80 anni di Bonelli: intervista a Michele Masiero - La Fabbrica dei Sogni di ieri, oggi e domani

Sergio Bonelli Editore compie 80 anni, e per l'occasione abbiamo chiacchierato a 360° con il suo direttore editoriale, Michele Masiero

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Lo spazio dedicato alle interviste per celebrare gli ottant’anni di Sergio Bonelli Editore si fregia per l’occasione di un ospite davvero speciale: Michele Masiero. Dopo l’imperdibile video-chiacchierata di alcune settimane fa su Twitch, il direttore editoriale di via Buonarroti 38 ci ha offerto la possibilità di incontrarlo nuovamente per parlarci del presente e del futuro della Fabbrica dei Sogni, nonché delle reboanti novità che ci attendono in edicola e fumetteria.

Ne abbiamo approfittato per fare il punto della situazione sul mercato attuale del Fumetto italiano e sulla prossima Lucca Comics & Games, ovviamente, senza dimenticare i principali progetti multimediali targati Bonelli.

Ringraziamo per tale motivo chi ha permesso tutto ciò, ovvero lo staff della casa editrice milanese e il suo direttore editoriale.

Bentornato Michele su BadTaste.it. L’ottantesimo compleanno di Sergio Benelli Editore è ormai entrano pienamente nel vivo. Qual è stato il commento più bello o che più ti è piaciuto per questo solenne evento?

Grazie a voi. Ciò che mi colpisce e fa sempre molto piacere sono le testimonianze di simpatia e di stima che giungono in redazione in formato cartaceo, oggi, per forza maggiore, in quantità enormemente inferiori che in passato, ma comunque presenti. Sono lettere e cartoline scritte ancora a mano, con penna o biro. Sono lettori di varie generazioni, che raccontano esperienze legate a uno o più eroi Bonelli, con cui sono cresciuti o che hanno segnato momenti importanti della loro esistenza. Spesso, sono manifestazioni d’affetto direttamente verso la casa editrice per ciò che ha rappresentato o rappresenta tutt’ora nella loro vita.

Sono tutte storie che appartengono e si fondono con la nostra ed è qualcosa d’impagabile. Quando sei preso dalla routine quotidiana, immerso nel lavoro di ogni giorno per ideare e produrre nuovi fumetti, non ci pensi; poi, leggi quelle righe e ti rendi conto in tutti questi anni in quante case degli italiani Bonelli è entrata, lasciando un segno positivo in moltissime di esse: è una bella responsabilità ma è anche un bell’orgoglio.

Mi mancano, d’altra parte, da oltre un anno e mezzo, i complimenti di persona e il calore che il pubblico ci dimostra alle fiere, ma so che è qualcosa soltanto di rimandato e che tornerà presto. I lettori Bonelli sono molto cari con noi e lo sono sempre, non solo nei momenti celebrativi come questo.

Per festeggiare questo straordinario evento abbiamo parlato nella precedente occasione dell’imperdibile collezione di ventitré medaglie celebrative con le effigie dei personaggi di ieri e di oggi di Sergio Bonelli Editore. Un recente annuncio parla di numeri “BIS”, in arrivo a luglio, per “Dragonero – Il ribelle 21”, “Dylan Dog 418” e “Nathan Never 361”. Ricordo un’operazione del genere in passato, per “Martin Mystère”. Ci puoi dire più precisamente di cosa si tratta e se sono coinvolte serie regolari di altri personaggi?

Nel mese di luglio, come hai detto tu, ci saranno questi numeri “BIS”, che riguardano in tutto cinque serie: oltre a “Dragonero”, “Dylan Dog” e “Nathan Never”, non potevano mancare “Tex” e “Zagor”! Usciranno a quindici giorni di distanza dal rispettivo numero regolare della testata e si tratta di una “tredicesima” pubblicazione annuale. Conterranno ancora storie autoconclusive, come i “Martin Mystère BIS” a cui facevi riferimento, che avevano però un formato extra, con almeno il doppio della foliazione normale.

