Babylon, racconto di un'Hollywood estrema: "I nostri personaggi sono ispirati a persone reali"

Damien Chazelle, Margot Robbie, Brad Pitt e i protagonisti di Babylon raccontano l'ambizioso film in uscita a gennaio

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Babylon, uno dei film più attesi per la corsa ai premi Oscar 2023, è stato presentato per la prima volta in assoluto sabato 14 novembre presso il Samuel Goldwyn Theatre dell'Academy of Motion Picture Arts and Sciences di Beverly Hills (leggi le prime impressioni). In seguito alla proiezione, si è tenuta una sessione di domande e risposte con il regista Damien Chazelle (Whiplash, LaLaLand, First Man) e i protagonisti della pellicola: Brad Pitt, Margot Robbie, Diego Calva, Jean Smart, Jovan Adepo, Li Jun Li e Tobey Maguire. Noi eravamo presenti.

Il film, della durata di 3 ore e 8 minuti, segue le storie di diversi personaggi ai vertici e ai margini di Hollywood nel 1926, a partire dalla fine dell'era del cinema muto fino al debutto dei cosidetti “talkie”, ovvero i film con il sonoro.

Damien, hai iniziato a pensare a questo film 15 anni fa. Qual era l'idea? E come è cambiata nel tempo?

Damien Chazelle: Sono un appassionato di storia del cinema da molto tempo. Nel fare ricerca leggevo i particolari della storia iniziale, quasi precedente, di Hollywood, dell'industria cinematografica americana e di Los Angeles come città. Ricordo un momento, in particolare, circa 15 anni fa, che probabilmente mi ha spinto a intraprendere questa strada: ho letto di questo strano fenomeno in cui, verso la fine degli anni '20, c'è stata un'ondata di suicidi, di morti, che sembravano essere stati suicidi per overdose, un po' in sintonia con la macchia di un'epidemia di droga in corso in quel periodo. Ho iniziato a indagare, ero curioso di capire perché fosse successo. E ho scoperto che coincideva con una transizione che aveva visto coinvolti film come "Cantando sotto la pioggia" e simili, ovvero il passaggio dai film muti al sonoro. Non avevo mai pensato a questo aspetto brutale, e ho iniziato a pensarci in modo diverso. E all'improvviso ho riflettuto su questi comportamenti, alla vita estrema, alla passione, all'ambizione, alla spericolatezza, alla vita sfrenata che caratterizzava la Hollywood di quel periodo.

Quale è stata la cosa più difficile?

Damien Chazelle: In definitiva, avevo questa idea: fare un'opera corale ancorata a un certo numero di personaggi, che ci guideranno attraverso questo periodo tumultuoso, in particolare attraverso il passaggio da un'area all'altra. E doveva diventare una storia umana, in definitiva, volevo usare una galleria di esseri umani per riflettere su un cambiamento sociale più ampio che stava avvenendo in quel periodo, che mi affascinava, ma credo che la sfida sia diventata come distillare il tutto in quella galleria di personaggi.

Mi hanno detto che il film appena montato era di 4 ore.

Brad Pitt: Sono rimasto sorpreso di quanto sia rimasto nel film. La sceneggiatura era di 180 pagine. È già abbastanza difficile inserire 120 pagine in un film. E la mia prima domanda a Damien è stata: "Che cosa verrà tagliato?” E lui ha risposto: "Niente. Farò un minuto per pagina”, e più o meno è venuto fuori esattamente così.

Ricorda la sua prima conversazione con Damien?

Brad Pitt: Fin dai tempi di Whiplash sapevo che era un regista con una voce originale e che sarebbe rimasto in giro per un po'. Quindi ero piuttosto entusiasta quando ho ricevuto la chiamata. E poi ho letto la sceneggiatura. Come avete visto, è davvero un film ben strutturato. Quindi credo che le nostre prime conversazioni abbiano riguardato proprio il periodo e la comprensione di quel periodo, che non avevo mai considerato, non vi avevo prestato attenzione perché non è uno stile di recitazione che conoscevo. Non avevano il linguaggio quindi naturalmente dovevano comunicare con il viso. E solo quando mi sono seduto e ho visto alcuni dei film che Damien mi ha consigliato, ho scoperto il fascino e il calore di quei film.

Quale film ti ha fatto vedere?

Brad Pitt: I film di John Gilbert e Valentino. Mi è piaciuto moltissimo Giovanna D’Arco, è girato splendidamente.

Damien Chazelle: Anche il capolavoro Intolerance di D.W. Griffith è stata una grandissima fonte di ispirazione.

Margot, quanto il tuo personaggio è ispirato a Clara Bow?

