Black-ish, Anthony Anderson: "La serie permette di raccontare storie che hanno risonanza in tutto il mondo"

Anthony Anderson, il protagonista della serie, ha svelato cosa rendere Black-ish un progetto che lo rende estremamente orgoglioso e come è il lavoro con un cast multigenerazionale

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Black-ish è da oggi disponibile su Star, la nuova sezione di Disney+ e, per l'occasione, abbiamo avuto l'occasione di fare qualche domanda al protagonista Anthony Anderson, interprete di Andre 'Dre' Johnson.

La serie, arrivata attualmente a quota sette stagioni, ha al centro la famiglia afroamericana composta da Dre e sua moglie Rainbow (Tracee Ellis Ross) e dai loro figli Zoey (Yara Shahidi), Andre 'Junior' (Marcus Scribner), Jackson 'Jack' (Miles Brown), Diane (Marsai Martin) e DeVante (August e Berlin Gross).
Nel cast ci sono inoltre Jenifer Lewis nel ruolo di Ruby Johnson, la madre di Andre che non va d'accordo con la moglie del figlio, Anna Deavere Smith che ha la parte di Alicia Johnson e Laurence Fishburne con il ruolo di Earl, il padre di Dre che vive con il figlio, sua moglie e i nipoti, dando spesso consigli o una prospettiva unica sui problemi della famiglia e sugli eventi che avvengono nella comunità.

La serie Black-ish è stata accolta in modo estremamente positivo da parte della critica e degli spettatori, dando vita anche agli spinoff Grown-ish e Mixed-ish.

La serie è arrivata alla sua settima stagione, cosa la rende ancora in grado di motivarti ad andare sul set e continuare a interpretare il personaggio?
La storia è così personale per tutte le persone coinvolte, e questo mi spinge ogni anno a tornare, anche tenendo conto delle conversazioni che permette di avere con le persone, anche con la stampa, riuscendo a raccontare qualcosa di personale che ha comunque risonanza in tutto il mondo. Si tratta di qualcosa di cui andare orgogliosi e arrivare a una settima stagione, e tornare per un'ottava, è incredibile e dimostra che stiamo facendo qualcosa di giusto e c'è un pubblico interessato alla storia che stiamo raccontando, che rispetta e ama il progetto, e che riusciamo a intrattenere.

Di quale episodio sei maggiormente orgoglioso?
Ce ne sono diversi, ma inizierò proprio con il pilot che ha gettato le basi per quello che abbiamo fatto negli ultimi sette anni, ha introdotto tutti i personaggi, le storie che avremmo raccontato, chi siamo e in particolare chi è Dre, quali sarebbero stati gli ostacoli che avrebbe affrontato nel corso della serie. Poi c'è una puntata intitolata Lemons, un'altra in cui parliamo del movimento Black Lives Matter, un episodio in cui si parla della storia del presidente Obama, uno sulla depressione post partum... Sono storie reali che ci riguardano tutti, che parlano di ciò che accade nelle nostre comunità. Poter proporre queste storie, trasmettere certi messaggi, e farlo in un modo che intrattenga gli spettatori significa davvero tanto per tutti noi.

I membri più giovani del cast sono ovviamente cresciuti nel corso degli anni lavorando quotidianamente con voi. Che tipo di rapporto avete? Hai dato loro dei consigli su come affrontare la fama e i mezzi di comunicazione?
Penso sia interessante perché ho potuto scegliere l'intero cast e alcuni di loro erano dei bambini quando abbiamo iniziato. Poter vederli crescere, e crescere con loro, è stata una lezione per tutti noi e spero di aver trasmesso un po' di saggezza, nel corso degli anni, per quanto riguarda cosa fare e cosa evitare in questo settore e su cosa aspettarsi mentre si lavora. Credo che abbiano ascoltato e preso appunti, basta vedere quanto sono cresciuti personalmente e professionalmente. Non riesco a immaginare un cast migliore con cui lavorare negli ultimi sette, ora otto, anni e non vedo l'ora di lavorare ancora con loro. Li considero come dei figli. Per molto tempo ho trascorso più tempo con loro che con i miei figli nella vita reale, ho trascorso 14 ore al giorno, cinque giorni alla settimana, facendo quello che amiamo, e penso si prenderanno cura di me quando sarò anziano. Un giorno busserò alla loro porta, farò una telefonata ai loro uffici per andare alla ricerca di un lavoro quando sarò in crisi. Spero di essere stato gentile in modo che mi ripaghino più avanti nella mia vita.

