Outcast 2x09, "L'oscurità si avvicina": la recensione
Ecco la nostra recensione del nono episodio di Outcast, intitolato "L'oscurità si avvicina", in lingua originale, "This Is How It Starts"
L'oscurità si avvicina, ormai è chiaro a tutti, e il finale con il Reverendo è forse uno dei momenti più alti che rappresenta l'effettivo ritorno alle origini. L'accettazione da parte dei fedeli che qualcosa di oscuro ha invaso Rome è il momento di rinascita per il Reverendo, quel momento utile che lo risolleva dalla disperazione, dall'isolamento, visto che ancora una volta viene allontanato e perché no, anche deriso. Nel frattempo i fari si spengono e perdono il loro lustro, ciò che rimane è solo una setta in attesa dell'apocalisse formata da immacolati, ossia quelle persone che sopravviverebbero alla fusione. Kyle, dopo uno scontro con Blake, comprende l'importanza di sua figlia nel grande piano, e in preda al panico tenta di estrapolare qualcosa di più da Sidney, il quale, ormai arrivato allo stremo, morirà di fronte ai suoi occhi. Quest'ultimo è stato un personaggio interessante, che è stato costruito con una certa intelligenza sin dall'inizio. Nonostante si capisse il fatto che fosse solo un tramite, il suo destino è quanto di più inatteso potessimo aspettarci, e di certo non in senso positivo. Oltre ad essere stato un personaggio ambiguo, Sidney ha rispettato tutti i punti necessari del buon villain contorto e inquietante, credenziali che mancano al banale Blake e al poco spaventoso Dott. Park, e proprio per questo ci aspettavamo qualcosa di più.
Si muovono sulla stessa linea le storyline che riguardano Megan e Holly e Alison e Amber. Due madri e due figlie che in preda alla confusione continuano a tornare sempre al punto di partenza, o meglio, gli autori continuano a manovrarle in maniera superficiale. Blake fa presente al Dr. Park che potrebbe esistere qualcuno con una purezza primordiale, qualcuno che non ha ancora viaggiato fino a questo mondo come tutti gli altri. Il riferimento al bambino di Megan è immediato, ma ciò che non convince è la rapidità con la quale arrivano a incastrare Megan e sua figlia Holly, prevedendo i loro spostamenti ma senza far capire al pubblico come. Ecco questa è la chiara dimostrazione di come si muove Outcast, da un punto ad un altro senza alcun tipo di preparazione. Alison e Amber invece sembrano essersi completamente volatilizzate e forse questa potrebbe apparire come una buona scelta, anche se è ormai usuale aspettarsi un risvolto poco soddisfacente. Il nostro augurio è che il finale di stagione possa in qualche modo approfittare di tutti i pregi della serie e di tutte le cose buone che sono state seminate nel corso della stagione, che nonostante tutto non sono state poche. Ciò che manca è solo un pizzico in più d'anima. Sembra poco ma non è.Per confrontarvi con altri appassionati della saga, vi segnaliamo la pagina Outcast – Italia.