Nel caso attuale si tratta sempre di albi standard di novantasei pagine e che rappresentano la risposta della casa editrice alla voglia di leggere del nostro pubblico, sempre maggiore in estate rispetto al resto dell’anno. Gli episodi di “Dragonero” e “Tex” sono realizzati proprio per tale iniziativa, mentre quelli di “Dylan Dog”, “Nathan Never” e “Zagor” avrebbero potuto benissimo venire ospitati in un numero regolare.

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Altra novità legata agli ottant’anni Bonelli è la collana “Dampyr Color”, che rappresenta un buon segno per tutti gli appassionati dell’ammazza vampiri di Mauro Boselli e Maurizio Colombo. Com’è stata concepita questa nuova collana del Figlio del Diavolo e quando potremo andare finalmente a vedere in sala la sua trasposizione cinematografica?

Luglio, come ben sai, è il mese che dà il via all’estate a colori degli speciali, targati Sergio bonelli Editore. “Dampyr” aveva, fino a qualche anno fa, un “maxi” che arrivava sempre a luglio e che non ha funzionato nelle ultime uscite. Abbiamo perciò optato per una formula diversa, quella a colori, che funziona molto bene nella stagione più calda dell’anno per tanti nostri personaggi. Speriamo che come per i “color” degli altri eroi, anche quello di Dampyr sia il primo di una lunga serie. Questo albo conterrà un’antologia di storie brevi ma, se avrà successo, potremo proporre in alternanza anche un unico, lungo racconto, come accade per esempio con “Color Tex”.

Purtroppo, non abbiamo una data d’uscita da darvi per il film di Dampyr, in quanto non è ancora possibile sapere quale sarà la situazione covid per quest’autunno. Attualmente la situazione generale è incoraggiante, ma quando tornerà normale? Forse, parlare di normalità già per quest’autunno è prematuro. Inoltre, entro la fine di quest’anno verranno proiettate varie pellicole rimaste finora in stand-by per la pandemia. Sono per ora solo ragionamenti, ma il periodo più propizio pare essere la primavera del 2022, quando dovremmo essere finalmente rientrati alla “normalità”.

A proposito di autunno e normalità, voi, come casa editrice, avete certamente dei canali privilegiati che vi tengono informati sui prossimi sviluppi di Lucca Comics & Games. Cosa ci puoi dire al riguardo?

Purtroppo, su Lucca Comics & Games di quest’anno ne sappiamo quanto voi. Per il momento attendiamo notizie. La voglia di fare un’edizione in presenza e importante, immagino sia grande. Mi sembra di capire, tuttavia, che non esistano protocolli specifici per questo tipo di manifestazioni, anche se credo siano permesse, una volta entrati in zona bianca. Lucca Comics & Games coinvolge non solo un’intera città ma centinaia di migliaia di visitatori: suppongo non sia facile stabilire delle regole di affluenza e di presenza negli stand e nei locali adibiti a mostre e conferenze. Certamente, dovrà uscire qualcosa di definitivo entro l’inizio dell’estate, perché, se così non sarà, risulterà davvero impossibile avviare un evento così complesso e articolato.

Torniamo alle novità a cui state lavorando e, nello specifico, a quelle legate a trasposizioni multimediali. Avete da poco varato una collaborazione con Storytel per la creazione di audiolibri, realizzati a partire dai vostri romanzi in prosa. Quando si parla di audiolibri non è corretto parlare di lettura, ma di vera e propria recita - sembra quasi di ascoltare una pièce teatrale - grazie alla bravura e all’impegno degli attori professionisti coinvolti per l’audio lettura. Ci racconti questo progetto in dettaglio e quali vostri titoli faranno parte dell’offerta?

L’audiolibro è una modalità espressiva che ci solleticava da parecchio tempo. Siamo fruitori del mezzo, ci piace molto e crediamo abbia possibilità di espandersi molto interessanti. Come Bonelli, avevamo fatto già cose simili in passato – ancora più teatrali rispetto al tuo raffronto – con i radio drammi, in collaborazione con RAI e Radio 24, inerenti “Tex”, “Martin Mystère” e “Dylan Dog”. Allora si trattava di fumetti trasposti in radio drammi, con più voci recitanti.

