BAO Publishing: Giacomo Bevilacqua ci parla di Troppo facile amarti in vacanza

Abbiamo parlato con Giacomo Bevilacqua di Troppo facile amarti in vacanza, il suo nuovo fumetto pubblicato da BAO Publishing

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Spoiler Alert
È uscito ieri Troppo facile amarti in vacanza, il nuovo fumetto di Giacomo Bevilacqua edito da BAO Publishing. In un futuro prossimo, la protagonista Linda attraversa un'Italia sfigurata, incontrando sul suo cammino una serie di personaggi grotteschi nei quali riconosce i comportamenti peggiori della nostra società.

Grazie alla casa editrice abbiamo avuto l'opportunità di partecipare a un incontro con l’autore riservato alla stampa, durante il quale ha raccontato com'è nato questo progetto. Bevilacqua ha trattato apertamente alcuni colpi di scena del fumetto, per cui consigliamo di proseguire solo dopo la lettura del volume.

Troppo facile amarti in vacanza, anteprima 03

Giacomo Bevilacqua - In questo libro ho voluto fortemente che la protagonista fosse una donna, perché in questo periodo storico c'è una palese rabbia che proviene da tutta una serie di situazioni, ci sono delle voci molto forti e importanti. Le protagoniste dei miei fumetti sono sempre state donne (a parte A Panda piace) perché per me il punto di vista femminile è molto più interessante da studiare, da capire, da raccontare rispetto a quello maschile. Sono cresciuto in una famiglia di sinistra quasi estrema su alcune cose, mia madre è femminista, i miei genitori hanno due associazioni culturali e fin da quando ero piccolo partecipavo agli incontri, andavo a vedere spettacoli teatrali sull'uguaglianza di genere, quindi ho sempre vissuto immerso in determinati valori.

Penso che il punto di vista femminile sia capace di uno spettro emozionale e di considerazioni molto più ampio del nostro; non credo che gli uomini siano macchiette, ma io mi diverto molto meno a scriverli. La vera protagonista de Il suono del mondo a memoria in realtà è Joan, la ragazza è il vero motore della storia, senza di lei sarebbe stato un fumetto su uno scemo che ha deciso di passare due mesi senza chiacchierare con nessuno, facendo foto ai palazzi. In questo libro ho voluto fortemente che la protagonista fosse una donna, perché in questo periodo storico c'è una palese rabbia che proviene da tutta una serie di situazioni, ci sono delle voci molto forti e importanti.

Troppo facile amarti in vacanza, anteprima 04

La lettera che Linda lascia sulla porta di casa sua nasce perché volevo dare al lettore da subito un forte imprinting su chi fosse la protagonista, sul suo carattere: è una persona che decide autonomamente di lasciare un Paese che ama e lo fa lasciando casa sua piena di roba, nel caso qualcuno ci si trasferisse. Lascia la porta mezza aperta, non la chiude. Da una parte con l'effettiva volontà di lasciarla a qualcuno, dall'altra magari c'è la speranza che prima o poi decida di ritornarci, questo non lo sappiamo. La sua firma con l'iniziale del cognome è un collegamento ad Attica, ma di più non posso dire.

Il politico che alla fine la accusa di essere una strega, di girare con un famiglio, non ci è andato tanto lontano. Com'è possibile che dovunque lei passa, questi muoiono? Passa un po' in sordina, ma sapendo che nei miei fumetti c'è sempre un po' di sovrannaturale...

Linda passa da Ferrara perché, scrivendo la sceneggiatura del fumetto, ho fatto uno studio geologico con l'aiuto dell'amico Leo Ortolani. Abbiamo pensato all'innalzamento dei mari in quella zona: serviva una bella città storica, che fosse sulla strada della protagonista e Ferrara era perfetta perché -purtroppo- è quella messa peggio, sarà la prima a essere inondata.

Le persone che in questo libro sono vecchie in realtà oggi sono giovani, perché questo libro è ambientato tra 40-50-60 anni. Sono figlie di un certo tipo di politica, di non-cultura, di ideali e valori che sono totalmente sballati. I personaggi che in questo mondo incarnano i miei stessi valori, quelli in cui più mi riconosco, in questa storia se ne sono già andati. I migliori invece sono quelli che sono rimasti e combattono, ne vediamo una parte nella palafitta, aiutano chi è in difficoltà.

