BAO Publishing: Nova ci presenta 24/7, la sua nuova graphic novel
Abbiamo parlato con Nova di 24/7, la sua nuova graphic novel ambientata in un supermercato, recentemente pubblicata da BAO Publishing
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
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Nova - La scelta del titolo è dovuta al fatto che 24/7 è anche una pratica nel BDSM in cui una persona è schiava di un'altra per tutto il tempo, come si legge anche nelle prime pagine del libro. In queste pratiche ci sono delle regole, si basano sul consenso di chi le fa, come la vita reale: i protagonisti del libro, ad esempio, avrebbero potuto prendere decisioni diverse che magari non li avrebbero portati in quella condizione di costrizione.
Mi piaceva molto il divario tra essere una persona mediocre e avere un nome importante, per questo il protagonista si chiama Dante. E poi è una citazione del film "Clerks", dove il personaggio principale si chiama così. In questo fumetto ho messo anche dei riferimenti autobiografici, in diversi dei personaggi. Ho preso spunto dalle esperienze di persone che conosco o che io stessa ho avuto, il lavoro vissuto con rassegnazione è quello che ho sperimentato fino al giorno in cui ho deciso di fare fumetti. E credo che, come me, molti altri possano rispecchiarsi in questa visione un po' nichilista, a partire dalla mia generazione.
Volevo che tutte le comparse fossero a loro modo disturbanti. Ad esempio, per l'anziana mutante ho preso ispirazione dalla bibliotecaria di "Ghostbusters" e dalla signora dello spot anni Ottanta del detersivo Ace (una delle cose più spaventose di sempre). Poi c'è il personaggio della madre che dice di sapere tutto, che è un'estremizzazione, per questo volevo che sembrasse interamente fatta di ovuli, liquefatta, il peggio delle cosiddette “mamme pancine”. Il padre invece, che vuole essere una figura autoritaria a tutti i costi, sembra fatto di acciaio e lame appuntite ed è velocissimo, non puoi sfuggirgli."24/7" è stato molto più facile per me da realizzare rispetto a "Stelle o sparo", perché è un libro meno intimo e con un approccio più grottesco. Poi è il mio secondo lavoro lungo, quindi anche dal punto di vista tecnico mi sono trovata meno in difficoltà e più organizzata. Questa è una storia molto nelle mie corde, sono una grande appassionata di horror e mi sono divertita tantissimo a realizzarla. Il primo libro è stato un salto nel vuoto, ma so che se non avessi disegnato "Stelle o sparo" come primo fumetto non avrei più fatto una storia come quella. Avevo raggiunto un limite emotivo e l'ho sviscerato, se avessi lavorato subito a una graphic novel di genere non avrei più avuto il coraggio di tornare indietro e provare a tirare fuori un racconto così intimista.
Ho sparato subito “la cartuccia emo” con l'idea di raccontare poi storie più distaccate, anche se c'è una base autobiografica. Anche in "24/7" C'è una sottotrama emo – le difficoltà di vita, la disillusione, un cuore spezzato – ma lo stile narrativo è cambiato. "Stelle o sparo" era volutamente più oscuro di quello che poi sono io nella vita.Tra le influenze cinematografiche c'è sicuramente Romero, per l'impostazione della sottotrama politica: in "Zombi" del 1978 vuole rappresentare uno spaccato della società e una critica al consumismo. Io volevo fare la stessa cosa, trasportandola ai giorni nostri. Per questo volevo che l'ambientazione fosse un discount: ormai, in un'era di acquisti online, è un posto vintage. Ma quando con il primo lockdown siamo tornati prepotentemente nel nostro immaginario, sono andata in crisi! Improvvisamente mi sembrava di tratteggiare la realtà che stavamo vivendo, nella quale i supermercati venivano presi d'assalto, una circostanza totalmente diversa da quello che cercavo di raccontare e non volevo essere fraintesa! Sono sollevata che il libro sia uscito ora che quella situazione è quasi solo un ricordo.
