Sanctuary, la video recensione

La video recensione di Sanctuary, il film di Zachary Wigon presentato in concorso alla 17 esima edizione della Festa del Cinema di Roma

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Presentato in concorso alla 17 esima edizione della Festa del Cinema di Roma, Sanctuary è un film di Zachary Wigon con Margaret Qualley e Christopher Abbott.

Potete vedere la video recensione qui sopra!

SANCTUARY: LA TRAMA

Rebecca è una prostituta specializzata in pratiche sadomaso nel ruolo di dominatrice. Hal è un suo cliente fisso e redditizio: fa parte di una ricca famiglia di cui sta per ereditare le fortune, e non può permettersi di mantenere questo legame con una donna che conosce i suoi segreti. Così decide di chiudere il rapporto. Hal e Rebecca si affrontano nella suite di un hotel, nel corso di una notte emotivamente infuocata. Chi dei due ha il vero dominio?

Un uomo nella suite di un hotel di lusso. Bussa alla porta una ragazza, bionda, bella, in tailleur professionale, che lo sottopone a un’intervista formale. Via via che le domande si fanno più personali, il gioco si chiarisce: Rebecca è una escort dominatrix, Hal il suo ricco cliente, pronto a tutto, anche a pulire ogni centimetro del bagno in mutande. Ma questo è solo l’inizio del nuovo romantic thriller di Zachary Wigon, che ha già lavorato sugli inganni, i trucchi, i buchi neri dei rapporti uomo-donna in The Heart Machine. Chiusi in una stanza, Margaret Qualley (figlia di Andie MacDowell e autostoppista hippie in C’era una volta a Hollywood) e Christopher Abbott (Piercing, la serie Girls) rimbalzano tra giochi erotici, rimbrotti, minacce, ricatti, svelano lati oscuri, ansie e fragilità, mentre macchina da presa e dialogo virano dall’erotico al noir. Ma tutto, compreso il finale, è imprevedibile.

SANCTUARY: LE NOTE DI REGIA

Un lato del film che mi ha stimolato, sul piano tecnico, è stata la sfida visiva o stilistica di narrare una storia su due persone in un solo luogo per 90 minuti. All’inizio la domanda era: è possibile fare in modo che questo film sembri un film e non uno spettacolo teatrale filmato? Due idee mi hanno aiutato ad affrontare questo punto. Una era l’idea di dividere il film in capitoli e dare a ogni capitolo uno stile visivo lievemente ma evidentemente diverso, non tanto diverso da essere stridente, ma abbastanza diverso da far sentire al pubblico un palpabile cambiamento d’atmosfera. L’altra idea era scegliere i momenti in cui spingere le possibilità della camera verso l’espressionismo stilistico.

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