Taboo 1x04: la recensione
Ecco la nostra recensione del quarto episodio di Taboo, in cui James escogita un ingegnoso stratagemma per ottenere polvere da sparo
Le nebbie iniziano a dissiparsi in questa quarta puntata, specie nel momento in cui ci viene svelata l'identità del misterioso Carlsbad, alias la controversa Lady Musgrove. È interessante notare come Taboo non giochi tanto sulla conservazione di un singolo segreto per mantenere viva l'attenzione del pubblico, rinunciando quindi a uno dei cliché più abusati della drammaturgia audiovisiva. La tensione interna del racconto è data dalla concatenazione degli eventi, dalla coerenza integerrima dei personaggi e, quindi, dall'estrema verosimiglianza psicologica delle loro decisioni. Impariamo a conoscere James, e con lui anche Lorna, Brace, Sir Stuart, Zilpha e gli altri elementi che compongono il rugginoso mosaico di una serie che si conferma coraggiosa sotto molti punti di vista.
Se la raffinatezza estetica dell'episodio va a confermare un'attenzione visiva che, a oggi, non ha ancora conosciuto falle, il ritmo del racconto si fa più serrato e focalizzato, lasciando pochissimo spazio alle visioni e ai sortilegi di James sciamano e concentrandosi sullo stratega: il suo complesso ma irresistibile piano per ottenere polvere da sparo, dopo l'embargo impostogli dall'intero mercato inglese, è un meccanismo a orologeria che è un piacere ammirare dall'origine al compimento, avvenuto con successo grazie alla new entry Cholmondeley (Tom Hollander), scienziato illuminato travestito da cialtrone. Come parecchi altri prima di lui, anche questo intrigante personaggio - che non esita ad assaggiare lo sterco di vacca e il guano di piccione per valutarne il potenziale chimico - appartiene a quel mondo che fa della sozzura esterna la scorza per difendere una propria personalissima missione, talvolta velata di un'etica inafferrabile.È questo il mondo che Taboo riesce a raccontare meglio, illuminato da mozziconi di candela, lontano dallo sfarzo fastidioso e putrescente della società bene, che affonda le mani nell'oro senza percepirne il reale valore, e che schiaccia i propri figli - Zilpha in primis - sotto il peso di tabù scabrosi ma, in fin dei conti, meno riprovevoli dei crimini quotidianamente perpetrati da un'intera classe sociale. In tal senso, giunti a metà della prima stagione, possiamo già affermare che la serie BBC stia riuscendo a declinare il genere del dramma in costume, tanto caro alla televisione inglese, in una variante inedita ed eccezionalmente acuta.