Per questo nuovo progetto siamo subito partiti in maniera brillante e ci siamo divertiti a selezionare le voci degli attori più adatte. In questo caso però, parliamo di materiale in prosa, non di Fumetto. Abbiamo iniziato con quanto si aveva di pronto, ovvero i romanzi young adult, di qualche anno fa, dedicati ai nostri personaggi più rappresentativi. Attualmente è disponibile “The Young Martin Mystère”, scritto da Pierdomenico Baccalario e letto da Alessandro Castellucci, e a breve arriverà “Zagor”, di Davide Morosinotto. In seguito, oltre agli altri young, sarà la volta dei liberi per adulti, ancora incentrati su Martin Mystère, di Andrea Carlo Cappi.

I nostri lettori sembrano aver gradito la cosa e hanno reagito in maniera entusiasta. Vedremo, se in futuro, anche questa ennesima esplorazione Bonelli al di fuori del Fumetto riuscirà a crescere e camminare con le proprie gambe. Noi, ovviamente, ce lo auguriamo.

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L’ultimo, recentissimo annuncio bomba, in ambito ottant’anni Bonelli, è relativo ai tre prossimi episodi di “Dylan Dog”, ispirati a tre canzoni di Vasco Rossi. Puoi darci qualche ragguaglio in più su questo suggestivo argomento?

Certamente! È per noi motivo di grande emozione e un onore quest'inedita collaborazione con uno dei cantautori italiani più amati di sempre. Il nuovo tour di Vasco Rossi è stato riprogrammato per il 2022 ma i suoi fan, nonché lettori Bonelli, potranno ingannare l’attesa, durante l’imminente estate, con tre albi incentrati rispettivamente su tre tra le sue più celebri canzoni: “Sally”, “Albachiara” e “Jenny”. La prima storia, intitolata appunto “Sally”, uscirà su “Dylan Dog 418”, in edicola il 30 giugno, scritto da Paola Barbato e illustrato da Corrado Roi. Sul mensile di luglio sarà la volta del racconto legato ad “Albachiara”, di Gabriella Contu, per le matite di Sergio Gerasi. Infine, sul numero di agosto, l’appuntamento è con “Jenny”, di Barbara Baraldi e Davide Furnò. Le copertine dei brossurati sono come sempre di Gigi Cavenago e con la partecipazione di Fabrizio De Tommaso.

A primo acchito, non sembra, ma se ci pensate le somiglianze tra Vasco e Dylan sono straordinarie: due spiriti ribelli, fuori dagli schemi, tosti seppure fragili; due disillusi ma in fondo innamorati della vita. I fumetti, in sintonia con le canzoni, parleranno di tre donne, Sally, Albachiara e Jenny, e per questo motivo abbiamo volute tre nostre, grandi sceneggiatrici per confezionare queste tre avventure dell’Indagatore dell’Incubo.

Ogni albo avrà una duplice copertina: una regolare da un lato e una speciale cover da collezione dall’altro, che immortalerà l’incontro tra Vasco Rossi e Dylan Dog. Inoltre, ogni numero avrà una foliazione extra, con sedici pagine in più del solito, con un’intervista di Luca Crovi a Vasco Rossi e il testo della canzone a cui si ispira lo specifico episodio. Che dire altro di questi tre fumetti, se non imperdibili?

Ci saranno ancora sorprese in serbo i prossimi mesi - lo crediamo scontato - per celebrare questi straordinari ottant’anni. Non puoi rivelarci davvero null’altro?

Assolutamente. Le sorprese non finiscono qui, non finiranno mai, altrimenti siamo finiti noi! Prima si è parlato di Lucca: l’anno scorso abbiamo tenuto tutto in sospeso; quest’anno speriamo di poter avere l’occasione di portare delle vere e proprie chicche e di dare annunci, adesso top-secret. È un piacere farlo insieme agli autori nella cornice della fiera toscana; è un’occasione che mi auguro di riavere presto e auguro a tutti gli appassionati di Fumetto.

Tra fine settembre e inizio ottobre, partirà poi una mostra espositiva per gli ottant’anni della casa editrice. Vi stiamo lavorando alacremente e sarà ospitata a Milano, in una location che vi faremo sapere presto.

