80 anni di Bonelli: il Dragonero di oggi e domani - intervista a Luca Enoch e Stefano Vietti
Sergio Bonelli Editore compie 80 anni: Luca Enoch e Stefano Vietti ci parlano del presente e del futuro del loro Dragonero
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Ringraziamo la casa editrice e gli autori per l'imperdibile intervista, che sta per seguire così come esprimiamo la nostra gratitudine a Luca Barbieri: l'editor e sceneggiatore di Dragonero ha voluto regalare al pubblico di BadTaste.it una splendida carrellata di immagini provenienti dalle collane di Dragonero – Il ribelle, Dragonero Speciale e Senzanima: tutte inedite!
Ottant’anni di Sergio Bonelli Editore: un traguardo che poche case editrici di fumetti al mondo possono vantare e voi ne rappresentate, con gran merito, due solide colonne. Quali emozioni, e magari un ricordo particolare, vi sentite di condividere con i lettori di BadTaste.it?
Enoch - Ho due ricordi incancellabili della Bonelli. Il primo, Antonio Serra che mi accoglie nello staff di "Legs Weaver", dopo la chiusura di "Sprayliz" da parte della Star Comics, cosa che mi permise di farmi le ossa col formato e la narrazione bonelliana, realizzando anche soggetti e sceneggiature per tre albi di "Legs Weaver" e, il secondo, la richiesta di Sergio Bonelli – vero fulmine a ciel sereno - di creare un personaggio per una serie da me interamente gestita, che portò alla nascita prima di "Gea" e poi di "Lilith".Vietti - Come per Luca il mio ricordo “particolare” è nell’ufficio di Antonio Serra, nel settembre del 1995. Avevo trascorso l’estate preparando alcuni soggetti di "Nathan Never" e Antonio, quel giorno, se ne stava seduto dietro la sua scrivania con i miei soggetti in mano. Dopo qualche minuto di lettura si protese verso di me con un sorriso e disse: molto bene… cominci domani con il primo che mi hai consegnato… “Il mare della desolazione” … benvenuto in Bonelli.
L’elegante raccolta di medaglie, nata per questa celebrazione, ne vede ben due dedicate alla vostra testata, con le effigi del protagonista Ian Aranill, ovvero Dragonero e Gmor. “Dragonero” vanta dunque due sigilli in tale collezione, al pari di “Zagor”, “Martin Mystère”, “Dylan Dog”, “Nathan Never” e “Dampyr”. Solo “Tex”, con i quattro pards e l’arcinemico Mefisto, ne conta di più. Il vostro fumetto fantasy è patrimonio consolidato della prestigiosa scuderia Bonelli: come vi sentite al riguardo?
Enoch - Molto orgoglioso, ovvio. "Dragonero" per me ha rappresentato una sfida ulteriore, come autore. Dopo "Gea" e "Lilith", che avevano una frequenza semestrale e che curavo da solo, mi sono dovuto misurare con la serialità mensile e con la gestione di un nutrito numero di disegnatori, oltre che con la collaborazione con un co-autore. Il fatto che la casa editrice stia facendo investimenti così impegnativi sul nostro personaggio - come la produzione del cartone animato in collaborazione con RAI – mi rende felicemente consapevole che il nostro personaggio sia apprezzato dalla dirigenza, che evidentemente crede molto nelle sue potenzialità.
Vietti - Penso a un altro ricordo… il pranzo a Milano con Sergio Bonelli dopo la firma del contratto di "Dragonero"… un momento emotivo forte che mi accompagna come uno dei più bei ricordi della mia vita.
La vostra serie, supportata da un grande seguito di estimatori, appare come un raro esempio di successo nell’ambito delle nuvole parlanti, incentrato sul fantasy realistico e classico, sia a livello europeo che planetario. Merito anche e soprattutto dell’universo che avete creato e che continuate a espandere spazialmente e temporalmente, offrendo una spettacolare varietà di situazioni, razze, essere fantastici e dimensioni narrative, sviscerate in ogni dettaglio. Risulta difficile ritrovare qualcosa di paragonabile in un altro prodotto fantasy, anche in altri media, al di là del Fumetto. Siete d’accordo con tutto ciò?
Enoch - Tutte le grandi saghe fantasy hanno sotto una struttura solida e ramificata che permette ai loro autori di muoversi con grande agio fra i tanti personaggi e persino tra le varie epoche. La lunga genesi del progetto di "Dragonero" ha dato il tempo anche a noi di elaborare e consolidare una struttura narrativa a prova di bomba.
Vietti - E pensate che il dossier di sviluppo del progetto è enormemente più ricco di idee di quanto ancora non abbiamo raccontato. Il segreto sta forse nel fatto che Luca e io abbiamo gusti narrativi e visivi diversi, portando quindi a "Dragonero" una grande varietà di stimoli creativi che lo ravvivano in continuazione. La nostra comune passione invece per la Storia, la Geografia e i racconti dei viaggi di esplorazione ci ha dato un grande aiuto nella creazione di un mondo fantasy che fosse credibile e coerente e che poggiasse su solide basi.
Da parte vostra, quali credete siano le caratteristiche vincenti di “Dragonero” e cosa i lettori hanno apprezzato di più del vostro fumetto, rifacendovi ai commenti che ricevete?
Vietti - La coerente solidità creativa del mondo e i personaggi, soprattutto nel rapporto tra loro. È sempre l’emotività che fa la differenza in un racconto… e l’emotività arriva ai lettori attraverso i personaggi. Ian, Gmor, Sera, Alben, Myrva… le loro vicende personali, il loro lato emotivo, come si rapportano gli uni con gli altri… ecco cosa ha fatto davvero di "Dragonero" un progetto vincente.
