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Recensione - The Witcher 3: Wild Hunt

L'ultima grande avventura di Geralt di Rivia: la nostra recensione di The Witcher 3: Wild Hunt

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Quando ci si ritrova a recensire, o semplicemente a giocare, una produzione cosi lungamente attesa come The Witcher 3: Wild Hunt la domanda che sin dai primi momenti rimbomba in testa è una  soltanto: "ne sarà valsa la pena?". Parliamo del resto di un titolo annunciato anni fa, protagonista per diversi anni di seguito di diverse fiere del settore e spulciato in ogni suo elemento noto. Eppure tante ancora sono (per fortuna!) le cose da scoprire e da dire sull’ultima avventura di Geralt di Rivia, e saltando a piè pari, in barba a ciò che imporrebbe la consuetudine, alle conclusioni, possiamo dire che siamo di fronte a un capolavoro, un titolo destinato ad essere ricordato negli anni, a dispetto di alcune magagne che pure lo affliggono. Ma partiamo dal principio.

Ancora una volta vestiremo i panni di Geralt, un cacciatore di mostri che, recuperata la sua memoria, ha deciso di mettersi definitivamente alle spalle le intricate vicende del suo passato, per gettarsi alla ricerca del grande amore della sua vita, da tempo perduto, la maga Yennefer. Sullo sfondo di questa vicenda personale una complessa situazione politica agita la Costa Occidentale, ora che l’Impero meridionale di Nilfgaard è sul punto di soggiogare i frammentati e selvaggi regni del Nord, e soprattutto che un misterioso fenomeno chiamato Caccia Selvaggia, apparentemente una legione di spettri inarrestabile, sta falcidiando senza posa soldati e uomini di tutte le fazioni. Come se tutto ciò non bastasse, ben presto Geralt si ritrova a cercare un’altra figura importantissima del suo passato, Ciri, sua allieva alla scuola di Witcher di Khaer Moren, avvistata nelle terre del Nord, dopo un tempo lunghissimo.

[caption id="attachment_143115" align="aligncenter" width="600"]The Witcher 3: Caccia Selvaggia screenshot The Witcher 3: Wild Hunt - screenshot[/caption]

Il comparto narrativo di Wild Hunt è meraviglioso; non solo la vicenda principale convince sin da subito, soddisfacendo sia i veterani della trilogia che i neofiti alla loro prima esperienza con le avventure di Geralt, non solo i dialoghi sono degni di una grande produzione cinematografica, ma persino l’innesto delle varie subquest ha una marcia in più, in virtù dello splendido lavoro fatto da CD Projekt RED. Anche la più semplice e irrilevante delle sottotrame è perfettamente innestata nel tessuto narrativo del gioco, e al giocatore viene sempre fornito un motivo convincente e credibile per imbarcarsi in un nuovo contratto da Witcher, in una caccia a un tesoro perduto o in una vicenda riguardante un personaggio bisognoso del suo aiuto. È un lavoro certosino e capillare quello del team polacco, che contribuisce in modo decisivo a restituire l’idea di un mondo vivo e pulsante, in cui tutto ciò che succede risulta credibile e stimolante per il giocatore. Come se non bastasse, e coerentemente alla tradizione della saga, il peso delle decisioni del giocatore nell’economia del gioco è notevole. Wild Hunt prevede ben 36 finali diversi, che dipenderanno solo e unicamente dal modo in cui si giocherà; ogni scelta compiuta nei dialoghi può essere decisiva, ogni decisione può manifestare i suoi effetti molto tempo dopo e anche scelte apparentemente più giuste e “buone” possono, col tempo, portare a esiti imprevedibilmente drammatici. È un modo cinico quello di Wild Hunt, in cui ancora una volta, come nei prequel, il bene e il male sono difficili da distinguere, e in cui tenere la neutralità e agire secondo coscienza è meno semplice e molto più impattante di quanto si immagini.

