Baby 2, parla il produttore: "Di certo sono più veritieri i dati di Netflix, misurati da loro, che l'Auditel"

Il produttore di Baby parla del rapporto con Netflix, dei dati di visione e cosa sarebbe successo se non fossero andati su Netflix

Critico e giornalista cinematografico


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Forte della legittimazione (meritata) arrivata da Netflix riguardo i dati di contatto di Baby (10 milioni di account l’hanno vista nelle prime 4 settimane in tutto il mondo) Nicola De Angelis di Fabula Pictures ha approfittato della promozione della stagione 2 della serie per spiegare il rapporto con Netflix e come, dal suo punto di vista, veda la situazione.

Fabula dal 2017 ha prodotto per il cinema Piccoli Crimini Coniugali di Alex Infascelli, Non C’È Campo di Federico Moccia e poi Un’Avventura. Non casualmente forse gli ultimi erano già prodotti con un target adolescenziale. Ora hanno in lavorazione il nuovo film di Vincenzo Marra, La Ferocia (dal romanzo omonimo di Nicola Lagioia), e Divin Codino di Letizia Lamartire (su Roberto Baggio acquistato da Netflix), oltre alla coproduzione internazionale Callas & Onassis con Noomi Rapace.
In tutto questo sono stati anche i produttori della prima e della seconda stagione di Baby, il titolo che li ha messi in contatto con Netflix.

Come vi trovate con Netflix a livello produttivo?

NICOLA DEANGELIS: “Netflix è meritocratica, dopo due stagioni lo posso dire”.

Quindi sapete già quando ci sarà la luce verde per la terza stagione?

NDA: “Dipende tutto da cosa scriverete voi di questa serie”

Non credo proprio.

NDA: “I dati di Baby sono stati divulgati, è stata vista da 10 milioni di account nel mondo nelle prime 4 settimane di trasmissione. È raro che Netflix diffonda dati come questi ma sappiamo che stanno dando vita ad una politica di informazione più precisa a distanze più vicine alla release e questo nella profonda logica di trasparenza fa bene”.

Sì più trasparenti va bene, ma rimane che non c’è un’entità indipendente a misurare questi dati. Noi ci dovremmo fidare del fatto che loro dicano la verità sui propri dati...

NDA: “Se guardi la fan base capisci che le proporzioni sono quelle giuste. Baby ha avuto un’esplosione repentina nelle settimane pre-natalizie. Fino all’inizio del 2019 erano proliferati gruppi su Instagram come funghi dopo una pioggia e non è un fenomeno italiano ci sono gruppi in Sudamerica, in Brasile, in Russia ecc. ecc. e poi arrivano i loro dati e dicono qualcosa di molto coerente con tutto ciò, dunque lo puoi vedere e capisci che è qualcosa di vivo. Cosa che invece non puoi fare sull’Auditel che è totale finzione ma non lo diciamo mai.
Preferisco di gran lunga i dati di Netflix a quelli dell’Auditel, sono di sicuro più reali. Ti pare possibile che girino almeno 400 milioni di euro l’anno assegnati tramite uno strumento non veritiero? loro sono più onesti perché almeno sono soldi loro e non c’è pubblicità”.

Secondo voi non ci fosse stato Netflix qualcun altro avrebbe voluto prendersi Baby?

NDA: “Io e mio fratello abbiamo lavorato per tanti anni nella bottega di famiglia fino a che abbiamo “spinoffato” qualcosa di nuovo e abbiamo creato una linea verde che ci permise di creare prodotto cinema, per poi capire che la sala è un formato più che uno state of mind. Così siamo tornati a bussare alla porta delle nuove opportunità che stavano iniziando ad operare in Italia, come Netflix, e a dire il vero l’abbiamo fatto nello stesso momento in cui lo fece Suburra. In quel caso perdemmo ma cocciutamente ci siamo messi a cercare il momento giusto e siamo arrivati forse con il prodotto giusto nel momento giusto, perché in Italia un teen drama non s’è mai fatto”.

Quindi mi stai dicendo che non ci vorrà molto per capire se sì fa la terza?

NDA: “Te l’ho detto dipende tutto da come ne scriverete voi”

Sì vabbè… Allora te lo posso dire subito: vai, giratela. Vi autorizzo io.

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