Poteri sovrannaturali a Tor Bella Monaca: da corto a serie, Christian raccontato da Roberto “Saku” Cinardi

In diretta Twitch, il regista Roberto “Saku” Cinardi ci racconta il percorso di Christian, il suo corto del 2012 diventato ora serie per Sky

Condividi
È in onda ogni venerdì Su Sky Atlantic e NOW la serie Christian, tratta dal cortometraggio omonimo diretto da Roberto “Saku” Cinardi, che della serie è ideatore e regista di alcuni episodi. Per l’occasione, Cinardi è stato ospite del BAD TIME di Francesco Alò, dove ha presentato il corto e raccontato come è diventato una serie. Protagonista è Christian (interpretato da Gabriele Mainetti), un bullo di periferia che vive ai margini della società nel quartiere periferico di Tor Bella Monaca e passa la giornata tra un malaffare e l’altro. Un tipo taciturno, capelli corti, molto muscoloso, un rinnegato come tanti, che nasconde però un segreto: sulle sue mani spuntano due stimmate, e si scopre così in grado di operare miracoli. Il progetto del cortometraggio nasce:

 Nell’estate 2012, quando ne ho parlato in un viaggio con Leone Balduzzi, produttore milanese di videoclip, chiedendogli di finanziarlo. Convinto dalla storia, mi offre una parte dei soldi necessari e per recuperare il restante apriamo una joint venture con il rapper Salmo, che voleva fare un videoclip con me ai tempi del suo secondo disco. Riusciamo a racimolare il necessario e in due giorni giriamo il corto. Christian però l’ho da subito pensato non come un corto autonomo, bensì come un teaser, un modo di settare ambientazione e il mood generale della storia, un prodotto da mostrare ai produttori con l’obiettivo di svilupparlo in un lungometraggio o una serie.

L’ambientazione e la presenza di Gabriele Mainetti come attore potrebbe far subito pensare a Lo chiamavano Jeeg Robot, ma Cinardi ci tiene a sottolineare che: "Christian non è un supereroe, ma una persona dannata da un dono che non ha chiesto e non vuole: non gli importa di fare del bene e aiutare gli altri. Il dono più ambito arriva alla persona meno interessata. Questo è l’elemento portante del corto, che nella serie si è un po’ perso".

Christian si caratterizza anche per la sua dimensione religiosa, ma quello che interessava al regista non era tanto parlare della fede quanto:

sondare come reagisce la mente umana alla ricerca del sovrannaturale, l’aspetto psicologico più che quello teologico della religione. Ma c’è una frase che si addice al corto e che riassume anche il pensiero cattolico: "Dai diamanti non nasce niente, dalla merda nascono i fiori". Un nuovo Messia non nascerebbe infatti in una casa agiata, ma nel posto peggiore di una città. A Tor Bella Monaca c’è del resto una forte presenza di credenti e non è casuale comunque la vicinanza del Vaticano.

L’ambientazione è inoltre fondamentale per l'approccio al genere:

Per raccontare una storia sovrannaturale che sia sensata bisogna collocarla nel territorio italiano e nel nostro tessuto socioculturale. Una storia di zombi che sbarcano a Roma sarebbe solo goffa. Ho deciso allora di ricorrere alla mitologia cristiana, il cui simbolo più recente sono le stimmate di Padre Pio.

Tra la realizzazione del corto e quella della serie passano quasi 10 anni, in quanto:

Il corto rimane fermo per un po’ di tempo e intanto giro il videoclip Demons to Diamonds di Salmo, che ne riprende l’atmosfera. In un primo momento, per la mia insicurezza, non volevo farlo uscire e mandarlo ai festival: solo nel 2015 mi decido a caricarlo sul mio canale Vimeo. Poco dopo, l’uscita e il successo di Lo chiamavano Jeeg Robot porta attenzione a Christian. In molti lo vedono, tra cui Jacopo Chessa, direttore del Torino Short Film Market, la sezione del Torino Film Festival dedicata a opere prime che diventano serie o film. Ricevo dunque un invito a partecipare e mi catapulto a Torino per prendere parte ai pitch, e il progetto attira molti dei produttori presenti. Faccio il giro dei vari network e decido di affidarmi a Lucky Red, con cui inizia il percorso per trasformarlo in una serie. Comincio a lavorare alla sceneggiatura con Enrico Audenino e Valerio Cilio, imparando sul campo un mestiere mai fatto prima. Infine, arriva Sky.

Nel passaggio alla dimensione seriale l’aspetto più importante è il cambiamento dell’attore protagonista:  Edoardo Pesce prende il testimone di Gabriele Mainetti. "Per me è stato come avere un figlio che torna da una gita scolastica completamente diverso", racconta Cinardi. "Pesce è infatti più grosso e imponente, più ironico e meno dark di Mainetti. Al primo provino, ha convinto tutti e non abbiamo preso in considerazione altre alternative: era l’unico nel nostro panorama che potevano interpretarlo per fisicità e caratteristiche".

Durante la diretta. è stato anche trasmesso l’intero cortometraggio: lo potete rivedere collegandovi a questo link, è necessario abbonarsi al nostro canale Twitch: potete farlo anche gratuitamente utilizzando il vostro Prime Video cliccando qui!

Continua a leggere su BadTaste