Ancora più incredibile è il fatto che tanta magnificenza narrativa sia stata messa al servizio di un open world che scende ben poco a compromessi sia dal punto di vista della struttura di gioco che della grafica. Sebbene indiscutibilmente inferiore a quanto visto all’E3 2013 e a quello dell’anno successivo, The Witcher 3: Wild Hunt è davvero bello da vedere, vantando dei volti modellati magnificamente e una solidità notevole che, almeno su PC, solo in rarissime occasioni finisce con l’inciampare su un frame rate per il resto ancorato a 60 fps. La direzione artistica in particolare fa la parte del leone, con ambienti vasti, resi suggestivi da splendidi colori e da condizioni atmosferiche casuali, che restituiscono l’idea della natura incontaminata e selvaggia che domina gran parte del gioco. Non da meno sono le città e le zone abitate, con una chiara identità architettonica ed una brulicante umanità, che spesso contribuisce a raccontare tanto quanto i dialoghi (impossibile non commuoversi per un bambino che, sul ciglio di una strada di campagna, piange il padre appena morto in battaglia).

[caption id="attachment_139450" align="aligncenter" width="600"]The Witcher 3: Caccia Selvaggia screenshot The Witcher 3: Wild Hunt - screenshot[/caption]

L’open world confezionato da CD Projekt RED è davvero sconfinato, parliamo di una superficie di gioco pari a 140 km2 densissima di personaggi non giocanti, oggetti da recuperare, subquest da portare a termine, attivabili nelle maniere più disparate, e mostri da uccidere, tutta liberamente esplorabile a piedi o con il fido destriero di Geralt, Rutilia, sempre che non si intenda sfruttare lo spostamento veloce da un crocevia all’altro, soluzione che personalmente vi consigliamo di centellinare, perché c’è ben poco di retorico e forzato nell’affermare che il mondo di Wild Hunt è una continua sorpresa, un gigantesco luna park videoludico dove può succedere di tutto, e nel quale un semplice spostamento a cavallo verso una subquest già attivata può portare alla luce nuovi luoghi, tesori da dissotterrare, nuovi schemi per armi e armature o semplicemente un nuovo, fantastico scorcio da fermarsi ad ammirare.

"L’open world confezionato da CD Projekt RED è davvero sconfinato"

Il gioco trabocca di quest secondarie: data la sua ampiezza, è inevitabile che alcune di queste tendano ad assomigliarsi, ma la varietà non manca, e raramente si ha la sensazione di ripetere qualcosa fatto in precedenza (come avveniva puntualmente in The Elder Scrolls V: Skyrim ad esempio), anche e soprattutto per le storie che le subquest raccontano, sempre interessanti, coerenti col mondo di gioco e in grado di avvincere il giocatore. Anche missioni apparentemente semplici, come il recupero di un banale oggetto domestico per l’abitante di un villaggio, possono rimandare a qualcosa di diverso e più importante, a un frammento di storia più grande, in quell'universo narrativo e ludico sconfinato che contribuisce a creare il mastodontico lore della saga tutta e di Wild Hunt in particolare.

[caption id="attachment_139447" align="aligncenter" width="600"]The Witcher 3: Caccia Selvaggia screenshot The Witcher 3: Wild Hunt - screenshot[/caption]

In un quadro cosi idilliaco, duole purtroppo dire che The Witcher 3: Wild Hunt non è esente da difetti, individuabili in tutto ciò che riguarda il combat system e la componente action del gioco, aspetto certamente non secondario. Intendiamoci, non siamo di fronte a nulla di drammatico o compromettente per la qualità globale del titolo, ma ad imperfezioni più o meno fastidiose, che seppur diluite in una avventura colossale fanno storcere il naso. Lo sviluppo di Geralt è legato al concetto di punti e slot abilità, dato che ogni volta che si livella o si scova un santuario nascosti si ottiene un punto abilità. Oltre ai punti abilità il level up permette di ottenere, a determinati livelli, lo sblocco di nuovi slot, entro i quali le abilità vanno allocate affinché risultino attive. Oltre a una decina di abilità generiche, tutte sbloccabili con un solo punto abilità e generalmente legate ad aspetti appunto più generali dello sviluppo di Geralt, come il recupero della vitalità e del vigore, il numero di punti vita, vi sono 3 principali rami di sviluppo delWitcher, ossia combattimento, alchimia e segni, la rudimentale forma di magia nuovamente a disposizione per le nostre avventure.

