Rebel Galaxy Outlaw, sigarette, viaggi iperluce e rock and roll nello spazio - Recensione

Pur con le sue magagne tecniche, Rebel Galaxy Outlaw è tutto sommato un buon simulatore di battaglie spaziali

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Al giorno d’oggi abbiamo molte declinazioni, estetiche e concettuali, di quello che potrebbe essere un universo spaziale. I colori e le musiche anni ’80 di Guardiani della Galassia, la fantascienza sporca e poi ripulita delle due prime trilogie di Star Wars, fino al mondo elettrico e desaturato di un Mass Effect. Rebel Galaxy Outlaw sceglie invece la via del rock and roll, dei personaggi che parlano con il tipico accento del sud degli Stati Uniti, dei bar dove si gioca a biliardo scommettendo crediti guadagnati faticosamente, e della radio che trasmette musica di un decennio fa, mentre ci si imbatte in una pattuglia di poliziotti spaziali del Commonwealth e si deve inventare una menzogna al volo sul carico di contrabbando che si trasporta.

Rebel Galaxy Outlaw è il prequel spin-off di Rebel Galaxy, apprezzato gioco di ruolo spaziale del 2015, che riprende quel mondo, quell’estetica, ma si concentra stavolta sull’azione e le dinamiche tipiche di un simulatore spaziale, avulso però da qualsiasi dinamica GDR.

Il rock and roll non è solo musica o estetica, ma anche carattere in questo caso. In Rebel Galaxy Outlaw interpretiamo Juno Markev (zia del comandante presente in Rebel Galaxy), in cerca della persona che ha ucciso suo marito per vendicarsi personalmente. Questo è l’umore dell’avventura, zero epicità, niente salvezza della galassia, nessuna guerra interplanetaria, ma solo una serie di missioni ed incarichi per girare la galassia e scoprire sempre più informazioni sul nostro bersaglio.

[caption id="attachment_198557" align="aligncenter" width="1920"]Rebel Galaxy Outlaw screenshot Viaggiando si possono incontrare eventi casuali, così come incappare in stazioni spaziali[/caption]

Ci sono due considerazioni da fare in questo senso. La prima è che la storia perde di mordente fin dalle prime missioni. Difficile rimanere concentrati su quell’umore di cui sopra, quando si devono trasportare materiali da un punto A ad un punto B, o in generale ci si intrattiene nelle missioni meno movimentate (che sono solo una parte dell’esperienza). La seconda è che Rebel Galaxy Outlaw vorrebbe fornire anche una serie di idee in grado di calare il giocatore all’interno di un contesto e una narrazione, ma che invece si perdono in quello che è un gameplay principalmente votato all’azione.

Durante le missioni che, come detto, sono per la maggior parte dei viaggi da un luogo all’altro, capita di interagire con altri piloti e viaggiatori dello spazio. Può succedere ad esempio di finire in mezzo ad una sparatoria tra criminali e pattuglie spaziali di polizia, ed è possibile schierarci con una delle due fazioni, trattare per la nostra vita, oppure semplicemente scappare, il tutto comunicando tramite la radio. Compiendo missioni in giro per lo spazio ci si può accomodare il favore di alcune fazioni, le quali saranno più o meno propense a lasciarvi andare mentre fate le vostre porcherie in giro per i sistemi. Purtroppo questo sistema si va un po’ a perdere visto che Rebel Galaxy Outlaw si spinge più verso i combattimenti che altro.

[caption id="attachment_198558" align="aligncenter" width="1920"]Rebel Galaxy Outlaw screenshot Nei bar ci si può intrattenere in vari modi, dai giochi alle chiacchiere con i baristi che possono sbloccare quest aggiuntive[/caption]

A questo proposito, per rendere le battaglie meno caotiche, c’è la possibilità di mantenere la visuale centrata sui bersagli. In questo modo gli scontri si semplificano, diventano quasi delle sparatorie da shooter, solo che invece di muovere un personaggio avete un’astronave. Ci sono alcune chicche interessanti in questo senso. Ci sono cinque astronavi da sbloccare ognuna con il suo cockpit ed HUD interno diversi, con molti elementi aggiuntivi e armi da equipaggiare investendo nei crediti. Durante gli scontri si può scansionare l’area per far sì che i bersagli siano visibili in maniera più chiara nel radar, così come maneggiare l’energia dell’astronave verso gli scudi, i motori, oppure le armi da fuoco rispettivamente per difendersi meglio, muoversi più velocemente, o infliggere più danni. Per gli appassionati di dogfighting, Rebel Galaxy Outlaw ha diversi livelli di difficoltà, scalabili con molte opzioni, con il massimo della sfida rappresentato dalla totale assenza di aiuti alla manovrabilità ed un HUD ridotto all’osso.

"Se il piatto sembra ricco, in realtà Rebel Galaxy Outlaw si dimostra in realtà fin da subito come un’esperienza ripetitiva"Se il piatto sembra ricco, in realtà Rebel Galaxy Outlaw si dimostra in realtà fin da subito come un’esperienza ripetitiva. Oltre ai viaggi, agli scontri casuali e gli eventi che possono mettersi di mezzo al viaggio affidato al pilota automatico, non c’è in realtà molto di più. Bisogna anche grindare ogni tanto per poter proseguire nelle missioni principali e si è costretti ad affrontare missioni secondarie per poter raccogliere abbastanza crediti da investire in pezzi aggiuntivi per la nave. Le stesse missioni principali hanno a volte dei picchi di difficoltà notevoli che richiedono di potenziare le risorse belliche dell’astronave, prima di poter proseguire. Un’esperienza molto old school per certi versi, che prende una manciata di elementi di gameplay e li rende le fondamenta dell’intera avventura.

[caption id="attachment_198556" align="aligncenter" width="1920"]Rebel Galaxy Outlaw screenshot Le battaglie sanno essere molto coregrafiche[/caption]

Sembra veramente uscito dal passato Rebel Galaxy Outlaw anche per quanto riguarda l’estetica, che se nella costruzione delle astronavi e degli ambienti spaziali è buona, ma precipita vertiginosamente in qualità per i modelli dei personaggi e dei pochi interni (per altro tutti praticamente identici), che sembrano modelli poligonali di una generazione e mezza fa. È un peccato che a fianco di partite di biliardo in un bar che sembra costruito da un engine 3D degli anni ’90 ci siano invece degli scontri spaziali più che piacevoli in termini di sonoro ed effetti di luce, un dogfighting sporco, con tanto di stazioni radio da cambiare nel caso si volesse accompagnare una sparatoria con della musica contry, elettronica, oppure hard rock.

Pur con le sue magange tecniche, Rebel Galaxy Outlaw è tutto sommato un buon simulatore di battaglie spaziali. Certo, a patto di sapere che si sta per affrontare un titolo che prende il fulcro di produzioni come Star Wars: X-Wing e Commander: Privateer e vi implementa alcune soluzioni per rendere più moderne antiche storture di gameplay. Un vintage d’autore.

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