Thief of Thieves vol. 6: Febbre dell'Oro, la recensione
Thief of Thieves vol. 6: Febbre dell'Oro conferma la bontà di un'opera poliedrica e squisitamente orientata al cinema
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Nel brossurato edito da saldaPress, uscito a metà marzo in fumetteria, Conrad Paulson, in arte Redmond, decide di rimettersi in gioco con una nuova filosofia prendendo in prestito la famosa affermazione di Pierre-Joseph Proudhon, “la proprietà è un furto” e aggiungendovi il proprio tocco personale: “il furto è proprietà”; in sostanza, d'ora in poi, il protagonista e la sua complice, l'irresistibile Celia, colpiranno solo ladri.
A proposito di colleghi, due sono ritenuti allo stesso livello di Redmond: lo spagnolo Fausto Delgado e l'inglese Sally Pike. Lo smisurato ego di Conrad è dunque messo a dura prova nel dimostrare chi sia davvero il migliore di tutti. L'occasione viene offerta dai fratelli Zubov, tra gli uomini più ricchi sulla faccia della Terra, che organizzano una vera e propria gara in cui il vincitore si porterà a casa l'esorbitante cifra di 100 milioni di dollari; ma non si tratta solo di soldi: l'oggetto da rubare è una cyber-arma, un software dal nome in codice Febbre dell'oro, in grado di far crollare il mercato finanziario di qualsiasi nazione. Comincia così una competizione sfrenata tra Redmond, Delgado e la Pike per impossessarsi del rovinoso programma che gli Zubov, assicurano, utilizzeranno solo per generare l'antidoto informatico adatto a neutralizzarlo.Diggle dà vita a una fenomenale sfida tra i tre contendenti, fatta di colpi di genio, audacia e spregiudicatezza. Il sesto volume di Thief of Thieves conferma la bontà di un'opera poliedrica, elettrizzante e orientata squisitamente al cinema per concezione e sviluppo (ma aspettiamo frementi l'adattamento per la TV).
Il montaggio delle vignette imposto dalla sceneggiatura di Diggle richiama quello di una pellicola, e il risultato è un film su carta illustrato con energia dal tratto di Shawn Martinbrough, grande regista nella concezione della tavola, resa ulteriormente esplosiva dai colori di Adriano Lucas.A distanza di oltre cinque anni dal suo debutto, sotto l'etichetta Skybound della Image Comics, Thief of Thieves dimostra ancora oggi - pur con firme diverse in copertina - di poter cambiare più volte toni e registri senza mai calare di intensità ed emozioni, offrendone semplicemente di diverse ed ampliando di volta in volta il loro spettro garantendo un intrattenimento di qualità sopraffina.