Ad Ancona riapre la storica sala del Teatro Italia
Oggi, ad Ancona, città dove la situazione della sala è decisamente sconfortante, riapre lo storico Cinema Teatro Italia
Ancona, una delle dodici città capozona della distribuzione cinematografica italiana, è un po' una "città senza cinema": i cinema ci sono, ma la situazione generale non è delle più rosee.
Certo, in tutta la provincia di Ancona e in tutta la regione Marche, hanno riaperti gli ex UCI Cinemas, ma, come ho avuto modo di spiegarvi in un editoriale in cui ho affermato, senza mezzi termini, che in certi casi “il principale nemico del cinema non è il COVID, ma il cinema stesso”, si tratta di sale che, al massimo e come accaduto in quella di Ancona, sono state migliorate solo dal punto di vista delle sedute e non della qualità di visione. Tanto che, sempre senza i mezzi termini di cui sopra, ho affermato a gran voce “Beh, a quel punto meglio il 4k e l'home cinema che ho a casa”.
Ieri ho potuto fare una chiacchierata con Chiara incentrata proprio su di un cinema vecchio stile, 600 posti fra platea e galleria, a cui sono intimamente legato fin dalla più tenera età. È il cinema dove vidi Beetlejuice di Tim Burton, Scappo dalla Città – La vita, l'amore, le vacche di Ron Underwood, Codice d'onore di Rob Reiner, Intervista col vampiro di Neil Jordan, The Rock di Michael Bay, il trashissimo film di Street Fighter al quale non posso non voler un mondo di bene e decine di altri che non sto qua a elencare. È il cinema il cui corridoio d'ingresso, con le loggette per ospitare i poster dei “Film di prossima uscita”, era il “BadTaste di quando avevo dieci anni” grazie al quale potevo sapere cosa avrebbero proiettato nelle settimane e mesi a venire.
Quanto ci avete messo a superare tutti i vari “sarà davvero il caso di farlo?” che vi possono essere passati per la testa?
Ci siamo posti la domanda, è ovvio, più volte. Ma siamo approdati sempre alla stessa risposta, perché non farlo? Dopotutto non sappiamo e non vogliamo fare altro che il lavoro che facciamo. E con i piedi ben saldi a terra abbiamo deciso di continuare a tenere in vita un presidio culturale importante della città.
Un monosala “vecchio stile” da quasi 600 posti con tanto di galleria, anche prima della pandemia era una roba folle dato il mercato e le abitudini della gente. Come imposterete l’offerta della sala?
629 posti, per l'esattezza. Ancora più impegnativo, dirai tu. Ovviamente eviteremo di farne una succursale dell'Azzurro. Un doppione senza anima. Abbiamo voglia di sperimentare nuove possibilità, guardare a film di più ampio respiro. Una programmazione più "pop" insomma ma sempre con un occhio attento alla qualità.
Temete che l’anconetano standard abbia un po’ perso l’abitudine di vivere un quartiere come quello del Piano, un po’ troppo lasciato a sé stesso specie dopo l’imbrunire?
Il quartiere in cui insiste la sala è stato uno dei motivi per cui abbiamo deciso di fare questo passo. Ci piacciono le sfide. Sarà molto stimolante confrontarci con le sue dinamiche. E farlo riscoprire a chi si è allontanato o lo ha evitato. Corso Carlo Alberto per me è una bella passeggiata. Un luogo magico di Ancona. E per giunta è il luogo del Cinema in assoluto. Il Coppi e il Cinema Italia erano i miei pomeriggi di infanzia e adolescenza davanti al grande schermo con i miei genitori. Lì è iniziata la mia educazione sentimentale al cinema. Perdo il senso del tempo in quel luogo.
Dal punto di vista della dotazione tecnica e della grandezza dello schermo cosa offre il Cinema Italia? State già pensando a migliorie future non appena avrete budget?
Qualcuno dice che è lo schermo più grande della città, qualcuno si spinge a dire che è il più grande della provincia. Noi ancora ci rimaniamo davanti a bocca aperta. Abbiamo provveduto a mettere a puntino il sistema di proiezione acquistando una nuova lampada e facendo manutenzione dell'intera macchina per offrire la qualità migliore video e audio. Un domani, non escludiamo di investire in ulteriori migliorie. Ma partiamo già da un'ottima base.
Qual è stata la risposta delle major e agenzie di distribuzione alla riapertura in termini di sostegno con il prodotto?
Alcuni distributori con cui lavoriamo da sempre (Cineteca di Bologna in primis) hanno subito creduto nel progetto e conoscendo il nostro modo di lavorare non hanno avuto alcun dubbio a concederci i propri film per riaprire la sala. Con altre distribuzioni stiamo iniziando un percorso. Sarà un periodo di rodaggio e di conoscenza reciproca. Siamo fiduciosi che lavorando con passione e trasparenza come abbiamo sempre fatto raccoglieremo buoni frutti. Intanto per questo primo giro di boa assestiamo una doppietta niente male. Dal 28 ottobre l'Italia ospiterà il nuovo atteso film di Gabriele Mainetti, Freaks Out. All'azzurro sarà di casa Pedro Almodovar e la sua musa Penelope Cruz con l'ultimo lavoro del maestro spagnolo, Madres Paralelas.