Tuffiamoci nella serie in corso. Siamo entrati da un anno e mezzo nel secondo grande arco narrativo. La formula in cicli è quella che avete da subito abbracciato per scandire la vita immaginaria ed editoriale di “Dragonero”. Da scout fedele al potente impero di Erondàr il protagonista è ora a capo della ribellione contro l’impero stesso, trasformatosi in una macchina di morte e oppressione. Il primo ciclo di storie si è dipanato per settantasette albi: quanti ne avete previsto per quello intitolato ”Dragonero – Il ribelle”, che ha visto a maggio il diciannovesimo brossurato uscire in edicola?
Enoch - La fine della Ribellione è prevista per settembre 2022. Da lì in poi proseguiremo con una “nuova stagione” che vedrà un ennesimo colpo di scena.
La Saga delle Regine Nere ha fatto da spartiacque tra i due suddetti cicli e ha portato via con sé non pochi personaggi di spessore, mentre protagonista e comprimari hanno cambiato ruolo o sono stati modificati nel profondo. Ovviamente non sono mancate le new entry. Avete in mente un processo simile anche al termine di ”Dragonero – Il ribelle”?
Enoch - Certo! Abbiamo fatto il toto morti e deciso in maniera impietosa e un tantino sadica chi resta e chi ci saluterà per sempre.
Vietti - I lettori preparino una bella scatola di fazzoletti
A partire proprio da ”Dragonero – Il ribelle” avete scisso nettamente i piani cronologici della narrazione e degli eventi narrati. Abbiamo così scoperto che l’intera vicenda, fin dalle origini, non accade in tempo reale: si tratta di diari che raccolgono resoconti di eventi vissuti di persona o riferiti direttamente a Gmor. L’orco, ormai in là con gli anni, vive in un futuro prossimo tutt’altro che immune da minacce e insidie, in cui l’amico Ian è disperso. È questa la timeline del punto di arrivo della saga, che ci avete confidato (in una passata intervista) celarsi nelle prime quattro pagine di “Dragonero – Il ribelle 1”? E d’ora in poi dovremo abituarci a una doppia trama che si sviluppa sia nel passato che nel presente di questo canuto Gmor?
Enoch - Le cronache di Gmor anziano ci servono per buttare un occhio nel lontano futuro dei protagonisti – e ne avrete un altro assaggio nell’albo bis di luglio – e per mettere dei punti fermi che ci aiutino nella navigazione futura, come il faro di un’isola lontana nel buio di una traversata notturna a vela.
Vietti - Ci stiamo divertendo molto con questa faccenda del vecchio Gmor che racconta e ricorda… anticipa senza svelare ed è anche momento di possibile ripartenza per futuri racconti.
Tra i nuovi personaggi che avente recentemente introdotto in continuity, vi sono due giovani figure femminili, molto diverse tra loro e parimenti suggestive: l’innocente e conturbante Shōte; la dolce e sbarazzina Nube. Entrambi sembrano voler colmare quel vuoto di leggerezza provocato dalla trasformazione della bella e solare Sera in una in un’introversa, implacabile guerriera. È corretta questa interpretazione? Shōte e Nube entreranno a far parte della cerchia di comprimari o resteranno personaggi di secondo piano?
Enoch - Shōte e Nube non saranno le sole new entry del prossimo futuro. A loro si affiancherà un’altra giovane protagonista che condivide con loro la diversità della propria natura, “fantastica” persino in un contesto fantasy. E ci sono anche i Tre Tipi Tosti, che sono ancora in giro e che aspettano solo di tornare a fare danni.
Insieme alla serie regolare da edicola, ha riscosso molto successo anche lo stupefacente spin-off “Senzanima”, in formato cartonato alla francese e pensato per un pubblico maturo. Il racconto è ambientato ai giorni in cui Ian prestava servizio volontario al seguito di una feroce compagnia di mercenari. L’ultimo, emozionante episodio, “Vittime”, è uscito in fumetteria e librerie di varia lo scorso dicembre. Cosa potete rivelarci sugli sviluppi futuri di questo progetto e su altri simili e da tempo annunciati, come “Le cronache dell’Erondàr”?
Enoch - Come i lettori già sanno, la vicenda di "Senzanima" narra dei due anni trascorsi da Ian, dai 16 ai 18, nella compagnia mercenaria di Greevo Senz’anima e del suo processo di formazione - da ragazzo a giovane uomo - in un contesto di brutale violenza bellica. La storia sta ora seguendo una singola campagna militare, quella contro il regno di Merovia dove l’Impero, principale potenza belligerante, si avvale dell’ausilio di diverse compagnie di ventura, tra cui quella dove milita Ian. Finita questa campagna, la compagnia verrà trasferita dove sono richiesti i suoi servigi, in località più “esotiche”.
Non possiamo non salutarci con una domanda che concerna la trasposizione animata di “Dragonero Adventures”, lo spin-off indirizzato ai più giovani e a cui avete accennato sopra. La sua proiezione coinciderà, come sappiamo, con la seconda stagione della serie a fumetti: quando avrà fine la lunghissima attesa?
Enoch - Il cartone animato dovrebbe essere inserito nel palinsesto RAI nell’autunno 2022 e la sua trasmissione coinciderà con la riproposta della prima stagione edita dell’Adventures a cui seguirà la seconda parte ancora inedita.
Vietti - E per l’occasione stiamo già preparando una serie di novità narrative che faranno dell’autunno 2022 il momento editoriale più importante e ricco dell’intero progetto "Dragonero".
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