Altro non posso dirvi, se non richiamare l’attenzione su “Nick Raider”, di cui abbiamo parlato anche nella diretta Twitch. A novembre uscirà il primo di dieci numeri inediti, dedicati al detective creato da Claudio Nizzi nel 1988, e scritto proprio da Claudio e disegnato da Giovanni Freghieri. Gli altri sceneggiatori coinvolti sono Davide Rigamonti e Giovanni Eccher, mentre gli artisti sono Mario Jannì, Marco Foderà, Massimo Cipriani, Ivan Vitolo, Ivan Zoni e Rosario Raho.

Il racconto si rifarà agli albori del personaggio, addirittura prima di "La vittima senza nome" [“Nick Raider 1”, giugno 1988 – NdR], presentando, a chi non lo conosca ancora, l’eroe classico, per poi arrivare ai nostri giorni, con un protagonista moderno, ben inserito nel contesto della nostra attualità.

Siamo molto soddisfatti di questo progetto, molto interessante, curato da Antonio Serra, e siamo sicuri lo saranno anche i fedeli lettori di “Nick Raider”, che non ci hanno mai abbandonato.

Un personaggio che non appartiene alla scuderia Bonelli, ma che vi è entrato a farvi parte, aggiungendovi ancora più prestigio, è il Commissario Ricciardi, il protagonista dei romanzi di Maurizio De Giovanni. La trasposizione live action, che lo scorso inverno ha visto andare in onda la prima stagione sui canali RAI, ha avuto un riscontro di pubblico assai notevole. Avete registrato, da parte vostra, un aumento d‘interesse per i vostri eccellenti adattamenti a fumetti dell’antieroe di De Giovanni?

La risposta è sì. L’incremento c’è stato, fondamentalmente in libreria, dove i titoli sono pressoché sempre disponibili, mentre in edicola hanno una vita assai più breve. Sfruttando il volano della serie RAI, abbiamo ristampato tutti i volumi cartonati del Commissario Ricciardi, finora realizzati. Abbiamo riscontrato un aumento d’interesse non solo per Ricciardi ma anche per “I bastardi di Pizzofalcone”, altro titolo dello scrittore napoletano che Bonelli ha trasposto a fumetti: per primavera 2022 è previsto il terzo volume, mentre il prequel, “Il metodo del coccodrillo”, sarà un romanzo a fumetti a parte, tradizionale, ovvero senza la trasposizione dei personaggi in animali antropomorfi, come abbiamo fatto finora; uscirà entro la fine dell’anno.

De Giovanni sta vivendo da diversi anni un momento d’oro, stra meritato, sugellato recentemente da ben tre serie tv su RAI 1, tratte da suoi diversi lavori, se contiamo anche “Mina Settembre”, oltre a “Ricciardi” e a “I bastardi”. Noi, a ruota, godiamo di questa sua enorme popolarità.

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Nell’intervista su Twitch abbiamo ricordato con te Sergio Bonelli e insieme abbiamo citato, giustamente, altri grandi protagonisti di Sergio Bonelli Editore che non ci sono più. Hai un ricordo particolare o un aneddoto da raccontarci su qualcuno di loro?

Gli aneddoti sono veramente tanti. Io dico sempre di aver avuto una grande fortuna, quella di aver potuto fare della mia passione, i fumetti Bonelli, un mestiere. Questo ha fatto sì di vedermi passare davanti, in redazione, in carne e ossa, quei nomi che mi facevano sognare da lettore e avevano in un certo modo segnato la mia adolescenza. Quest’anno festeggio i miei trent’anni in Bonelli; potete immaginare quanti autori ho visto passare tra queste mura.

Chi viene a farci visita in redazione può ammirare le nostre pareti, tappezzate letteralmente di disegni, schizzi, dediche che testimoniano questo via vai di personaggi straordinari, che continua tutt’ora, ovviamente.

Come giovane redattore era una grande emozione, ma anche un grande imbarazzo, perché già allora quei nomi erano tra i più grandi del panorama non solo nostrano, ma internazionale e, prima o poi, capitavano tutti dalle parti di via Buonarroti 38. L’unico che credo di non aver mai incontrato in redazione è Aurelio Galleppini, ma ho potuto conoscerlo di persona alla mostra di Mantova per i quarant’anni di “Tex”, nel 1989, quando ancora non lavoravo in Bonelli.

