Capire ZeroZeroZero con lo sceneggiatore Leonardo Fasoli

Il nostro incontro con Leonardo Fasoli, co-sceneggiatore di ZeroZeroZero e vero veterano delle serie crime degli ultimi vent'anni

Critico e giornalista cinematografico


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ZeroZeroZero, tratta dal romanzo di Roberto Saviano, arriva su Sky Atlantic e Now Tv il 14 febbraio – scopri di più

Leonardo Fasoli è la spina dorsale della produzione televisiva di genere criminale degli ultimi 20 anni (per stare stretti e non considerare la gavetta). Produzioni Mediaset, produzioni RAI e tutto quel che si poteva fare in anni in cui non esisteva da noi la televisione di qualità ma qualcuno (non solo Fasoli, sia chiaro) lo stesso ci provava. Distretto di Polizia, RIS, Squadra antimafia, Ultimo, L’ultimo Padrino, La stagione dei delitti fino (finalmente) a Gomorra. Una produzione diversa con idee diverse e ambizioni diverse con la quale si è affermato in virtù di un lavoro mostruoso di inchiesta che precede la scrittura.

Nelle sceneggiature che Fasoli idea, scrive e supervisiona (di volta in volta con preziosi collaboratori diversi) la finzione non è ispirata alla realtà, viene dalla realtà, è la realtà che la plasma, la alimenta e gli infonde una vitalità sconosciuta alla concorrenza. Sono dettagli, eventi e svolgimenti realmente accaduti ma così clamorosi da essere molto più incredibili di qualsiasi invenzione di fantasia, che fanno da pietre angolari attorno alle quali costruire psicologie, relazioni e intrecci. Il risultato sono storie pazzesche che non somigliano a nient’altro.

ZeroZeroZero è un nuovo apice di questa tecnica, raggiunto con un altro scrittore che dell’inchiesta ha fatto un genere, cioè Roberto Saviano.

Fino a qui però arriva la descrizione del suo curriculum vitae. La verità la si scopre parlandoci. Leonardo Fasoli è un vero nerd dell’inchiesta, gli si illumina la voce quando racconta tutto quello che ha scoperto indagando una certa situazione e che non ha potuto mettere nella serie (perché non ha niente a che fare con gli eventi che racconta) e che tuttavia serve come contesto. È inarrestabile nel desiderio di condividere.

Esempio: una buona parte di ZeroZeroZero riguarda il funzionamento delle grandi navi cargo e “guarda, questo mondo delle grandi navi è pazzesco! Per la serie abbiamo fatto diverse indagini sui porti, abbiamo sentito un grande armatore che trasporta petrolio come consulente, poi siamo andati in due porti diversi a vedere e sentire persone come i capitani o gli equipaggi e ci si è spalancato un mondo intero, un mondo pazzesco per dilatazione temporale! Queste navi vanno pianissimo e non hanno quello spirito marino da Joseph Conrad, ovvero scoprire il mondo, governare la barca, resistere alle onde… È un lavoro di routine altamente meccanizzato con equipaggi che sono come operai sottopagati senza nessuna passione. Quindi inizialmente avevamo addirittura pensato ad una storia con questi equipaggi che trasportano il 90% delle merci che usiamo. Ci sta tutto lì in mezzo, chiusi nelle navi con guerre di classe interne”.

ZeroZeroZero ph.credit Rosa Hadit

Da tutto questo nasce una piccola parte dell’episodio 3 e 4, ambientata in Senegal, in cui a un certo punto una scena si svolge durante un assurdo incontro di lotta a mani nude in un’arena:

Abbiamo visto anche uno di quegli incontri di lotta che stanno nella puntata, una roba tipica loro. Ma ci siamo anche documentati su tutte le rotte che vedi e abbiamo parlato con persone dei servizi segreti francesi in Senegal che ci hanno raccontato quello che poi si trova in un capitolo della serie in Mali, cioè che combattono una guerra segreta lì e nel Burkina Faso perché hanno sono interessati alle miniere di uranio di questi paesi, solo che lì è rimasto un po’ di potere dell’ISIS. Ed è proprio l’ISIS che per sopravvivere ha aperto una rotta che aiuti il trasporto di droghe, scortandoli.

E questo è un altro piccolo capitolo della serie, una parte di una puntata, ma scoperta chiama scoperta:

Pensa che questa guerra si combatte individuando i corrieri tramite i numeri di cellulare, cercano quali cellulari si attivano e cercano di capire di chi sia, così poi lo possono localizzare e colpire con il drone non appena si accende per comunicare. Per questo chi ne possiede uno e fa la scorta si allontana di un’ora e mezzo dal gruppo quando deve usarlo. Allora a questo punto, da questa guerra segreta con l’ISIS, capisci poi perché ci sono stati così tanti attentati in Francia!

Quindi capitani nostalgici, ex soldati della jihad islamica che portano droga, marinai operai senza voglia, francesi che ammazzano senza guerra dichiarata, e nulla di tutto ciò è al centro della serie! Questo è solo lo sfondo di una parte di alcune puntate.

Ma c’è qualcosa ancora che quando lo scopri ti spaventa?