Vi sono decine di abilità relative a queste tre macro famiglie, basta un punto abilità per sbloccarle, ma ne possono occorrere molte di più per massimizzarle, ed inevitabilmente il giocatore dovrà scegliere la tipologia di personalizzazione più adatta al proprio stile. Per quanti punti abilità si riescano a ottenere infatti, gli slot abilità non saranno mai più di dodici, e pertanto è opportuno sin dai primissimi livelli stabilire come si intende sviluppare Geralt, evitando dispersioni di risorse.  Oltre agli slot abilità ci sono anche quattro slot dedicati ai mutageni, potenziamenti genetici che, oltre a migliorare le caratteristiche di Geralt hanno un colore generalmente associabile a una delle tre famiglie di abilità. Associando un mutagene alla relativa famiglia si potranno ottenere nuovi ed ulteriori benefici, spesso decisivi.

[caption id="attachment_136208" align="aligncenter" width="600"]The Witcher 3: Caccia Selvaggia screenshot The Witcher 3: Wild Hunt - screenshot[/caption]

I limiti di un sistema di sviluppo del personaggio altrimenti riuscito e funzionale risiedono nella scarsa comunicazione fra giocatore e interfaccia, dato che il gioco abbonda di tutorial tutto sommato evitabili ma non spiega molto le conseguenze di questa o quella scelta. Avremmo ad esempio gradito sapere che massimizzare il segno Axii, quello legato alle abilità sociali e alla persuasione nei dialoghi, è condizione indispensabile per ottenere determinate quest, e ci è sembrato, in questa e in altre piccole circostanze legate allo sviluppo di Geralt, di subire alcune scelte. Si tratta tuttavia di minuzie, piccolezze in un sistema assolutamente ottimo che ci ha convinto. Peccato però che sia al servizio di un combat system assolutamente non all’altezza della raffinatezza e del lavoro di cesello fatto per gli altri comparti del gioco.

"I limiti di un sistema di sviluppo del personaggio altrimenti riuscito e funzionale risiedono nella scarsa comunicazione fra giocatore e interfaccia"

Una volta impugnata una delle due spade da Witcher, piuttosto che la balestra, novità assoluta, può capitare purtroppo di dover far a cazzotti con una telecamera dinamica non sempre perfetta, che soffre specialmente in alcuni boss fight, con un sistema di collisioni superficialmente implementato, che restituisce poco l’impatto e l’inerzia dei colpi, e soprattutto con una intelligenza artificiale dei nemici che anche se settata al massimo della difficoltà (vi consigliamo di non scendere mai sotto il livello hard) fatica a dare soddisfazioni, dato che spesso basta allontanarsi dalla mischia quando si è in difficoltà per sventare ogni minaccia e recuperare vitalità e vigore. Gli indiscutibili miglioramenti al combat system del contestato secondo episodio, su tutti un lock on finalmente degno di questo nome, offrono insomma un titolo che in questo specifico ambito si lascia giocare tutto sommato piacevolmente, ma che non sfida mai sul serio il giocatore ed è molto lontano dalla magnificenza del resto della produzione.

[caption id="attachment_136205" align="aligncenter" width="600"]The Witcher 3: Caccia Selvaggia screenshot The Witcher 3: Wild Hunt - screenshot[/caption]

Per il resto qualche bug, molti dei quali risolti con la patch del day one, e altri difetti marginali legati al carico ancora una volta inclemente degli oggetti trasportabili da Geralt ed alla scarsa chiarezza di una manciata di sub quest non devono scoraggiare chiunque intenda approcciarsi all’ultima fatica di CD Projekt RED. The Witcher 3: Wild Hunt è un titolo monumentale, che restituisce il senso di incertezza, scoperta, pericolo e vastità del mondo di gioco che un’avventura dovrebbe avere. Potremmo parlare ancora per molte pagine del gioco, delle numerose romances piene di scene pruriginose, dei molti minigiochi accessori, tra cui spicca il fantastico card game Gwent, un gioco nel gioco che potrebbe portarvi via ore, della moltitudine di spade, armature, oggetti e accessori da recuperare, craftare o addirittura smontare, per creare nuove cose, delle rune associabili alle armi, che contribuiscono ad aumentare le possibilità di personalizzazione di Geralt, ma il consiglio a questo punto non èuò essere che uno solo; giocate uno dei titoli più maestosi ed entusiasmanti degli ultimi anni, farselo scappare sarebbe un delitto.

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