Cannes 71: Ekaterina Yarotskaya ci parla di Leto, di Kirill Serebrennikov

Il nostro incontro con Ekaterina Yarotskaya, produttrice di Leto, di Kirill Serebrennikov

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Presentato all’ultima edizione del Festival di Cannes, Leto è un film che racconta la scena rock underground di San Pietroburgo nell’estate del 1981, allora chiamata ancora Leningrado.

Diretto da Kirill Serebrennikov, il film segue le vicende di tre personaggi: il vecchio rocker Mike Naumenko (Roman Bilyk), sua moglie Natasha (Irina Starshenbaum), e Viktor Tsoi (Teo Yoo), cantautore esordiente. Quest’ultimo diventerà una leggenda in Russia con la band Kino solo dopo la sua morte avvenuta nel 1990 quando aveva solo 28 anni.  

Kirill Serebrennikov, già a Cannes per Parola di Dio nel 2016, non ha potuto essere presente alla 71^ edizione del Festival in quanto agli arresti domiciliari per via del suo attivismo lgbt. 

Noi di Badtaste.it abbiamo avuto l’occasione di intervistare Ekaterina Yarotskaya, co-produttrice del film.  

Di cosa parla Leto? 

Leto, che in russo significa estate, racconta il periodo in cui Viktor Tsoi, futuro leader dei Kino, conosce Mike Naumenko, leader della scena rock underground di San Pietroburgo, e con lui la sua compagna e madre di suo figlio, Natasha. A livello temporale il film segue la loro storia nell’estate del 1981.  

Come ti sei avvicinata al progetto del film?  

È tutto iniziato quando il produttore Ilya Dzhincharadze mi ha contattato per dirmi che era riuscito a ottenere i diritti sulla musica dei Kino e che di conseguenza c’era l’intenzione di fare un film su Viktor Tsoi. Ho pensato fosse folle perché Viktor Tsoi è come Prince o Bob Dylan in Russia. Era come voler fare un film su Gesù Cristo! Una materia molto rischiosa, infatti già dall’inizio avevamo molti dubbi, ci chiedevamo se ne valesse davvero la pena. Ci sembrava molto difficile portare a termine il film, soprattutto nel modo meraviglioso in cui poi è stato fatto.  

Cosa è successo a Kirill? Lui non ha potuto venire a Cannes.  

Ci sono varie versioni al riguardo, io credo onestamente ci sia una motivazione politica dietro. Kirill è stato accusato di aver compiuto una frode con dei soldi governativi per un progetto che riguardava il suo teatro e in particolare il suo festival, Platforma. Ogni artista in Russia è dalla sua parte, lui è molto liberale e aperto sostenitore di diritti dei gay e dei diritti per la libertà.  

Gli anni 80 sono considerati un periodo fastidioso di cui parlare per la Russia?  

La Russia è un paese strano, ci sono sempre stati momenti storici considerati rivoluzionari, c’è sempre stata una cultura, un movimento di ribellione sotto la superficie. Anche se pensiamo alla letteratura con Dostoevsky, Chekhov, o alla musica con Tchaikovsky, l’arte è sempre stata un mezzo di protesta, per portare a una rivoluzione. Credo sia nel DNA russo voler cambiare le cose, volere avere più libertà di quella che si ha. 

Cosa ha spinto Kirill a fare questo film?  

Lui è un artista meraviglioso. Sia lui che Ilya Dzhincharadze avevano un’idea e la volevano condividere. Kirill era la scelta giusta e l’unica che potevamo fare, è una persona che lotta per la libertà ed è proprio il messaggio che il film vuole portare. Siamo stati molto soddisfatti della sceneggiatura e dell’aver avuto Kirill a dirigerlo. Quello che gli è successo è terribile ma ha dato molta attenzione al film. Anche se la scelta da parte del festival di Cannes di avere Leto non è stata politica, ma per il fatto che il film è molto bello.  

Qual è il messaggio?  

È un film che parla dell’amore e della libertà, e della musica ovviamente, del rock & roll e dello spirito rivoluzionario.  

Perché la scelta del bianco e nero?  

È una scelta di Kirill. Credo sia per dare un’idea del tempo in cui è ambientata, gli anni ’80, e non al giorno d’oggi.  

Come è stato il processo di selezione degli attori?  

Il processo di casting è stato lunghissimo e stancante. Non ricordo nemmeno quanti attori sono stati visti, credo centinaia.   

Che tipo di caratteristiche cercavate in questi attori? Era importante per voi che assomigliassero ai veri artisti?  

Kirill aveva un teatro a Mosca. Ha sempre avuto l’occhio per gli attori, tutti quelli che lavorano al suo teatro sono bravissimi. Io al momento lavoro per TNT Network, un canale russo televisivo, e il suo teatro è una fonte incredibile per trovare attori davvero validi. Quindi non cercavamo solo delle specifiche caratteristiche fisiche di somiglianza ai personaggi, ma anche abilità e talento.  

La musica è originale?  

Ci sono delle cover delle canzoni. L’attore che interpreta Mike Naumenko (Roman Bilyk) è un musicista prima di essere un attore. Dieci anni fa era un cantante pop e tutti lo conoscevamo in quanto tale, nessuno si sarebbe aspettato che sarebbe stato capace di recitare così bene! Ramon era sconvolto nel vedere quanto talento avesse! Non capita spesso, anzi non saprei nominare un altro musicista in grado di essere anche un bravo attore. 

Kirill è appassionato di musica?  

Moltissimo, come tutti gli artisti. Puoi immaginare un film senza musica? Impossibile. Lui ha 48 anni, quindi ha vissuto gli anni ’80 e la scena musicale underground che in Russia è sempre stata importante. Anche quando ne parlo con i miei genitori mi raccontano delle band che seguivano, a volte di nascosto, da giovani. È una questione culturale.  

Kirill come ha gestito lo svolgimento del film considerando l’arresto? 

È stato arrestato sul set del film mentre girava lo scorso agosto. Quindi da lì in poi è stato in grado di occuparsi della post-produzione da casa sua.   

Da produttrice ti sembra rischioso supportare un artista come lui?  

Tra tutti i progetti che ho realizzato, questo è l’unico ad avere una base politica. Credo che l’arte non debba essere intaccata dalla politica e credo anche nella libertà di parola. Molte persone mi dicono che adesso il mio nome sarà legato a questo progetto. Ma il film sarà distribuito ampiamente in Russia e si farà conoscere per il bellissimo film che è. Di cosa dovrei avere paura? Di supportare un artista come Kirill? Non credo proprio.  

Qual è il futuro del film quindi?  

Sarà distribuito in Russia da Sony a partire da giugno. Spero faccia molto bene.   

Hai un sentore di come verrà accolto in Russia?  

È molto interessante capire come il film andrà una volta uscito, ma non si può mai predire. Credo che piacerà, che sarà un piacevole film estivo.   

Che altri progetti hai adesso? 

Il mio prossimo progetto è un film americano, Bushwick Beats, siamo in fase di post-produzione. Un film sull’amore e sui diritti delle donne. Ci lavoro con due produttori americani e due russi. Dal punto di vista degli affari è più remunerativo un progetto in inglese, è più vendibile in più territori anche se credo che i film russi stiano attraversando una fase vibrante e molto interessante. Sono aperta a tutto, credo nella cultura globale. E mettere insieme l’America e la Russia in un film che parla d’amore direi che è il massimo, in un mondo in cui ci sono Putin e Trump e tutte le follie che vediamo ogni giorno! Diffonderemo il nostro messaggio.  

 

 

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