Solo per vendetta - la recensione
Potenzialità da grande thriller complottista per un esito in linea con il protagonista scelto. Donaldson dirige l'ennesimo "film con Nicolas Cage". Per amanti del genere...
Un uomo comune al centro di una catena di eventi straordinari, un'organizzazione che si fa carico dell'omicidio di quei colpevoli che la giustizia non può punire adeguatamente (secondo loro) "scambiando" le vittime e tramutandole in carnefici. Io ti uccido il tuo, tu mi uccidi il mio. Già questi sono due presupposti hitchockiani ma il film, ovviamente, con lo stile rigoroso e puntiglioso di Hitchock non c'entra niente. Probabilmente la sola presenza nel cast di Nicolas Cage elide qualsiasi riferimento al maestro.
L'organizzazione onnipotente che ha braccia ovunque e che controlla tutti è costantemente sopra le righe e sembra quasi agire per magia, senza che l'ossessiva presenza e il dominio sul fato di questa sconfinino mai nella vera e propria "ossessione", un tema che, dato anche il trauma iniziale della moglie del protagonista (January Jones che, come sempre, sembra ignara del film che si sta girando e nella migliore delle ipotesi appare infastidita), potrebbe portare da quelle parti.
Potremmo però ricordare questo film come quello con il maggior numero di attori di primo piano nati da serie televisive. Oltre a January Jones, infatti, compaiono anche Jennifer Carpenter, Harold Perrineau e Guy Pearce.