In che modo sono cambiate le storie raccontate nella serie? Che direzione prenderà black-ish in futuro?
Le storie che stiamo raccontando sono quelle che stanno accadendo intorno a noi e hanno degli effetti sulle persone. Continueremo a condividere una fetta di vita che riguarda questa famiglia composta da tre generazioni che vivono sotto lo stesso tetto, mostrando le prospettive diverse: c'è quella di mamma e papà, la prospettiva dei figli, di Dre e Bow, la prospettiva di Bow che è una donna di origini miste nel mondo in cui viviamo... Continueremo a raccontare la storia di questa famiglia che sta crescendo, che sta ancora imparando confrontandosi e sta cercando di andare avanti in questo mondo in cui vivamo e mostrando come gli eventi in corso nella società hanno un effetto su di loro, sulla comunità. Potete aspettarvi questo tipo di storie da parte nostra.

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Nel cast della serie ci sono anche Jenifer Lewis e Laurence Fishburne, due star di grande esperienza, come è lavorare con loro? C'è spazio anche per qualche momento all'insegna dell'improvvisazione sul set sfruttando il loro talento?
Io e Laurence Fishburne ci conoscevamo da anni prima di lavorare alla serie e abbiamo sempre avuto un grande rispetto reciproco e parlato della possibilità di collaborare. E finalmente abbiamo ideato questa serie in cui poteva interpretare mio padre. Coinvolgere Laurence è stato il fiore all'occhiello del progetto. Jenifer Lewis è la madre della "Black Hollywood" e l'ho sempre ammirata crescendo e ho visto tutto il suo lavoro, quindi è stato grandioso averla nel mio cast. Per quanto riguarda l'improvvisazione, pensando anche ai giovani, scherzo sempre perché all'inizio i ragazzi provavano a farlo, ma non funzionava. Ho dovuto dire 'Ragazzi, seguite le parole sulle pagine. Non avete ancora imparato a improvvisare! Non avete ancora le conoscenze per farlo!'. Ma ora rimango seduto e li osservo fare quello che vogliono, sono giovani adulti che hanno avuto esperienze di vita e professionali in questo settore, sono in grado di capire cosa funziona e cosa no. Fare un passo indietro e far parte della loro 'magia' è un vero dono e sono onorato di essere coinvolto in quello che fanno.

Quale è stato l'aspetto più complicato e quale quello più soddisfacente nell'interpretare Dre?
La cosa più complicata è assicurarsi che il personaggio non sia unidimensionale, dargli spessore, mantenerlo interessante, riuscire a continuare a intrattenere il pubblico e mantenerlo interessato al patriarca di questa famiglia. Quello più soddisfacente è poterlo fare e condividere con il cast questa possibilità, continuando a trovare un modo diverso per raccontare le storie da punti di vista differenti, e poter contare sull'interesse anche della stampa sette stagioni dopo, mantenere l'attenzione di tutte le persone intorno al mondo.

Che aspetti della tua personalità pensi di avere in comune con Dre?
Ci sono molte somiglianze tra me e il mio personaggio, metto molto di ciò che sono personalmente nel personaggio perché si basa liberamente sulla mia vita e su quella di Kenya Barris. Cerco di usare e dare al mio personaggio un po' della mia sensibilità. Alcuni anni fa mia figlia, che ora ha 25 anni, stava discutendo con me a casa e si è girata verso di me chiedendomi perché non potevo essere più simile al mio personaggio televisivo. E ho pensato 'Aspetta un attimo! L'ho creato io!'. Spero di essere come lui perché sono così e credo di dare molto al mio personaggio, tanti elementi sono sviluppati dai produttori e dagli autori, seguo le loro indicazioni, ma alla base c'è quello che è Anthony Anderson.

Come pensi che l'elezione di Joe Biden avrà un impatto sulla serie e sulla prossima stagione?
Non lo so. Sono stato abbastanza fortunato nella mia carriera e ho potuto lavorare anche in una serie come Law & Order e loro prendono le storie dai titoli di cronaca e le raccontano negli episodi, è il modo in cui lavorano. Noi invece raccontiamo storie che sono legate in modo naturale ai nostri personaggi. Potremmo scrivere degli episodi in cui si mostra come l'ideologia e le azioni del Presidente Biden abbiano delle conseguenze sui nostri personaggi, ma non cerchiamo in modo specifico di attingere alla cronaca per delineare le puntate. Di tanto in tanto abbiamo dato la nostra prospettiva agli eventi realmente accaduti che hanno degli effetti sulla comunità e in particolare su questa famiglia, quindi può essere che racconteremo qualcosa nelle puntate legato alla nuova presidenza.

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