Per l'incipit del libro i sono ispirata al film del 1985 "Il ritorno dei morti viventi", dove i primi minuti sono una “spiegazione-non spiegazione” di quello che succede in seguito: ci sono dei liquami tossici che si spaccano, creano una nube che poi piove sul cimitero e sveglia i morti. Per me è una trovata narrativa ancora molto fresca! È ciò che più rimpiango del cinema degli anni '80, ora nessuno si azzarda a fare qualcosa di così semplice e immediato, prendendosi il rischio di non chiarire per filo e per segno allo spettatore quello che è successo. Gli horror moderni perdono tempo a raccontarti tutto nel dettaglio, rovinando il fascino del mistero. È il motivo per cui guardo questo tipo di film, dev'essere incomprensibile, qualcosa di fuori dalla realtà. Volevo rifarmi proprio agli splatter cafoni, con gli effetti speciali da due lire ma potentissimi, senza troppe spiegazioni.
La storia praticamente si apre citando una canzone di Orietta Berti. Ho iniziato a lavorare al libro nel 2019 e lei è andata a Sanremo nel 2021, quindi si sappia che sono stata profetica! Vorrei mi venisse riconosciuto il fregio di aver riesumato Orietta Berti prima di Fedez, sai per il mio curriculum.
Nel fumetto ci sono tanti sottotitoli che si riferiscono a brani esistenti, volevo che le canzoni entrassero nelle scene come nel film Gummo di Harmony Korine, che ha intermezzi di musica feroce in scene apparentemente tranquille. L'impostazione del racconto è molto cinematografica, immaginavo costantemente ci fosse la classica musica da supermercato che usciva dalle casse. Inizialmente volevo anche inserire fra le pagine una persona che cambiava il nastro e metteva canzoni che non c'entravano nulla, ma non avrei saputo giustificarlo a livello grafico. Se un giorno mi chiamassero per l'adattamento a serie TV, avrei già tutte le canzoni in mente!
Durante l’incontro abbiamo potuto porre qualche nostra domanda all’autrice.
Ti sei ritrovata a lavorare a "24/7"; durante lo scoppio della pandemia; al di là della centralità dei supermercati, l'anno scorso ci sono state molte riflessioni sulle condizioni lavorative, sul precariato... c'è qualcosa che hai deciso di cambiare nel fumetto per quello che è successo?
Nova - In realtà no, ho solo cambiato il registro di alcune scene perché volevo fossero più esasperatamente grottesche, proprio per distanziarmi da quello che stava succedendo. Avevo chiare in mente le dinamiche che volevo rappresentare, come il senso di sconfitta o la consapevolezza di avere un lavoro senza alcuna tutela.
Questa fascinazione per i supermercati la troviamo anche nella tua biografia, dove affermi di voler essere ricordata come l'Eurospin del Fumetto italiano. Hai mai cercato di ambientare "24/7" in un Eurospin o sapevi dall'inizio che sarebbe stata una battaglia legale troppo dura?
In realtà sì, intimamente tutti sappiamo che quello potrebbe essere un Eurospin, ma non credo proprio che sarebbe stato possibile... ci manca solo che la catena mi denunci come il tizio della copertina di Nevermind ha fatto con i Nirvana!
Hai esordito nell'autoproduzione e parallelamente alle tue graphic novel per BAO stai continuando a realizzare lavori di questo tipo. C'è qualche storia breve tra le tue autoproduzioni che magari ti piacerebbe "far evolvere", espandendola in un fumetto più lungo?
Tutto quello che ho realizzato come storia breve era nato per essere una storia breve, per questo non avrebbe senso elaborarlo ulteriormente. Però ho alcune idee appuntate, non le ho ancora né scritte né disegnate, che si potrebbero prestare sia a racconti che a graphic novel, vedrò che opportunità ci saranno di declinarle. Per esempio, mi è sempre piaciuta l'idea di fare un volume di storie molto brevi sulla vita di provincia, cose assurde ma vere, le sto raccogliendo da anni... Riesco a immaginarla come un'autoproduzione fatta di getto, ma anche come un libro lungo fatto per bene.