Dai supereroi Marvel a Star Wars: intervista a Stuart Immonen
A Lucca abbiamo intervistato per voi il disegnatore di Star Wars: preferenze, curiosità e progetti futuri di Stuart Immonen!
Presente con la compagna Kathryn Immonen a Lucca Comics & Games 2015, abbiamo avuto l’opportunità di incontrarlo di persona e di discutere con lui di Star Wars, mutanti e di progetti presenti e futuri.
Stuart, benvenuto su BadComics.it e grazie per essere con noi! Il tuo curriculum come disegnatore è fin troppo eloquente e non necessiti di presentazioni ufficiali. Vuoi presentarti ai nostri lettori in modo più informale? Gusti, preferenze, attività, hobby? Cosa fa Stuart Immonen nel tempo libero?
Grazie per avermi invitato sulle vostre pagine! Dunque, lavorare sui fumetti significa non avere troppo tempo libero, anzi, spesso significa lavorare sei o anche sette giorni alla settimana. Tuttavia viviamo in un’area rurale, vicino a casa nostra ci sono molti boschi, quindi una cosa che ci piace molto fare è uscire con il nostro cane e passare un’ora o due a passeggiare: è qualcosa che ci aiuta a schiarire la mente, a pensare ad altro; ma allo stesso tempo mi è anche utile per fare ordine nei vari progetti che ho in mente e che devo affrontare. Una volta tornato nello studio, sono pronto a ripartire!Ora stai lavorando soprattutto a Star Wars, sui testi di Jason Aaron, con cui stai realizzando il secondo ciclo di storie. Cosa puoi dirci a proposito di questa esperienza, qual è il tuo rapporto con Star Wars, cosa ti è piaciuto in modo particolare?
Dunque, era molto tempo che volevo lavorare assieme a Jason Aaron. Ci eravamo incontrati più volte in occasione di varie convention, ma non avevo mai avuto l’opportunità di lavorare con lui. Tuttavia avevamo diversi conoscenti in comune, quindi in un certo senso era come se ci conoscessimo da molto tempo. E quando il mio editor mi chiamò per propormi di lavorare su Star Wars dissi di sì ancor prima che lui potesse completare la frase.Amo Star Wars fin da quando ero un bambino, è stato il primo film che ho visto in un cinema. Già lavorare alla Marvel era stata una grande emozione per me, in quanto mi aveva dato l’opportunità di lavorare su tutti i personaggi che amavo da bambino: i Fantastici Quattro, gli Avengers, erano tutti personaggi che conoscevo molto bene. Per vari anni ho avuto l’opportunità di restituire ai lettori una parte del piacere e del divertimento di cui avevo beneficiato io da bambino. Insomma, come fan potevo contare su vari risultati gratificanti, avendo potuto lavorare su tutti questi personaggi che amavo, e pensavo che ormai non me ne fossero più sfuggiti molti. Ma quello che non immaginavo era che avrei avuto l’opportunità di lavorare sui personaggi di Star Wars, che amo alla follia. In breve, è un onore e un privilegio avere l’occasione di partecipare alla realizzazione di storie che saranno inserite nel canone ufficiale in maniera rigorosa.
Entrando più nel dettaglio, uno degli elementi su cui hai avuto modo di lavorare e che ha suscitato delle reazioni molto vivaci è un nuovo personaggio realizzato appositamente per questo ciclo, vale a dire Sana Solo, la presunta moglie di Han Solo. Avete ricevuto degli input particolari nel lavorare su di lei o avete avuto libertà creativa completa nel rappresentarla, anche nell’aspetto?
In realtà Sana compare per la prima volta, anche se in maniera molto fugace, alla fine del primo ciclo, è stato John Cassaday a disegnarla per la prima volta, quindi a livello visivo era già stata definita. Ho avuto modo di realizzare la nave che lei pilota, vagamente somigliante al Millennium Falcon, cosa che mi sembrava appropriata. Inoltre, dal momento che veniva rivelata soltanto in un’unica vignetta finale del ciclo di John, ho avuto anche l’opportunità di rifinire il personaggio, definendo alcuni dettagli a livello di aspetto, ma in essenza sono stati John e Jason a creare il personaggio di Sana.
Oh, sì, moltissimo. E credo che la vedremo ancora. Mi è parso di capire che si è discusso parecchio sul personaggio a livello editoriale, una volta che il nostro arco narrativo è stato sviluppato, la Lucasfilm ha apprezzato come lo abbiamo realizzato, quindi è probabile che il personaggio torni in scena in futuro!
Per quanto tempo lavorerai ancora su Star Wars? Hai poi avuto l’opportunità che cercavi di disegnare Darth Vader, gli Imperiali e gli altri personaggi che preferisci?
Diciamo che ho avuto l’opportunità di disegnare tutti i miei personaggi preferiti!