A differenza di Galep, Gino D’Antonio veniva spesso in redazione: si facevano lunghe chiacchierate e ricordo che Sergio Bonelli – che non era molto più giovane di lui - ha dato fino all’ultimo del “lei” a D’Antonio! Nutriva nei suoi confronti una stima sterminata e incondizionata; io credo fosse da parte sua un piccolo, ulteriore modo per dimostrargliela.

Di Decio Canzio, che è stato mio direttore generale in Bonelli, ho una memoria quotidiana. È stato il mio mentore, colui dal quale, insieme a molti altri, abbiamo imparato a trasformare – come dicevo prima - la nostra passione in un mestiere.

Voglio ricordare anche Michele Pepe, scomparso ancora giovane parecchi anni fa, nel 1997, grande disegnatore e art director della nostra casa editrice, con cui quasi dividevo la mia scrivania.

Infine, Luigi Corteggi, che tutti gli amici e gli appassionati conoscono semplicemente come Cortez, artista straordinario e art director insieme con Michele Pepe. Ha collaborato con noi fino alla fine; anche se era già in pensione, ha continuato a lavorare per noi, perché aveva un talento e uno spirito unici.

Accade a molti questo effetto: in Bonelli è difficile mettere giù la penna o la matita e staccare completamente, anche quando ci si è ritirati dall’ambiente. Abbiamo tanti esempi di questo tipo che, anche in età avanzata, sentono il bisogno e il desiderio di continuare a esprimersi.

Chi invece è ancora vivo e ha dato tanto a Sergio Bonelli Editore, ma sembra essersi ritirato definitivamente dal mondo della Nona Arte è Mauro Marcheselli. Che notizie ha di lui?

Sembra impossibile: ancora adesso non ci credo che Mauro possa essere in pensione, ma è così. Per Mauro il lavoro era la vita e anche per lui il lavoro era il Fumetto. Era l’ultima persona che avrei potuto pensare in pensione. Invece, lo ha fatto ed è giusto così, che ognuno di noi scelga una seconda vita dopo il Fumetto. Purtroppo, è da un po’ che non lo vedo personalmente, soprattutto a causa del covid. Finora, in redazione, non possiamo far entrare nessun esterno. Prima della pandemia, non era lui a venirci a trovare ma noi ad andare a fargli visita a casa sua. Anche in questo caso, l’augurio è che le cose tornino come prima al più presto.

Tra i grandi nomi di Sergio Bonelli Editore, figura anche il tuo. La tua direzione editoriale della casa editrice, nell’era dell’ultimo avatar Bonelli – come direbbe Alfredo Castelli – Davide, è indiscutibilmente contrassegnata dall’innovazione e dalla trasformazione nell’alveo della tradizione. Anche se è nota la tua modestia, è corretto affermare che è legato fondamentalmente all’ultimo aspetto sopra citato il contributo più importante che hai fornito e continui a fornire tutt’ora alla Fabbrica dei Sogni?

Non è retorica, premetto. Noi funzioniamo davvero come una grande famiglia. Davide Bonelli, il direttore generale Simone Airoldi, il responsabile Sviluppo, Vincenzo Sarno, insieme ai suoi collaboratori Giovanni Mattioli e Antonio Navarra, il capo redattore Luca Del Savio, e il resto dello staff ci incontriamo quasi quotidianamente in ufficio o remotamente, grazie alle nuove tecnologie. Siamo un team molto affiatato, che si confronta costantemente su ogni tipo di tematica. Questo per dire che non sarebbe corretto etichettare solo con il mio nome quest’era Bonelli di grande innovazione, come hai detto tu. Davide ha dato la spinta verso nuovi orizzonti – potrei romanticamente dire – e tutti noi abbiamo risposto con grande entusiasmo. È un periodo di transizione per la casa editrice ma posso affermare di trovarmici molto bene, perché si possono sperimentare tante nuove idee.

