Onora il padre e la madre (Before the Devil knows you're dead)
Due fratelli organizzano una rapina nella gioielleria dei loro genitori. Ma le cose non andranno come previsto. L'ultima pellicola del grande Sidney Lumet è decisamente sopravvalutata...
Recensione a cura di ColinMckenzie
TitoloBefore the Devil Knows you're DeadRegiaSidney LumetCast
Philip Seymour Hoffman, Ethan Hawke, Albert Finney, Marisa Tomei, Rosemary Harris, Aleksa Palladino
Uscita7 marzo 2008Sarà che la sua recentissima pellicola Prova a incastrarmi mi era sembrata francamente imbarazzante. Sarà che certi peana dedicati a registi di una certa età mi fanno sempre dubitare. Comunque sia, avevo delle perplessità prima di vedere l'ultima fatica di Sidney Lumet, il regista di Serpico e Quel pomeriggio di un giorno da cani, che in patria era stata osannata come un capolavoro assoluto.In realtà, trattasi di film con molte pecche, che francamente non vengono nascoste e controllate come dovrebbero dalla mano dell'esperto regista. Intanto, la sceneggiatura ha dei buchi di credibilità notevole. Possibile che qualcuno affidi una rapina in una gioielleria ad un fratello così sprovveduto? E che questa a sua volta deleghi tutto ad una terza persona? E' già difficile credere a questo, se poi consideriamo che si parla dei genitori dei protagonisti (che vorrebbero solo fare un po' di soldi, non certo distruggere la loro famiglia), allora francamente non riesco a ritenere il tutto molto credibile. Anzi, l'impressione è che dietro ci sia una cattiveria programmatica di fondo, con un discorso sulla dissoluzione di una famiglia che magari con certa critica funziona bene, ma che poi lascia parecchie perplessità nella sua attuazione pratica.
Anche perché i personaggi non hanno la concretezza di quelli che hanno reso celebre il cinema di Lumet negli anni settanta. Il peggiore, incredibile dirlo, è il premio Oscar Philip Seymour Hoffman, che sembra ormai voler incarnare il lato negativo (quello esibizionista e appariscente) di Jack Nicholson. Ethan Hawke è passabile, ma a tratti non sembra l'uomo giusto per la parte. Albert Finney sconta un ruolo un po' monotematico e poco approfondito, quindi sarebbe ingiusto prendersela con lui. Forse la cosa migliore è Marisa Tomei, che, dopo l'Oscar vinto ormai una quindicina di anni fa, si è costruita una solida carriera con ruoli molto interessanti, tra cui le pellicole indipendenti In The Bedroom e Factotum o i successi What Women Want e Terapia d'urto, senza dimenticare l'apparizione, nei panni di se stessa, nel telefilm Seinfeld. In questa occasione, crea, con poco tempo a disposizione, un ritratto femminile molto interessante e profondo, forse la cosa migliore del film e che magari si poteva sfruttare meglio.Insomma, rispetto a Prova a incastrarmi un deciso passo avanti. Ma non è il caso di gridare al miracolo...