Questo ci porta quindi a una domanda obbligatoria: quali sono i tuoi personaggi preferiti della saga?
Oh, cielo, da dove cominciare? Allora, spesso la gente mi chiede se ho dovuto esaminare i film più a fondo per svolgere questo incarico come disegnatore. Ma questo implicherebbe che ci fosse un periodo in cui non ho esaminato a fondo i film: per me è stata una costante, negli ultimi trent’anni, vivere con questi film e apprezzarne i personaggi e la storia. Quando ero più giovane, ammiravo moltissimo Han Solo e volevo essere come lui, ma crescendo mi sono reso conto di essere molto più simile a Luke Skywalker. Il ragazzo di campagna che sognava di avere una missione e un destino che lo portasse altrove. Non credo di essere il Luke che distrugge la Morte Nera con un colpo da maestro o che redime suo padre, quelle sono gesta troppo epiche, ma sono in effetti un sognatore, molto vicino a ciò che è Luke all’inizio del primo film.
Cambiamo per un attimo argomento e passiamo agli X-Men. Proprio in questi giorni giunge a compimento il ciclo di Brian Michael Bendis con il numero #600 di Uncanny X-Men, al quale hai collaborato anche tu con un segmento. Puoi dirci la tua opinione su questo ciclo di storie e sui mutanti in generale?
Beh, anche nel caso degli X-Men parliamo di personaggi che amavo molto da lettore e da fan. Quando ero giovane, le storie di Chris Claremont e John Byrne mi colpirono molto. Anche in questo caso, gli X-Men sono personaggi un po’ solitari e un po’ sognatori, non troppo diversi da Luke Skywalker, quindi anche con loro era facile simpatizzare.
Come dicevo in precedenza, l’opportunità di contribuire alle loro storie per le nuove generazioni è davvero un onore e un privilegio. E ho trovato molto intelligente l’idea di Bendis di mostrarci quei personaggi com’erano da giovani, ma trasportandoli nella nostra epoca e proponendoli al pubblico odierno. Ed è stato un piacere per me poter illustrare una parte della loro ultima storia firmata da Brian.
Puoi dirci qualcosa su quali sono i progetti relativi agli X-Men nell’immediato futuro? E soprattutto se ti coinvolgono? Tornerai a lavorare sugli X-Men?
C’è sempre questa possibilità. Ho un contratto duraturo con la Marvel, quindi sono sempre in cerca di nuove esperienze e di progetti interessanti a cui dedicarmi con loro. Credo che l’intenzione al momento sia quella di farmi continuare a lavorare su Star Wars, e quello è un impegno che mi assorbe totalmente, ma a volte può presentarsi l’occasione di fare una storia breve o magari un segmento di una storia più lunga. Il mio amore per quei personaggi non è sminuito dal semplice fatto che stia lavorando su qualcosa di diverso.
Hai progetti di altro tipo a cui stai lavorando? Cosa possiamo aspettarci nel futuro immediato?
Proprio alcuni giorni fa Mark Millar, a Londra, ha annunciato che realizzeremo assieme un progetto che sarà pubblicato in primavera. Questo mi costringerà a prendere una pausa da Star Wars, ma credo che si tratterà soltanto di un’interruzione momentanea. Tuttavia il tempo è limitato e non potevo gestire entrambe le cose contemporaneamente, anche se credo che sarò comunque in grado di fare qualcosa per Star Wars, come per esempio le copertine. Ma credo che poi tornerò sugli interni, la Marvel sembra molto intenzionata a volermi mantenere su questa testata! Per il momento, tuttavia, dovrò concentrarmi su questo progetto a cui sto lavorando assieme a Mark.
Concludiamo con una domanda “nostrana”: questo è il tuo primo viaggio in Italia? Eri mai stato in Italia prima d’ora?
Una volta, sì, ma è stato molto tempo fa, credo fosse il 1996 ero stato invitato al Festival di Treviso, che in quell’occasione era incentrato sui supereroi americani, quindi ero stato invitato come ospite. Quello fu il mio primo viaggio in Europa e la mia prima convention. È passato moltissimo tempo e molte cose sono cambiate da allora.
Che impressione ti hanno fatto gli appassionati italiani e la Fiera di Lucca?
Beh, questo è ancora il primo giorno di Convention e non ho ancora avuto modo di interagire con loro. Ma abbiamo fatto altre convention in Europa e molti appassionati spesso si spostano per incontrare gli autori, quindi ho avuto modo di interagire con i fan italiani in precedenza e siamo rimasti sempre molto soddisfatti dell’accoglienza che ci hanno riservato. La fiera sembra splendida, la città di Lucca appare magnifica e spero che avremo l’opportunità di visitare tutto più nel dettaglio prima della nostra partenza!
Grazie mille per la tua partecipazione e la tua disponibilità. Vuoi salutare o dire qualcosa ai lettori di BadComics.it e agli appassionati di fumetti italiani?
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