C'è più Favino in Rush che nella sceneggiatura originale
Abbiamo incontrato cast e regista di Rush arrivati a Roma in massa per promuovere il film. Ovviamente non poteva mancare Pierfrancesco Favino...
Immancabile cappello da baseball e aria rilassata, l’affollata conferenza stampa di Rush vede Ron Howard nel posto centrale, ai suoi lati Lauda e Hunt, Chris Hemsworth e Daniel Bruhl, e poi Alexandra Maria Lara (moglie di Niki Lauda nel film) e Pierfrancesco Favino che ha interpretato Clay Regazzoni.
Peter e io siamo diventati amici scrivendo insieme Frost/Nixon, proprio in quel periodo lui ha scoperto la storia e me l’ha raccontata. Entrambi ci avevamo visto la medesima cosa, ovvero dei personaggi unici che abitano un mondo affascinante. Così abbiamo lavorato insieme anche a questo script, fatto ricerche, confrontato le nostre idee e anche fatto le prove con il cast. Tutti questi passaggi hanno evoluto la sceneggiatura iniziale, anche perchè Peter è sempre aperto a nuove idee e in questo film era anche un produttore, dunque l’ha seguito proprio tutto.
Howard - Penso che la maniera in cui ci relazioniamo alla morte sia una delle cose che ci rende unici come esseri umani e mi affascina. Sia Lauda che Hunt hanno una prospettiva interessante sulla morte come del resto ogni pilota di Formula 1 specie negli anni ‘70.
Bruhl - Niki era un calcolatore e la stima che faceva, il fatto che fosse disposto ad accettare solo un 20% di rischio è vera, me l’ha detta quando l’ho incontrato prima del film. Era un pioniere, in un’era in cui i piloti erano delle star sregolate lui era come quelli di oggi, un calcolatore molto disciplinato. Ovviamente rischiava ma da ragioniere, e anche quando alla fine capisce che c'è qualcosa di più importante è la razionalità a fargli comprendere che non vale la pena di rischiare così tanto.
Hemsworth - James ovviamente era molto più viscerale nel suo approccio, faceva quel che sentiva di voler fare. Mentre Niki allontanava il pensiero di morte con i calcoli James lo faceva non pensandoci dandosi alle donne e al bere. Ogni pilota trova a modo suo uno sfogo a queste paure. Il bello in questi ragazzi è il fatto che la paura di morte li forzi a vivere il presente in un mondo in cui non si fa che pensare al futuro o al passato. Attività come queste ti obbligano ad essere focalizzato al massimo sull’oggi, certo io non lo porto all'estremo come loro ma cerco di focalizzarmici.
E’ vero che il colloquio di Alexandra Marie Lara è avvenuto via Skype?
Si, ero in Cina e Ron mi ha chiamato via Skype. Poi sono rimasta tra i suoi contatti e una volta mi ha chiamato perchè voleva chiedermi una cosa e stavo tagliando le cipolle. Ero in lacrime e non sapevo se rispondere o meno perchè mi vergognavo
Dovevi dirmi che avevi appena finito di leggere la sceneggiatura [replica Ron Howard ndr]
Daniel quanto conoscevi la Formula 1 prima di iniziare il film?
Sono cresciuto a Colonia, che è ad un passo dal Nurburgring [il circuito del noto incidente di Lauda ndr], quindi conoscevo bene la Formula 1, specie la storia di Lauda. In più Colonia è anche la città di Schumacher, quindi… Però ho smesso di seguire lo sport proprio quando Schumacher ha cominciato a vincere di continuo e ho ripreso a seguirlo dopo aver visto il bel documentario su Senna.
E Chris?
Non sapevo niente di Formula 1, l’ho conosciuta facendo ricerche per il film e me ne sono innamorato. Ora ne ho un grandissimo rispetto.
Infine Pierfrancesco Favino, come hai lavorato su Regazzoni? Dove si inserisce rispetto agli estremi di Hunt e Lauda?
Penso che Clay si sentisse più vicino ad Hunt, non era un pilota moderno e disciplinato, cosa che ne aumentava la simpatia. Aveva una guasconaggine anche nell'aspetto che lo rendeva immediatamente simpatico, me lo ricordo.
A questo punto Ron Howard ci ha tenuto ad aggiungere una cosa:
Il casting è stato bello da fare e ho scoperto attori come Chris e Alexandra ma quando ho pensato al personaggio di Regazzoni ho avuto da subito solo un nome in mente e sono felice che Pierfrancesco abbia voluto farlo. Non è un ruolo principale ma è molto importante e credetemi nel film c’è molto più Regazzoni di quanto non stesse nella sceneggiatura e questo grazie alle idee e alla creatività di Pierfrancesco sul set.