22 contro la Terra, il regista: "La vera sfida è stata rendere ogni piccola anima davvero unica"
Il regista Kevin Nolting regala qualche curiosità e aneddoto riguardante la realizzazione di 22 contro la Terra, il nuovo corto Pixar legato al film Soul
Dopo aver fatto parte del team di Alla ricerca di Nemo, Nolting si è occupato del montaggio di film come Up, Inside Out che gli ha fatto conquistare prestigiosi riconoscimenti come l'Annie Award, e recentemente Soul, il lungometraggio diretto da Pete Docter che ha vinto pochi giorni fa l'Oscar come Miglior Film Animato.
In occasione del debutto del corto con protagonista il personaggio di 22, mostrata mentre sfida le regole dell'Ante-Mondo e si rifiuta di andare sulla Terra reclutando altre cinque nuove anime per aiutarla nei suoi piani di ribellione, Kevin Nolting ha risposto ad alcune domande sul progetto durante un incontro con la stampa internazionale, approfondendo alcuni degli elementi alla base del progetto e del suo lavoro come regista e, in precedenza, montatore.
Il film è ovviamente su Joe Gardner e seguiamo molto la sua storia. Durante la realizzazione di Soul abbiamo mostrato 22 in un preciso momento e poi viene coinvolta nel resto del racconto. Abbiamo trascorso tre anni a parlare di cosa ha reso 22 come la mostriamo, abbiamo creato molte battute, avevamo tantissime idee, potenziali storie. Per questo motivo metterla al centro di un cortometraggio sembrava una scelta logica, ci sono ancora tante domande in sospeso su di lei, cose da scoprire.
Sì, è un'idea a cui ho pensato anche io, ma non ci sono dei progetti in riguardo attualmente. Credo che sarebbe comunque grandioso approfondire la storia dei mentori. Per il cortometraggio abbiamo preso semplicemente scelto questo aspetto legato a ciò che l'ha portata a essere come l'abbiamo vista nel film. L'elemento legato ai mentori richiederebbe più tempo per lo sviluppo.
Poter lavorare al corto dopo aver completato Soul si è inoltre rivelato un elemento utile per agevolare il lavoro degli animatori:
Considerando il tempo e le risorse a disposizione per realizzare il corto, non potevamo creare nuovi ambienti e personaggi. Avere già raccontato la storia di 22 ha agevolato sicuramente il lavoro, ma ci sono ovviamente dei limiti che, per quel che mi riguarda, non penso siano necessariamente negativi dal punto di vista artistico perché ti impediscono di divagare dovendo lavorare con quello che hai. Per noi la situazione ha funzionato alla perfezione perché abbiamo potuto coinvolgere persone di ogni dipartimento dello studio poco dopo la fine del lavoro sul film, quindi sapevano cosa stavano facendo ed erano felici di tornare in questo mondo.
22 contro la Terra pone al centro la storia di un personaggio apparentemente cinico, con cui Nolting ha ammesso di avere dei punti in comune, pur offrendo un po' di ottimismo e gli eventi proposti, secondo il regista, arricchiscono il racconto proposto con Soul in cui si mostravano due personaggi che si ritrovano in difficoltà perché non vogliono andare nell'Oltremondo e sulla Terra, ruoli che si ribaltano poi nel corso della storia:
Credo che aiuti a capire meglio cosa rende 22 ciò che è e in che modo le persone diventano quello che sono. Lei perde i suoi amici e arriva in una situazione che la porta a decidere di fare qualcosa in proposito. Il corto è maggiormente un'esplorazione del personaggio, non ha dei messaggi particolari da proporre agli spettatori. Amo i personaggi e il fatto che trasmetta una sensazione di ottimismo.
Nel corto, inoltre, c'è una piccola citazione cinematografica:
Ci sono due movimenti di camera che ho messo volutamente nel corto, una specie di omaggio ad Apocalypse Now, e in un certo senso sono considerati easter egg.
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Nel nuovo racconto gli amici di 22 si distinguono uno dall'altro per dei piccoli dettagli, e il lavoro sui personaggi è stato particolarmente complesso:
Quella è forse la sfida più grande con queste piccole anime. Abbiamo dovuto affrontarla anche nel film, ma specialmente in occasione del corto perché dovevamo renderle diverse una dall'altra. Lo abbiamo fatto tramite le loro reazioni, la loro scintilla, curando i piccoli dettagli, modificando leggermente la forma della maschera o facendola indossare in modi differenti, attraverso le caratteristiche della loro voce, ognuna era davvero in grado di distinguersi dalle altre. Certamente renderle individuali è stata la sfida più grande.
