Recensione - Cooking Mama: Bon Appétit!
La nostra recensione di Cooking Mama: Bon Appétit!
A scanso di equivoci, è bene subito fare coming out; chi scrive è un fan di Cooking Mama dalla prima ora. Magari fan è forse esagerato, ma certamente la natura della fortunata saga made in Majesco si fa apprezzare, per vari motivi. Nel lontano 2006, Cooking Mama seppe infatti dimostrare come i cosiddetti casual game potessero vantare una cura produttiva apprezzabile e degna di nota, vantando un uso assai efficace e divertente (e forse addirittura pionieristico, rispetto alle produzioni dell’epoca) della tecnologia touch alla base della fortunatissima console Nintendo. Nel corso degli anni, diversi altri episodi si sono succeduti tanto sulle portatili Nintendo quanto su Wii e iOS, e se tendenzialmente costante è stato il successo commerciale, altrettanto lo è stato purtroppo il progressivo appiattimento dei titoli, via via penalizzati dalla mancanza di novità di rilievo, nonché da una serie di difetti di fondo mai del tutto risolti, che sin dal primo, riuscito episodio minano la qualità della serie uscita dopo uscita. Cooking Mama: Bon Appétit! , quinto titolo della serie, senza contare i vari spin off e secondo a vedere la luce su Nintendo 3DS, si presenta quindi ai blocchi di partenza col compito di far svoltare definitivamente la serie Majesco, ora che il casual gaming è non solo abbondantemente sdoganato ma soprattutto indirizzato da tempo verso i lidi mobile.
[caption id="attachment_140396" align="aligncenter" width="400"] Cooking Mama: Bon Appétit - screenshot[/caption]
Non solo la grafica è spartana e poco inventiva per texture, animazioni e resa poligonale, ma anche i movimenti che saremo chiamati a replicare non brillano per varietà, e sebbene il numero di ricette da preparare sia senza dubbio degno di nota la sensazione di ripetere più o meno sempre il solito minigame è davvero forte. In aggiunta a tutto ciò anche il livello di sfida appare non sempre equilibrato. La severità del titolo oscilla, nei singoli passaggi della preparazione, tra il facilissimo e il frustrante, dal momento che nell’arco di una singola ricetta può capitare di prendere un oro nonostante una esecuzione grossolana ed essere penalizzati al tempo stesso per il più piccolo errore in una performance altrimenti perfetta, rendendo il tutto a volte frustrante e a volte poco stimolante.
"la modalità cuore del titolo appare sicuramente migliorata, ma resta forte il sapore di compitino e la sensazione che si potesse fare di più è forte"[caption id="attachment_140397" align="aligncenter" width="400"] Cooking Mama: Bon Appétit - screenshot[/caption]
A innalzare il livello medio della produzione intervengono per fortuna una serie di altre modalità e opzioni più o meno incisive. Oltre a cucinare con Mama, che qualora non fosse chiaro è guida del giocatore sin dai menù, potremo infatti aiutarla in vari compiti da assolvere in modalità dedicate, occupandosi ad esempio del suo orto dalla pulizia alla raccolta degli ortaggi, della vendita e gestione di prodotti in negozio, o sfidandola nel Dojo che altro non è che una modalità Cuciniamo! a tempo, davvero impegnativa. Si tratta in sintesi di tutta un’altra serie di minigiochi basati ancora una volta sullo scorrimento a schermo del pennino, sullo sfregamento ripetuto e sul pigiare lo schermo col giusto timing. Sebbene pensati come semplici diversivi, in cui lo scopo è battere di volta in volta l’high score collezionando collectible e nuove sfide, questi si rivelano spesso più divertenti e interessanti della modalità principale, essendo più vari e decisamente più equilibrati. Paradossale, ma è un fatto che al contempo dà spessore ulteriore al titolo, aprendo a ulteriori spin-off e titoli correlati. Divertente inoltre la possibilità di cambiare d’abito Mama con i collectible ottenibili progredendo nel gioco, e davvero lodevole la possibilità di giocare in 4 in multiplayer locale con una sola cartuccia, sfidando gli amici in loco laddove invece non si preferisca buttarsi online.
In conclusione, Cooking Mama: Bon Appétit! si presenta come il classico sequel derivativo che non si discosta troppo dalle precedenti iterazioni, e pur migliorando e affinando alcuni aspetti non riesce a staccarsi dalla massa. Potrebbe essere interessante per gli appassionati della saga, ma difficilmente è consigliabile per chi non ha apprezzato i precedenti titoli o ha mollato in passato la serie. Peccato.
A cura di Ilio Tomeo