Margot Robbie: Credo che in molti casi i nostri personaggi siano basati su persone reali o su un'amalgama di persone reali. E credo che questo sia sicuramente il caso di Nellie Del Roy. Damien probabilmente potrebbe dirvelo meglio perché ha scritto Nellie, ma direi che molto di lei è ispirato a Clara Bow e sicuramente ho trovato molta ispirazione quando ho fatto ricerche su Clara Bow e su altre persone.

È stato un ruolo difficile per te?

Margot Robbie: Voglio un sacco di bene a Nellie, ma è un personaggio estremamente estenuante. Ha richiesto tanto, fisicamente ed emotivamente; alla fine della prima settimana di riprese sono tornata a casa e ricordo di aver detto a mio marito: "È la cosa più difficile che abbia mai fatto" e lui mi ha detto: "Perché? Lavori sempre sodo”, ma questo film è davvero un'altra cosa.

Quale è stata la scena più difficile?

Li Jun Li: La scena del serpente a sonagli! Margot aveva questa cosa attaccata al collo con dentro del miele. Eravamo nel deserto. Lei indossava solo una salopette e io un vestito di seta e stavamo congelando. Tremavamo entrambe e Damien, che aveva tre strati di giacche, ci fa: "Oh, avete freddo?". (Ride) E poi mi dice: "Puoi succhiare più forte?". Intorno c'è sabbia e vento, e io sono lì che devo succhiare e poi sputare e rifarlo di nuovo, e darci dentro, perché per Damien non era abbastanza. È stato estenuante.

Toby Maguire: Credo la prima ripresa. Avevo i nervi così a fior di pelle che sono esploso perché la scena era lunga e le battute erano tante. Ho ripetuto e ripetuto le mie battute e, mentre mi esercitavo sulla scena, ho fatto un sacco di cose strane perché non sapevo ancora come fosse il personaggio. E io e Damien lo stavamo costruendo in corso d'opera. Così alla mia prima ripresa Matt Plouffe, uno dei produttori del film, mi ha detto: "Puoi arrivare a 16 su 10, puoi davvero allungare la scena" e io sono esploso in una palla di nervi e di espressioni strane e folli che non erano coerenti o consistenti. Alla fine della ripresa mi ha semplicemente detto: "Va bene, è ora di pranzo".

Jovan Adepo: La cosa più difficile per me è stata imparare a suonare la tromba. Molti attori mentono sul loro curriculum. Quando mi è arrivata la richiesta per il provino, il mio agente mi ha chiesto: "Suoni la tromba?". E io ho risposto: "Sì.” In verità l'avevo suonata per poco tempo alle medie, sapevo fare solo Mary Had a Little Lamb". E lui poi mi ha chiesto: "Sai suonare come Justin Hurwitz?". Quella è stata la cosa più difficile perché non leggo la musica. Non capisco le note o cose del genere. Ma Damien è stato abbastanza paziente da dirmi: "Hai tempo per imparare?". Così ho fatto sessione con un insegnante, un brillante trombettista.

Brad Pitt: Non so nemmeno cantare la canzone Tanti Auguri A Te, figuriamoci l'opera. Quindi, in realtà, solo per questi due piccoli versi credo di aver lavorato per circa tre mesi. Tipo tre volte a settimana.

Come ti sei preparato per il ruolo? Hai avuto un insegnante di recitazione?

Brad Pitt: No, ma circa 10 o 15 anni fa, mi sono sentito come in un punto morto da quel punto di vista. Così ho ricominciato da capo, con un insegnante di recitazione. Avevo come bisogno di sciogliermi o qualcosa del genere. Ed è stato davvero utile. Quindi è qualcosa che tornerei a fare a seconda del ruolo.

Diego, ho sentito che Damien ha visto una tua foto e ti ha contattato?

Diego Calva: No, in realtà mi hanno mandato una richiesta di casting. Nessuno mi aveva detto che si trattava di un film di Damien Chazelle, ovviamente. E ho mandato un mio self-tape. Poi ho incontrato Damien e abbiamo iniziato a scriverci, ho mandato credo un altro video e poi è successo il COVID. Quindi è stato un processo lungo. Ma è stato utile. Abbiamo avuto molto tempo per lavorare. Sono molto fortunato. Voglio dire, la mia vita è cambiata. Ma devo dire che è tutto merito di Damien, perché io e Damien abbiamo lavorato molto, mi ha dato il tempo di lavorare sul mio inglese, per esempio, di lavorare sul mio accento, di imparare ad andare a cavallo, di avere un allenatore di recitazione, di fare le prove, abbiamo provato l'intero film con Olivia (Hamilton, moglie di Chazelle). Una situazione molto insolita!

Il film ti ha lasciato con una nostalgia di ciò che Hollywood era o il contrario?

Diego Calva: Perché, non è ancora così Hollywood? Sono qui da una settimana e mi sembra uguale.

Babylon uscirà a gennaio in Italia.

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