Venezia 71 - Intervista: Ami Canaan Mann spiega la musica del suo film veneziano

Musica suonata dal vivo e suonata registrata, musica doppiata bene e musica che sta nel film che Ami Canaan Mann ha presentato a Venezia: Jackie & Ryan

Critico e giornalista cinematografico


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Parlando con Ami Canaan Mann (figlia di Michael) è difficile evitare di pensare che tutta la precisione, il dettaglio e la cura che racconta di aver messo nella costruzione degli ambienti e del background culturale del suo film (e si vede!) non abbiano nulla a che vedere con la leggendaria maniacalità del padre. Tuttavia Jackie & Ryan, il film che propone quest’anno nella sezione Orizzonti del Festial di Venezia, è un’opera lontanissima dai lidi paterni, un boy meets girl con musica country semplice ed efficace, che ha proprio nei riferimenti musicali (il country contemporaneo) e nella musica suonata la sua parte più forte.

Con Inside Llewyn Davis è forse il film meglio suonato degli ultimi anni, bellissime canzoni e grandi performance, è tutta roba vera? Erano proprioBen Barnes e Katherine Heigl a suonavare e cantavare o ci sono stati dei doppiaggi?

Sono sempre gli attori a cantare, mentre a suonare no. Solo Ben Barnes lo fa ogni tanto, per le parti più facili. Considera che prima di iniziare non sapeva proprio suonare la chitarra, è impressionante quanto in pochi mesi sia riuscito ad arrivare a padroneggiare lo strumento così da muovere bene le mani e le dita nei playback difficili e addirittura suonare le parti facili.

Chi è che doppia?

É Nick Hans, l’autore della colonna sonora, lui fa le parti complesse [quasi tutte ndr]

Sembra che la musica sia più che altro registrata, c’è qualcosa che avete eseguito live durante le riprese?

Pochissimo. La scena in cui Ben canta sul portico [un momento molto confidenziale e bello ndr] e tutta la canzone finale eseguita nello studio. Ma per me la cosa importante era il realismo dei movimenti. Sono una ex violoncellista e se sento un vibrato voglio vedere un vibrato nella scena.

Allora perchè non suonare più musica dal vivo durante le riprese?

Per motivi di sincronizzazione. Si può anche fare ma è un inferno, ci vuole metronomo altrimenti ogni ciak ha un tempo diverso e io non potrei usare riprese diverse da ciak diversi ma solo quello che è venuto meglio. Per la scena finale dello studio in realtà c’è un trucco, in origine doveva esserci una musica registrata anche lì e gli attori dovevano solo suonare in modo che i movimenti coincidessero con il sonoro, quindi avevano la musica in sottofondo e andavano a tempo con quella. Tuttavia alla fine la loro prestazione è risultata molto migliore del disco e ho tenuto quella.

Cos’è venuta prima: la musica o la storia?

Un po’ di tutte e due. L’idea e la voglia di fare questo film mi è venuta quando ero ad Austin al South by Southwest Festival mentre per strada vedevo l’esibizione di un gruppo country, al banjo c’era per l’appunto Nick Hans, con il quale poi sono diventata amica e che ha scritto tutte le musiche del film e ha arrangiato quelle non originali. Un paio le ho anche scritte con lui.

In armonia con il genere musicale i protagonisti sono entrambi in movimento, senza fissa dimora, dei nomadi...

Si, Jackie non ha una casa in quel momento, è in vacanza dalla madre, mentre Ben si muove saltando sui treni ed è senza fissa dimora. Entrambi non sanno dove stanno andando, entrambi sono in transizione, ognuno bloccato da qualcosa e in questo c’è il legame che l’uno riconosce nell’altra.

Personaggi come Ryan, dei nomadi della musica country, senza dimora che girano per città vivendo alla giornata esistono ancora? É questo che intendi quando dici che hai fatto ricerche per approfondire la cultura dietro questo genere?

Si, esistono. Sono qualcosa di diverso dagli hippie perchè rispetto a quel che accadeva negli anni ‘60 o nella beat generation in loro non c’è il senso di vivere un’avventura, almeno così mi pare di capire. Per loro e per Ryan è proprio una scelta quella di vivere in questa maniera, qualcosa di decisamente più profondo e coerente.

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