Guarda abbiamo scoperto i metodi attraverso i quali vengono spaventate le popolazioni locali in Messico. Si parla di omicidi perpetrati appositamente in modi disumani, smembramenti, torture, davvero una cosa inumana. E lo fanno perché il loro fine è proprio terrorizzare. Nasce tutto nel periodo del subcomandante Marcos, praticamente c’è una parte di esercito una volta al servizio di Marcos che combatte il narcotraffico. Questi erano selezionati e supersovvenzionati all’epoca, anche dall’America, ma ora sono soldati normali, pagati normalmente, quindi poco. In breve tempo sono diventati facile merce per i cartelli che usavano queste supertruppe per la propria difesa. La cosa assurda è che a un certo punto le supertruppe sono diventate loro stesse un cartello! Hanno rivoltato contro le cosche le tecniche di guerriglia, stabilendo un clima di terrore assoluto con ronde periodiche e gente che non esce più per andare a cena proprio grazie a questi omicidi terrificanti che servono a spaventare e controllare.

In tutto questo poi voi inserite le scelte di scrittura puramente finzionali. Ad esempio come mai avete voluto il personaggio di Dane DeHaan sordo?

È un’idea venuta quasi subito perché ci interessava soprattutto la famiglia. Se ci pensi i soldati sono tutti come fratelli, le condizioni di vita li pongono come tali, poi c’è ovviamente la famiglia Calabrese e quella di Londra, superchiusa che interagisce solo al suo interno, facendo fatica ad aprirsi all’esterno. Sono tutte famiglie con codici di comportamento esclusivi, e sono come in gabbia. Quella londinese in particolare ha un padre autoritario, una madre che non c’è, e la sorella che lavora per l’impresa. Così il fratello è molto attaccato al padre e la difficoltà dell’udito rafforzava l’idea del fatto che non sente cosa c’è all’esterno, una famiglia che deve mentire e deve vivere due forme di cappe diverse.

Ma alla fine qual è il cuore di questa serie così piena di storie?

Il fatto che quello stesso prodotto che compri a Milano per una festa ha fatto un viaggio attraversando tutti questi mondi terrificanti. È costato lotte e dolori e contraddizioni. Tutto per quel singolo grammo di cocaina.

Siete lo stesso team di Gomorra, la stessa produzione e raccontate una storia di lotta per il potere criminale. Non temevi di ricadere in una versione allargata di quella serie?

Mi pare che il fuoco principale di Gomorra fosse un microcosmo, che è Scampia e Secondigliano, anche se poi ci siamo allargati. Invece qui partiamo dall’idea di guardare più largo. Ci hanno accusato di rappresentare quella piccola parte del mondo come la fonte di tutti i mali, beh adesso ci allarghiamo e vediamo che il male è distribuito ovunque con tonalità, colori e modalità diverse.

In comune, invece, c’è quel taglio di racconto che parte da un’analisi della realtà, da un’inchiesta, per creare una storia che sia iperrealista.

Io sono cresciuto in sudamerica e quando sono venuto qui, da piccolo, vedevo che ciò che accadeva in questo paese seguiva principi e modalità diverse rispetto a come ero abituato. E volevo raccontare questo, cosa e come succede dall’altra parte del mondo mentre siamo qui, uno sguardo aperto sull’essere cittadini del pianeta. E questo racconto lo consente. Uno sguardo nuovo all’interno del genere e mi divertiva e mi diverte pensare che uno sta offrendo un viaggio come il giro del mondo in 80 giorni.

La serie Sky ZeroZeroZero, diretta da Stefano Sollima e prodotta da Cattleya e Bartlebyfilm, debutterà in Italia venerdì 14 febbraio su Sky Altantic e Now TV. È stata creata da Stefano Sollima e dagli head writers Leonardo Fasoli e Mauricio Katz, basata sul trattamento degli stessi Fasoli e Sollima con Stefano Bises e Roberto SavianoMax Hurwitz e Maddalena Ravagli completano il team di scrittura. Ad affiancare Stefano Sollima alla regia Pablo Trapero e Janus Metz.

La serie vanta un cast internazionale composto da Andrea Riseborough, Dane DeHaan, Gabriel Byrne, Giuseppe De Domenico, Adriano Chiaramida, Harold Torres, Tcheky Karyo e Francesco Colella.

La sinossi ufficiale:

La serie segue il viaggio di un carico di cocaina, dal momento in cui un potente clan della ‘Ndrangheta decide di acquistarlo fino a quando viene consegnato e pagato.
Attraverso le storie dei suoi personaggi, ZeroZeroZero getta luce sui meccanismi con cui l’economia illegale diventa parte di quella legale e su come entrambe siano collegate a una spietata logica di potere e controllo che influenza le vite e le relazioni delle persone: i cartelli messicani che gestiscono la produzione di droga, le organizzazioni criminali italiane che ne amministrano la distribuzione in tutto il mondo e le compagnie americane che, al di sopra di ogni sospetto, controllano la quantità apparentemente infinita di denaro coinvolta in questo giro di affari. Un’epica lotta per il potere si scatena coinvolgendo tutti i livelli di questa gigantesca piramide criminale, dallo spacciatore all’angolo della strada fino al più potente boss della malavita organizzata internazionale: i loro introiti e le loro stesse vite sono in pericolo.

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