The Liar Princess and the Blind Prince, una breve parabola triste - Recensione
Una fiaba fin troppo semplice nelle meccaniche di gioco ma dal senso profondo: la recensione di The Liar Princess and the Blind Prince
La storia sembra attingere da fiabe come La Sirenetta, La Bella e la Bestia o storie di mostri fantastici, come i licantropi, per non parlare delle vicende narrate dai fratelli Grimm, nelle quali l’accoppiata lupo-ragazzino indifeso, unita a una buona dose di pregiudizi e insegnamenti da impartire al pubblico, sono i classici elementi che fungono da pilastro narrativo. Anche questa volta incontriamo una lupa, il cui passatempo è cantare alla luna, nel profondo di una cupa foresta; ad ascoltarla un giovane principino, che non sa che si tratta di una bestia tanto pericolosa quanto spaventosa, o almeno così si presume. Curioso di sapere a chi appartenga la voce, si avvicina e si imbatte nella lupa, la quale si difende istintivamente, graffiandogli il viso e causando la cecità del principe. Viene chiuso in una torre del castello dove dimora, ma la lupa decide di salvarlo dall’ingiusto confino, sentendosi in colpa per avergli rovinato la vita, dunque chiede alla strega della foresta di trasformarla in principessa, in cambio della sua voce magnifica, per portare dalla stessa anziana il principe e curarlo dalla cecità. Una narrazione, per quanto forse non troppo originale, ricca di nostalgia per i bei tempi in cui ci immergevamo nei libri di fiabe: all’epoca leggevamo e sfogliavamo pagine, stavolta in realtà non dovremo fare molto di più.
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I momenti di puro gameplay infatti non brillano per durata né complessità, sono pochi e abbastanza ripetitivi nelle strategie e nei nemici che propongono. Sono basati su di una concezione piuttosto classica del genere puzzle, attraverso le meccaniche di un platform 2D finemente realizzato, con una grafica davvero curata in ogni dettaglio. La sensazione di star guidando due personaggi usciti da un vero e proprio libro è netta, trasmette pace e serenità, anche grazie ad una colonna sonora che ben caratterizza ogni momento di gioco, sia narrativo che di azione. Guidando la principessa, potremo compiere le sole azioni di movimento, oltre che trasformarci in lupo (e viceversa), ampliando di poco le azioni a disposizione, sfruttando la brutalità dell'animale.
"La semplicità dei controlli ribadisce il focus sulla storia, quasi annullando le barriere di accesso al gioco, rendendolo gradevole per un pubblico di qualsiasi livello di competenza videoludica"La semplicità dei controlli ribadisce il focus sulla storia, quasi annullando le barriere di accesso al gioco, rendendolo gradevole per un pubblico di qualsiasi livello di competenza videoludica. L’universalità e la gradevolezza dell'esperienza di gioco sono parzialmente offuscate da alcuni nei, come i suggerimenti che compaiono a schermo quando dobbiamo compiere per la prima volta una nuova azione, non sempre interamenti contenuti nella schermata di gioco, motivo per cui si riesce a leggere le parole solo spostandosi di poco (ma si tratta di un intoppo facilmente risolvibile), e notare qualche leggera difficoltà nella sincronizzazione dei movimenti dei personaggi, soprattutto mentre saltano o si spostano velocemente da un livello all’altro del terreno. Unica vera complicazione è la fragilità dei due ragazzini, esposti a qualsiasi pericolo e davvero deboli di fronte alle avversità. Mostri e salti da altezze nemmeno troppo elevate diventano motivo di game over immediato, costringendoci a pregare che il salvataggio automatico, per quanto frequente, non ci riporti troppo indietro nel livello in corso. Una precisa scelta di design, ma forse fin troppo punitiva.[caption id="attachment_193431" align="aligncenter" width="1920"] La principessa conduce amorevolmente il principe cieco[/caption]
The Liar Princess and the Blind Prince non brilla per particolare originalità a livello di gameplay o nella narrazione, la trova nella sua sostanza artistica e tecnica. Pur a fronte di una longevità di poche ore si rivela alla lunga ripetitivo, con puzzle sempre uguali, permettendoci di raggiungere una totale padronanza di gioco in pochissimo tempo. Ma nel senso della sua triste, emozionante storia, pregna di significato, all’insegna del valore della fiducia, dell’ingannevolezza delle apparenze e delle conseguenze di ogni azione, trova la sua ragion d'essere.