chiede se accetti suggerimenti e modifiche alla sceneggiatura da parte degli attori risponde:

Solitamente il motivo per il quale gli attori vengono a lavorare con me è proprio per le mie sceneggiature! Nessuno tocca le battute che scrivo. Solo Sam [Jackson ndb] può aggiungere qualcosa, io e lui siamo sulla stessa lunghezza d’onda

Samuel L. Jackson, che ne film ha un personaggio minore ma di straordinaria caratura risponde raccontando come lavorano:

Quentin fa sempre molte prove prima di iniziare le riprese. Sessioni lunghissime e bellissime in cui analizziamo tutto il background dei personaggi, cose che non verranno mai raccontate e nessuno saprà mai ma che servono a noi per potergli dare profondità. Io sono molto diligente, arrivo sempre ultrapreparato con moltissimo materiale che ho partorito, glielo butto tutto davanti e lui decide poi cosa tenere e cosa scartare. Alla fine quello che rimane è il meglio e io so che sul set non mi devo più preoccupare di niente

Christoph Waltz, l’unico con cui Quentin abbia condiviso lo script prima che fosse finito, grande amico è decisamente più rigoroso:

C’è un grande fraintendimento su cosa faccia un attore, si crede che l'attore improvvisi con virtù e che la cosa porti ottimi risultati, non è così. Io tratto Quentin come Shakespeare o Cechov, i suoi script sono una forma letteraria a sè, mi spareri sui piedi piuttosto che cambiarli. Già è abbastanza difficile essere a livello di quel che scrive!

Come Wagner anche lui crea dei mondi, universi di lingue, immagini e musica, tutti coerenti e perfetti, perchè mai dovrei interferire io???

Una cosa però l’ha cambiata, lo racconta Jamie Foxx:

Il finale non era così in origine, c’era ovviamente il grande showdown ma molti dettagli come l’abbigliamento di Django [che nel finale ha una grande importanza ndb] l’ha cambiato all’ultimo.

Ovviamente da maniaco qual è dello spaghetti western Quentin non ha perso occasione di lavorare sul set con le musiche del film già in sottofondo, come si faceva sui set italiani anni ‘60, cosa che Franco Nero ha particolarmente apprezzato:

Ogni tanto Quentin metteva sul set la musica del vecchio Django. Era bello. Lui è un autore vero, come pochi ce ne sono, ama gli attori e il cinema, ha un modo suo di dirti le cose. Quando finiamo una scena lui ti dice: “Bellissima è venuta benissimo, stupenda. Ma siccome amiamo il cinema e ci piace fare film adesso ne facciamo un’altra”

E ora Tarantino che farà?

Sto scrivendo un libro di critica cinematografica su Sergio Corbucci.

E’ vero che ha in progetto un film sullo sbarco in Normandia visto dalla parte dei soldati neri americani?

Si ma non è detto che sia il mio prossimo progetto, ancora non l’ho scritto e quando sarà il suo momento lo farò. Quello che so è che la storia avrà a che fare con la vera situazione dei soldati afroamericani in Normandia, che non c'erano durante lo sbarco ma sono venuti il giorno dopo con il compito di rimuovere i corpi dei deceduti mentre i prigionieri tedeschi scavavano le fosse per la sepoltura. Gli americani si fidavano talmente poco dei neri che per fare da guardia ai prigionieri tedeschi gli davano (a loro insaputa) fucili scarichi. E non era l’800 erano gli anni ‘40!

Django Unchained uscirà in Italia il 17 gennaio. Voi quanto lo aspettate? Potete dircelo votando il box BAD Hype! nella scheda del film.

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