Noi abbiamo la sfortuna, rispetto a chi ci ha preceduto, di dover combattere una battaglia molto strenua sul fronte editoriale, perché l’editoria è in crisi da anni e segue un andamento discendente, che non sembra voler cambiare, almeno a breve. Mantenere l’editoria viva è una grande sfida, ma è anche un compito logorante: giorno dopo giorno dobbiamo inventare qualcosa per portare novità appetibili in edicola e libreria. Di contro, questo momento di transizione ci permette di rivolgersi in maniera creativa verso altri media e verso l’editoria stessa, sempre più orientata a librerie e fumetterie: è un modo diverso di rivedere il nostro passato e il nostro presente, che ci ha portato a pensare qualcosa di specifico per tale tipo di distribuzione. Non dimentichiamo il merchandising, che merita tutta la nostra attenzione, e, chiaramente, la sfida epocale, ovvero l’adattamento dei nostri fumetti al cinema, alla serialità televisiva e all’animazione. Queste sono sfide che fino a pochi anni fa credevo neppure immaginabili.

Fare fumetti di carta sarà sempre il nostro obbiettivo principale, ma non posso negare che il pensare ai nostri personaggi e alle nostre storie in un contesto più ampio, declinandoli, se possibile, a 360 gradi, sia davvero stimolante e importante. Già venti, trent’anni fa, tutti noi, più giovani e ingenui, sognavamo di avere uno dei nostri personaggi trasposti in un film o in tv. Sergio e i colleghi più scafati, invece, smorzavano i nostri ardori, perché sapevano trattarsi di un terreno molto insidioso e le esperienze in merito, del passato, hanno dato loro ragione. Oggi, però, le cose sono diverse, siamo coinvolti direttamente nella co-produzione e quindi determinanti nello sviluppo di queste properties.

Ripeto, non mi intesto questa impresa, assolutamente eccitante, perché coincide con il pensiero e la volontà di tutti noi. È un dovere, ma anche un onore essere chiamati a spingere la casa editrice in dimensioni altre dal Fumetto; per questo ringrazio Davide, che ci dimostra quotidianamente, condividendoli con noi, la sua fiducia e il suo supporto.

Ciò che conforta è la smisurata ricerca di contenuti che le nuove piattaforme d’intrattenimento alimentano, insieme a una concezione globale del prodotto da distribuire, che implica grandi ambizioni, grandi budget e riscontri molto soddisfacenti in casi di successo.

Voglio concludere dicendo che sono convinto che la lungimiranza e la dinamicità di Sergio avrebbero prima o poi portato alla stessa scelta e si sarebbe arrivati alla medesima conclusione. I tempi però erano diversi e non ancora maturi allora. Oggi, la sensibilità, la cultura, la formazione e la giovane età di Davide hanno permesso di mettere in moto, e velocemente, tutto ciò di cui abbiamo parlato.

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Abbiamo parlato appunto di transizione e innovazione: ci si rifà a un grade passato e presente per costruire un futuro ancora più florido. Quali sono le ambizioni e dove punta la Sergio Bonelli Editore di domani?

Te lo dico domani, o meglio, dopodomani! Così sarà ieri e lo saprò. Scherzi a parte, secondo me punta a quello che ha sempre puntato in ottant’anni, perché alla fine non cambierà neanche in questo caso. Voglio dire, cambierà, cambiando, ma questo è quello che ha sempre contraddistinto Sergio Bonelli Editore.

Spesso, la nostra casa editrice è tacciata di essere rigidamente tradizionalista; in realtà, in tutta la sua storia, si è sempre evoluta e ha ospitato creatività di ogni genere, lanciando personaggi e serie innovative che hanno incontrato il gusto di lettori assai diversi tra loro. Con la nostra riconoscibilità, con il nostro marchio di fabbrica, arriveremo a portare i nostri contenuti in altri dimensioni, su altri media d’intrattenimento, che si aggiungono al Fumetto.

Sarà sempre così: ci sarà il Fumetto, che è la cifra stilistica, qualitativa, che contraddistingue inequivocabilmente Bonelli, e ci sarà qualcosa che dal Fumetto parte. Però, noi ci divertiamo a fare fumetti e ci piace tanto. Quindi, continueremo a essere la prima casa editrice di fumetti in Italia e tra le prime al mondo.

Cosa ne pensate? Scrivetecelo nei commenti! Vi ricordiamo che BadTaste.it è anche su Twitch!

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