Kevin Nolting ha poi avuto modo di parlare dell'idea che nella propria vita ci sia una "scintilla" che ci anima e ci fa scoprire il nostro scopo nella vita, ammettendo:
Penso a Soul e al personaggio di Joe Gardner, ed è qualcuno che sapeva cosa voleva fare fin da quando era bambino, aveva questa passione che lo ha motivato. Poi c'è 22 che non ha alcuna idea riguardante quello che vorrebbe fare. Personalmente mi sono sempre sentito più vicino a 22. Alcune persone possono pensare al passato e dire che hanno sempre pensato 'Voglio fare questo nella vita' e hanno agito per realizzare i loro progetti. Io, invece, mi guardo indietro e vedo che alcune cose che mi sono successe mi hanno portato in determinate situazioni, non sono stato guidato fin dall'inizio da una passione. Non ho studiato cinema a scuola, sono cresciuto nel mondo dei film a Los Angeles perché la mia famiglia lavorava nel settore, ma i miei studi riguardavano la letteratura e il disegno, per un certo periodo sono stato un traduttore. Tutto questo, in qualche modo, mi ha portato a diventare un montatore perché ho unito gli aspetti verbali e visivi, mentre la traduzione è questa specie di arte invisibile in cui crei in un certo senso dei collegamenti tra idee diverse. La mia idea del lavoro del montaggio è molto simile a tutto questo.
La capacità di proporre tematiche complesse e mature rivolgendosi anche agli spettatori più giovani è ormai quasi un marchio di fabbrica della Pixar e il filmmaker ha spiegato:
Fa parte del processo alla base della creazione dei progetti, in particolare quando si tratta di un film di Pete Docter: si parte da tematiche molto adulte e iniziamo a lavorarci senza preoccuparci dei potenziali spettatori. Siamo sempre consapevoli di questo aspetto, ma ci concentriamo sempre sulla storia, lavorando per delineare il racconto e i personaggi nel modo giusto per prima cosa. Poi inizi a divertirti cercando di rendere il tutto maggiormente in grado di intrattenere e provi a non prenderti troppo sul serio, rendendo così il film divertente per gli spettatori e anche per i ragazzini. Credo però, personalmente, che non si dia abbastanza fiducia agli spettatori più giovani, possono affrontare e capire molto di più rispetto a quello che si possa pensare. Quello che abbiamo fatto con Inside Out e, anche con Soul, è che dopo aver lavorato un paio di anni al film abbiamo chiesto ai membri delle nostre famiglie e agli amici di portare i propri figli e abbiamo mostrato un primo montaggio del film, più o meno una versione storyboard, avendo così una specie di breve anteprima come test, per vedere le reazioni. In entrambi i casi è stato incredibile vedere l'accoglienza dei bambini, anche nelle prime fasi di sviluppo dei lungometraggi quando non c'erano molte battute adatte ai più giovani, ma è stato fantastico vedere quanto fossero coinvolti e la loro comprensione della storia.
Lavorare a progetti come Soul e il corto disponibile su Disney+ si è rivelata per Nolting un'esperienza unica e importante anche a livello personale, non solo dal punto di vista professionale:
L'aspetto più soddisfacente è avere la possibilità di esplorare queste idee e provare a renderle concrete, proporle in modo da stimolare al conversazione e far pensare le persone. Quella è la sfida più grande, specialmente con un film di Pete Docter. La mia esperienza con lui è segnata da queste incredibili coincidenze: quando stavamo lavorando a Up mio padre stava male e durante la realizzazione di Inside out avevo una figlia con dei problemi, e ora che sono più vecchio ho avuto modo di lavorare a Soul e ripensare al passato, alla mia vita, riflettere su come si trascorre il proprio tempo. Per me si è trattata di una vera esperienza da vivere e di cui far parte.
Il regista, che si era già in precedenza descritto come una persona un po' cinica, ha ribadito che si è sentito particolarmente vicino all protagonista:
Lavorando al film mi sono immedesimato nella storia di 22 molto di più rispetto a quella degli altri personaggi per i suoi dubbi riguardanti la propria voglia di andare sulla Terra, per la capacità di mettere in discussione le regole del mondo, e alla fine si rivela che il suo vero problema è che non pensa sia degna di vivere, si sente esclusa, prova la sensazione di non avere uno scopo nella vita.
22, nella versione originale, ha la voce di Tina Fey, e Kevin Nolting ha raccontato parlando della star del cinema e della televisione:
Ho potuto conoscerla durante le sessioni di doppiaggio di Soul e abbiamo iniziato a occuparci dei dialoghi del cortometraggio alcune settimane dopo che abbiamo iniziato a lavorare da casa. All'epoca non ci eravamo ancora abituati a usare strumenti come Zoom e di sicuro non sapevamo bene come registrare parti audio in remoto. Per fortuna suo marito ha uno studio di registrazione quindi è stato più facile e ha creato un'atmosfera rilassata perché ha permesso di concentrarsi su quel lavoro, non dovendo ritrovarsi in situazioni come occuparsi in contemporanea della figlia che doveva seguire le lezioni a distanza o altre cose simili. E poi Tina è fantastica, gentile, intelligente e una vera professionista. Lavorare con Richard Ayoade e Alice Braga è inoltre davvero divertente.
Kevin Nolting ha infine regalato un importante consiglio per chi vuole creare dei racconti in grado di conquistare il pubblico:
Penso che saper osservare e ascoltare, assorbire ciò che ci circonda, prima di metterle per iscritto e sviluppare le idee sia la chiave per una buona narrazione. Per quanto riguarda il montaggio, invece, è la pazienza, pensare e riflettere sulle cose prima di realizzarle, concedersi del tempo.