Troppo facile amarti in vacanza, anteprima 05

Infatti le uniche persone con cui non sentiamo parlare Linda sono quelli delle ONG. Tutte le volte che Linda si ferma a parlare con qualcuno, si trova di fronte a un'aberrazione di questo Paese. A Linda le cose positive non interessano, perché se ne vuole andare; se si fermasse per una o due notti con quelli della ONG e sentisse cosa hanno da dire, probabilmente resterebbe. Ma non li vuole ascoltare, per questo in quelle vignette non ci sono balloon, non ci sono parole. Volevo portare all'estremo l'insofferenza che hanno certe persone per questo Paese, raccontarlo attraverso gli occhi di qualcuno che s'è rotto le scatole al punto che se ne vuole andare.

L'idea del colpo di scena finale, di confondere la linea temporale, è venuta da mio padre. Gli ho raccontato la storia, dei flashback che volevo inserire ambientati nell'albergo, di questo ragazzo che lavora per l'ONG e lei lo cerca... nell'ultima tappa Linda sarebbe andata a trovarlo prima di lasciare l'Italia. E mio padre mi disse "Fai il contrario, fai che si conoscono dopo". Mi sembrava l'idea migliore, dicendo distrattamente questa cosa mi ha riscritto completamente il fumetto. E funziona!

Durante l'incontro abbiamo potuto porre qualche nostra domanda all'autore.

Mi è piaciuta molto l'idea della colonna sonora con la canzone che apre ogni capitolo, ma mi ha sorpreso che l'ultimo brano sia "Resistere" dei La rappresentante di lista, pubblicato a fine febbraio. Pensando alle tempistiche di stampa e distribuzione del volume, mi sono immaginato un Giacomo che corre in tipografia all'urlo di "Fermate le rotative!!". Come hai sviluppato questa playlist e questo inserimento all'ultimo momento?

Bevilacqua - Mentre realizzo la parte tecnica, quindi disegni e colori, di solito ascolto audiolibri in lingua inglese, ho bisogno di qualcosa che mi distragga il più possibile così la mano va da sola. Ovviamente ho ascoltato anche tante canzoni e alcune me le annotavo perché erano adatte al mood di quello che stavo disegnando. L'idea della playlist è nata dall'inizio del progetto, ma la modifica delle canzoni c'è stata fino all'ultimo secondo. Un giorno stavo portando a passeggiare Zelda, il mio cane, e ascoltando il nuovo album de La rappresentante di lista ho sentito questa canzone e mi sono bloccato, perché parla esattamente del tema del fumetto, era il brano perfetto.

Ho scritto subito all'editor e al grafico, che in quel momento stava chiudendo gli impianti: non solo ho cambiato la canzone finale, ma la sequenza di vignette che ci sono nel finale dovevano essere concentrate in una pagina sola, invece le ho volute "aprire" così che venissero fruite di pari passo con la canzone. Tutti i miei fumetti devono avere una chiusa d'impatto e ho pensato che quelle immagini con quella musica avrebbero creato un epilogo molto forte, una sensazione dolce più forte di tutto l'amaro che è stato letto prima.

Troppo facile amarti in vacanza, anteprima 06

Mi ha sorpreso l'inserimento del sovrannaturale nel finale, di cui "si sarebbe potuto fare a meno". È un collegamento al resto del Keisonverse, ma non hai mai preso in considerazione di non inserire questo elemento, così da renderla una storia più realistica e che potesse fare presa su un pubblico più ampio?

Bevilacqua - Per me il Dio della scrittura è Chris Claremont, io sono cresciuto con i suoi fumetti che mi hanno trasmesso tutta una serie di valori. Gli X-Men che lui scriveva negli anni della mia formazione da lettore mi hanno dato l'imprinting, come autore ma anche come persona. Per me è imprescindibile mettere quel tocco di sovrannaturale, anche se solo accennato, è più forte di me. È come se fosse un tributo alla persona che più mi ha influenzato in assoluto.

Qualcuno potrebbe pensare che tutta l'idea del Keisonverse, con tutte le opere collegate, dipenda da una mia megalomania. Non è così: sono un rincoglionito cronico, perciò ho bisogno di piazzare su una timeline o su un quadro generale ogni libro che sto facendo, così ho l'idea di dove sono ed evito di perdermi. Sto giocando all'interno di una stanza di cui conosco i giocattoli.

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